Il labirinto di Samarcanda
- Autore: Sebastiano Scuderi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
“Il labirinto di Samarcanda” di Sebastiano Scuderi è un libro che induce a pensare, un libro controcorrente, poiché esamina gli avvenimenti degli anni di piombo (1968-1980) da un’angolazione “quasi blasfema”, dal momento che la cultura viene presentata come esclusiva proprietà della sinistra. Un testo “non politicamente corretto”, scritto da un uomo tanto dei suoi ideali di giustizia e patriottismo da saper sfidare, oggi, con questo racconto, molte critiche.
Diego è un giovane dal carattere positivo, moderato, rispettoso, ma fermo nelle sue convinzioni, basate sui valori, con tanta voglia di studiare e di operare per il bene della sua gente e della sua patria. Valori sentiti, fino a qualche decennio fa, da molti idealisti che ancora ritenevano l’uomo in grado di trasformare la terra nel biblico paradiso annunciato dalle Sacre Scritture. Idealisti progressisti da un lato, idealisti conservatori dall’altro; questa in sintesi la natura della lotta che allora scatenò un inferno fratricida. Era in gioco una posizione dominante che riguardava le scelte del domani ed ognuno dei contendenti si riteneva unico possessore della giusta ricetta. Ovviamente esistevano non pochi - sono indissolubili dalla natura umana - interessi di bottega. Diego sente crescere in sé il desiderio di operare per il bene comune tanto da entrare nel gioco, schierandosi pubblicamente per quella che potremmo definire la fazione nera, contrapposta alla rossa.
Fazione Nera che si riteneva tenutaria di qualità come amor di Patria e Giustizia, qualità sbiadite nella Rossa che, da figure e assetti politici dell’Unione Sovietica traeva, piuttosto, i suoi modelli ideali. Diego odia la violenza, privilegia il dialogo, la riflessione ma le frange estremiste delle opposte fazioni si rivelano purtroppo incontrollabili. È un cammino, il suo, costellato di ostacoli e di amare considerazioni, il cammino di un giovane che ancora ritiene possibile una convivenza fraterna, pur nella diversità delle idee, che si illude possa esistere una giustizia scevra da ideologie partigiane, non pilotata o gestita da politicanti, una patria guidata da persone che mettono al primo posto l’operare a favore del popolo che le è affidato e che per esso si prodigano.
Le pagine de “Il labirinto di Samarcanda” narrano alcuni fatti in modo incredibilmente realistico, fatti che hanno segnato indelebilmente la storia italiana, cronache di pestaggi e omicidi che hanno fatto la fortuna di una sola parte politica. Perché migliore, forse? Certamente perché più aggressiva e spregiudicata. Una lettura istruttiva, dove ho scoperto un personaggio ancorato ad un sogno che, malgrado la storia, maestra di vita, la mente del lettore percepisce ancora vivo.
Un racconto che, per la puntualizzazione degli episodi, pare essere stato vissuto in prima persona da Sebastiano Scuderi, brillante nello scorrere delle pagine, fitte di date ed avvenimenti, quasi un grido che vuole affermare e riaffermare che alla giustizia e alla patria, malgrado tutto, occorre credere.
Il labirinto di Samarcanda
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