I versi, gli aforismi e i pensieri del poeta libanese Kahlil Gibran contengono un messaggio senza tempo che sembra attraversare le epoche e adattarsi a ogni contesto della vita umana. L’autore de Il Profeta (1923) ci consegna una saggezza millenaria come un tesoro proveniente da uno scrigno prezioso che viene dischiuso, per un breve attimo, a nostro esclusivo beneficio.
La poesia di Gibran ha una struttura simile a quella di un aforisma: si concentra sulla “parola unica”, breve, sintetica, sferzante capace di restituirci un’immagine rappresentativa e intensa. Sono versi da leggere e rileggere che ogni volta ci propongono un significato nuovo, uno spunto di riflessione che dapprima non avevamo trovato, che ci era sfuggito.
Kahlil Gibran riesce a trarre dagli elementi naturali che ci circondano delle metafore profonde sul destino umano e il senso dell’esistenza. Quali riflessioni ci ispirano la sabbia e la spuma mentre camminiamo a piedi nudi sulla riva del mare? Il poeta libanese vi associa una sensazione di caducità e fuggevolezza, ma anche della potenza creativa insita nell’essere umano. La sabbia e la spuma attraverso la scrittura di Gibran diventano elementi simbolici in grado di celare significati occulti; persino il silenzio assume un peso in questa poesia che si fa portavoce di un sentire universale.
La lirica è tratta Sabbia e spuma. Pensieri edita da Rusconi Libri con una traduzione a cura di Maurizio Clementi.
Scopriamone testo, analisi e commento.
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“Sabbia e spuma” di Kahlil Gibran: testo
Per sempre camminerò su questi lidi,
Tra la sabbia e la spuma,
L’alta marea cancellerà le mie orme,
E il vento soffierà via la spuma.
Ma il mare e la spiaggia rimarranno
Per sempre.
“Sabbia e spuma” di Kahlil Gibran: analisi e commento
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Camminare sulla riva del mare, a piedi scalzi, in un giorno d’estate che lieve declina verso il tramonto è uno di quei momenti di pace che avvicinano la nostra esistenza a un sentire assoluto.
Il mormorio del mare sembra cullare i pensieri, mentre i piedi affondano nel calore morbido della sabbia. Il mondo pare fatto di sabbia e di spuma, nient’altro. Lo sguardo si perde verso un orizzonte indefinito, in bilico tra cielo e mare, dove i confini delle cose sfumano in una visione indistinta.
Kahlil Gibran coglie l’atmosfera mistica di questo istante e traduce gli elementi della “sabbia” e della “spuma” in una dimensione simbolica: sono entrambi mutevoli, fluidi, soggetti a un continuo cambiamento. La sabbia ci scorre tra le dita, come il tempo, mentre la spuma del mare svanisce lentamente una volta giunta a riva. Il poeta associa a questa mutevolezza l’azione continua del tempo, che agisce giorno dopo giorno come costruttore e implacabile distruttore. A questa forza che tutto consuma Gibran oppone una parola eterna: “per sempre” che vuole opporre alla caducità della vita il pensiero dell’immortalità. La volontà ferma e la potenza creatrice della mente umana si oppone al transito continuo della vita e delle epoche: attraverso la parola poetica l’uomo ha il potere di fermare l’istante, di eternarlo in un “per sempre” che sfida l’azione corrosiva del tempo.
L’uomo si volta indietro e vede le sue orme svanire, cancellate dal moto inarrestabile delle onde. Persino la spuma marina piano evapora al soffio del vento. Tutto muta, tutto è soggetto al cambiamento. Il paesaggio marino diventa metafora tangibile della caducità della vita, ma anche specchio rovesciato di una visione concreta dell’eternità.
L’espressione “per sempre” sulla riva del mare acquisisce un significato, si carica del peso del silenzio, cessa di essere una vaga astrazione, un’iperbole letteraria.
È la “parola unica”, unificante, che dà un senso a ogni cosa: Kahlil Gibran ce la consegna, conservandola immutata nella ripetizione, come il segreto custodito nel fondo di una conchiglia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Sabbia e spuma”: caducità ed eternità a confronto nella poesia di Kahlil Gibran
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