Sfogliate la classifica libri e non riconoscete il nome di uno scrittore? Probabilmente i vostri figli o i vostri amici più avvezzi al mondo dei social sapranno indicarvi di chi si tratta: un influencer.
Chi sono gli influencer? Come lo sono diventati, ma soprattutto come sono arrivati a pubblicare libri con case editrici maggiori come Mondadori o Rizzoli, nel sogno dei più piccoli scrittori esordienti, e scalare le classifiche dei libri più venduti? I loro libri sono meritatamente in classifica? Vediamolo insieme.
Chi sono gli influencer?
In alcuni casi si tratta di vip (cantanti, personaggi televisivi, attori/attrici, modelli/e, ecc) o persone normali (quindi non vip o figli di vip), che arrivano alla notorietà:
- grazie alla partecipazione a programmi tv: basti pensare ai partecipanti di Uomini e Donne o del Grande Fratello o di talent come Amici e X-Factor.
- grazie alle loro attività come content creator, ossia creatori di contenuti che possono essere video o audio, che riscuotono successo in social network come Youtube (nel caso di Youtuber) o Instagram (nel caso di Instagrammer) o TikTok (nel caso di TikToker), senza dimenticare il padre (per anzianità di nascita, ma anche per età media del pubblico) Facebook.
Fino a qualche anno fa partivano come blogger, come nel caso di Chiara Ferragni, che dalla gestione del fashion blog The Blonde Salad è diventata tra le influencer più famose al mondo e imprenditrice digitale. Oggi invece lo step "blog" viene spesso bypassato, in quanto i creator spingono le loro attività direttamente sui social network, dove ottenere più velocemente un pubblico che li segue.
Da content creator a influencer: quando ci si può considerare tale?
I content creator raccolgono nel tempo una community di affezionati (follower) che commenta e condivide i loro contenuti.
Non basta che la community sia grande: se un tempo si guardava esclusivamente al numero di follower per determinare il successo di un creator, oggi per arginare il problema dei follower comprati e fittizi a cui sono ricorsi alcuni content creator per spacciare un successo non reale, sempre più attenzione è data al livello di engagement (=coinvolgimento, misurato con quante interazioni si ottengono in rapporto al numero di follower) che la community dimostra verso i nuovi contenuti del creator.
Un alto engagement è indicatore di una community viva, attiva e affezionata.
Più la community è attiva, più il creator potrà portare alla sua attenzione temi, problematiche, prodotti e "influenzare" pensiero e acquisti dei seguaci.
Ecco quindi che un creator molto seguito può essere considerato "Influencer" se con le sue attività è in grado di attivare la community all’acquisto di un prodotto o a un’attività.
Un esempio deriva dal caso scoppiato durante l’ultimo festival di Sanremo in cui l’influencer Chiara Ferragni dalle sue stories su Instagram invitava i follower al televoto in favore di suo marito Fedez e Francesca Michielin in gara. Il suo invito sembra essere stato fondamentale per la scalata della coppia al secondo posto al Festival della canzone.
Influencer: come agiscono e guadagnano (non solo like)
L’influencer può sfruttare la sua popolarità e la community costruita per collaborare con aziende e ottenerne un guadagno economico.
Le aziende attraverso il creator possono pubblicizzare un loro prodotto e portarlo all’attenzione del suo pubblico.
Le aziende possono:
- inviare un prodotto gratis al creator che lo proverà e mostrerà (o ne parlerà) al suo pubblico. Le case editrici ad esempio possono inviare libri gratis a creator che li leggeranno e recensiranno nelle stories o post di Instagram, o in video su Youtube, o sul loro blog.
- inviare un prodotto in prova, che il creator proverà per la sua community e poi dovrà restituire all’azienda fornitrice. Succede ad esempio con prodotti costosi e di alta fascia, oggetti tecnologici, telefoni cellulari, tablet, orologi.
- corrispondere un compenso per un’attività social di promozione da lui svolta. In questo caso si parla di vera e propria pubblicità/attività di marketing, che avviene sui canali social del creator.
Case editrici e rapporti con i book influencer
Ebbene, sì, ovviamente esistono book influencer. Le case editrici sfruttano spesso le attività di marketing di creator specifici del mondo dei libri (bookblogger, bookstagrammer, booktuber e booktoker) per promuovere i loro libri in uscita con video, recensioni, post, reels, stories e articoli su blog, anche inseriti in iniziative come book tour.
Book influencer sono lettrici e lettori (con un seguito di solito di oltre 10mila follower sul canale e alti engagement), che sono in grado di influenzare, appunto, con un loro contenuto social, masse di lettori e lettrici che li seguono, sempre in cerca di consigli di lettura e chicche da scovare. In questo caso ovviamente il plus di affidarsi a un book influencer è il pubblico altamente profilato per la passione per i libri.
In virtù dell’alta profilazione, le case editrici collaborano spesso anche con micro-bookinfluencer (con un numero di follower tra i 1000 e i 10.000), che magari si occupano di generi specifici (e quindi vantano un pubblico ancora più profilato) e spesso si accontentano di una copia omaggio per parlare del libro sul profilo, senza richiedere anche un compenso in denaro.
Influencer: perché le case editrici pubblicano i loro libri?
Le case editrici hanno iniziato a interessarsi anche a influencer che non operano nel settore libri, ingolosite soprattutto da seguiti ancora più vasti di quelli raggiunti dai bookinfluencer.
Come poter sfruttare la loro popolarità, magari senza dover sborsare cifre per post promozionali? Pubblicando un loro libro.
Che sia nato per caso su iniziativa dell’influencer, che vuole sperimentarsi come scrittore e trovare nuovi modi per monetizzare la sua popolarità, o che sia stato commissionato proprio dalla casa editrice, un libro di un influencer arriva senza sforzo promozionale all’attenzione di un grande numero di persone, ossia la community dell’influencer stesso, che, per sostenere il suo beniamino o anche solo per curiosità, acquisterà il libro.
Inoltre, la pubblicazione di un personaggio noto può portare alla segnalazione spontanea su giornali o siti, con pubblicità aggiuntiva al libro, senza costi per la casa editrice.
Chi poi non intervisterebbe un influencer sul suo sito o su un suo profilo social? Si tratta di altra pubblicità gratis per il libro dell’influencer anche su nicchie diverse da quelle da lui normalmente raggiunte.
Se la community conta milioni o centinaia di migliaia di follower ed è molto attiva, già solo l’acquisto da parte dei follower può portare a migliaia di libri venduti e il libro in classifica, che funge nuovamente da volàno per le vendite da parte di chi non conosca l’influencer e si incuriosisca dal libro sugli scaffali dei più venduti.
Libri degli influencer: solo una trovata di marketing?
La possibilità di volumi di vendita alti dati anche dalla sola popolarità dell’influencer fa ovviamente gola a una casa editrice, che ha quindi forte interesse a pubblicare il libro, anche laddove non rientri nella sua linea editoriale o non rispetti necessariamente criteri di "qualità classici".
Questi libri sono meritatamente in cima alle classifiche? Se la classifica è per vendite, perché considerare il loro posto immeritato. Le classifiche da sempre non rispettano necessariamente il valore letterario delle opere e seguono dinamiche varie, non vedo perché valutarle ora diversamente.
Pubblicare libri di un influencer per la casa editrice è pura trovata di marketing? Io ritengo che vadano considerati per quello che sono: libri destinati a uno specifico pubblico, non necessariamente alla totalità dei lettori. Un creator/influencer ha un suo pubblico con cui dialoga e che apprezza quotidianamente i suoi contenuti e la sua modalità di espressione che si aspetta di ritrovare nel libro pubblicato.
I fan/follower di Giulia De Lellis probabilmente avranno bramato per conoscere tutti i retroscena dei tradimenti e della fine della storia con Damante, che hanno potuto ritrovare nel suo libro Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza, caso editoriale da 100mila copie vendute.
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I ragazzini che seguono youtuber come Luì e Sofì dei Me contro te (pubblicati da Mondadori Electa) o gamer come Lyon (le sue storie a fumetti sono pubblicate da Salani) apprezzano il loro modo di comunicare e ne leggono volentieri le storie di cui sono protagonisti nei libri che li vedono autori.
Possedere un libro di un influencer (attendendo magari l’occasione anche per avere un autografo) per un follower è come possedere un gadget dei loro beniamini, così come poteva avvenire con un disco di un cantante o la maglia di un giocatore della propria squadra del cuore per le generazioni precedenti. Ecco che il valore di quel libro per il follower esula da quello puramente letterario.
Giusto o no, per la casa editrice si aggiunge la pura legge del marketing: se c’è un pubblico, se c’è una richiesta, allora l’operazione di pubblicazione è profittevole.
Il lettore comune che veda il libro in classifica deve tenere in considerazione oggi anche queste dinamiche e, prima di gridare alla trovata di marketing, potrebbe valutarne addirittura un lato positivo. La pubblicazione del libro di un influencer rappresenta un’operazione editoriale "a bilancio positivo" che, magari, sostiene costi della casa editrice che può quindi investire anche in operazioni poco profittevoli, come la pubblicazione di libri di alto valore letterario che hanno un bacino di lettori più ristretto. Non l’avevate mai pensata così, vero?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il fenomeno degli influencer scrittori: perché pubblicano i loro libri e come arrivano in cima alle classifiche
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