Svetlana Aleksievič, nata nella cittadina ucraina di Stanislav il 31 maggio 1948, è una delle maggiori croniste del nostro tempo. Forse definirla semplicemente “cronista” è riduttivo: Aleksievič è molto più di una giornalista e non è neppure solamente una scrittrice, potremmo definirla una “storica”, ma persino questo attributo potrebbe risultare parziale o limitativo.
La sua è una scrittura etica che si fa portatrice diretta di valori umani e civili. Non si può leggere un libro di Aleksievič e restare indifferenti: le testimonianze che vengono riportate tra le pagine feriscono le orecchie come urla, affondano come unghie nella carne; eppure a volte sono dolci e malinconiche come ninnananne dell’infanzia, provenienti da un tempo dimenticato. Sanno descrivere un dettaglio, un profumo, un’impressione, talvolta un senso profondo di umanità che abbiamo perduto.
I romanzi di voci di Svetlana Aleksievič
Non è dunque una cronista e nemmeno una storica. La verità è che Aleksievič ha coniato un nuovo genere letterario che è stato definito da lei stessa come “romanzo di voci”.
Attraverso la scrittura l’autrice è capace di raccontare la realtà dei fatti da un punto di vista non cronachistico, ma testimoniale. I suoi libri ci restituiscono quindi una polifonia di voci che vengono a coesistere nella mente del lettore con una autenticità disarmante. Attraverso i suoi romanzi-reportage, Svetlana Aleksievič ci restituisce storie di vita vissuta attraverso le voci dirette dei suoi protagonisti: la realtà si amalgama così alla narrativa in un impasto morbido, senza grumi, come può riuscire soltanto a una grande scrittrice.
Aleksievič riesce a riportare testimonianze dirette in uno stile unico, fluido, schietto che non appare mai inficiato da una voce autoriale: la scrittura è certamente la sua, tuttavia scompare nel racconto, è sempre capace di stare un passo indietro, di fermarsi appena prima per non intorbidare la voce autentica di chi sta parlando.
Il premio Nobel per la Letteratura a Svetlana Aleksievič
Nel 2015 a Svetlana Aleksievič è stato consegnato il premio Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione:
Per le sue scritture polifoniche, un monumento alla sofferenza e al coraggio al giorno d’oggi.
Il discorso tenuto da Aleksievič, in occasione della cerimonia del Nobel presso l’Accademia di Svezia, è stato intenso e commovente come raramente accade in certe occasioni formali e ufficiali. La scrittrice e giornalista anziché prendersi i meriti che le spettavano ha affermato, sin da subito, di non essere sola su quel palco ma di essere attorniata da migliaia di voci.
Proprio a queste voci che da sempre la accompagnano nella scrittura Svetlana Aleksievič ha voluto dare il proprio ringraziamento:
Flaubert si definiva un uomo-penna; io potrei dire di essere una donna-orecchio. Quando cammino per strada e colgo parole, frasi ed esclamazioni, mi dico sempre: quanti romanzi spariscono senza lasciare traccia! Spariscono nell’oscurità. C’è tutta una parte della vita umana, quella delle conversazioni, che non riusciamo a cogliere attraverso la letteratura. Non l’apprezziamo per il suo valore, non ci stupisce, non ci appassiona. Ma a me affascina, ne sono rimasta prigioniera. Adoro il modo in cui parlano le persone… adoro le voci umane solitarie. È la cosa che amo di più, la mia passione.
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Nella conclusione la giornalista e scrittrice ucraina si è premurata di ricordare la “bellezza sublime delle persone”, che in fondo è quanto racconta in tutti i suoi libri, nessuno escluso. Persino nell’oscurità più profonda, nel terrore più nero, Aleksievič ha la capacità di salvare un brandello di umanità e estrarla, scavando a mani nude, sino a portarla alla luce e farla brillare. Serve un’empatia rara per fare questo, e anche tanto coraggio; ma forse, più di tutto, la vera chiave è una sensibilità innata. I romanzi di Svetlana Aleksievič infatti non ci parlano della guerra o della catastrofe nucleare, ma di persone: raccontano sensazioni, impressioni, sentimenti, dunque non tanto quello che di fatto accade ma come accade. In questo “come” risiede tutta la forza etica della scrittura di Aleksievič e ciò che la rende unica.
Nel mese di gennaio 2022 la casa editrice Bompiani ha pubblicato l’opera Guerre che racconta la trilogia delle guerre raccontate dalla grande giornalista ucraina. È certamente un compendio esaustivo, che contiene alcuni dei romanzi più famosi dell’autrice, che di questi tempi appaiono tristemente attuali.
Svetlana Aleksievič: 5 libri da leggere
Per orientare meglio i lettori nella vasta opera di Svetlana Aleksievič vi proponiamo tuttavia un percorso di lettura in 5 titoli che aiuterà senz’altro a darvi l’idea di quanto la scrittura della giornalista sia legata a doppio nodo alla storia del nostro tempo.
Ecco 5 titoli imperdibili della giornalista e scrittrice premio Nobel.
1. Gli ultimi testimoni (1985)
Gli eroi di questo libro sono bambini e ragazzi bielorussi e russi che hanno vissuto la terribile quotidianità degli anni di guerra e sono cresciuti nell’orrore del più disumano dei conflitti. Le loro parole, che per semplicità e immediatezza hanno una forza evocativa ancora più sconvolgente, cancellano ogni ideologia e modificano il nostro sguardo sul mondo.
Perché, come afferma Aleksievič nella conclusione, non c’è azione attuata per il bene universale che possa giustificare anche "una sola lacrima di bambino".
Gli ultimi testimoni
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2. Preghiera per Chernobyl (1995)
Nel libro Preghiera per Chernobyl, pubblicato nel 1995, la giornalista ci restituisce un punto di vista inedito sul disastro nucleare fornendoci il racconto, in presa diretta, dei sopravvissuti. Di chi quel tremendo 26 aprile 1986 c’era e ha visto con i propri occhi, vissuto sulla propria pelle, ciò che accadde.
Ma soprattutto nel suo libro-reportage Aleksievič si interroga su una domanda che ritorna spesso, smuovendo le coscienze: c“osa ha imparato l’uomo contemporaneo dal disastro di Chernobyl?”
Preghiera per Cernobyl'. Cronaca del futuro
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3. Ragazzi di zinco (2003)
Svetlana Aleksievič fa parlare qui i protagonisti di un’altra grande tragedia della storia sovietica: la guerra in Afghanistan tra il 1979 e il 1989. Un milione di ragazzi e ragazze partiti per sostenere la “grande causa internazionalista e patriottica”; almeno quattordicimila di loro rimpatriati chiusi nelle casse di zinco e sepolti di nascosto.
Sono proprio gli afgancy, i ragazzi che la guerra ha voluto nascondere che in questo libro raccontano la loro verità. Per chi non può farlo, c’è la voce pietosa e straziante di una madre che con coraggio ricorda.
Ragazzi di zinco
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4. Tempo di seconda mano (2014)
Sullo sfondo del drammatico crollo dell’Unione Sovietica e della problematica nascita di una “nuova Russia”, decine di protagonisti-narratori raccontano cos’è stata l’epocale svolta tuttora in atto. Uno spaccato della tramontata “civiltà sovietica” e di coloro che hanno vissuto quell’epoca anche esaltante e stentano oggi ad adattarsi a un “tempo di seconda mano”.
Tempo di seconda mano è diviso in due parti: L’apocalisse come consolazione e Il fascino del vuoto, che raccolgono rispettivamente le testimonianze dal 1991 al 2001 e dal 2002 al 2012. Su tutta l’opera tuttavia aleggia un senso inoppugnabile di tragedia. La consapevolezza che non ci sono vittime o carnefici, ma un’unica grande catastrofe generata dalla Storia. La disillusione suprema di chi ha smarrito ogni ideale di libertà e giustizia.
Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo
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5. La guerra non ha volto di donna (2015)
22 giugno 1941: l’uragano di ferro e fuoco che Hitler ha scatenato verso Oriente comporta per l’Urss la perdita di milioni di uomini e di vasti territori e il nemico arriva presto alle porte di Mosca. Centinaia di migliaia di donne e ragazze, anche molto giovani, vanno a integrare i vuoti di effettivi e alla fine saranno un milione: infermiere, radiotelegrafiste, cuciniere e lavandaie, ma anche soldati di fanteria, addette alla contraerea, genieri sminatori, aviatrici, tiratrici scelte. La guerra “al femminile”, secondo la scrittrice, ha i propri colori, odori, una sua interpretazione dei fatti ed estensione dei sentimenti e anche parole sue. Svetlana Aleksievič queste parole le ha raccolte per far rivivere la Seconda guerra mondiale attraverso gli occhi delle donne.
La guerra non ha un volto di donna: L'epopea delle donne sovietiche nella Seconda Guerra Mondiale
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Eccoci giunti alla fine della nostra breve lista. Conoscete questa autrice? Avete già letto qualcosa di suo? Vi aspettiamo nei commenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Svetlana Aleksievič: 5 libri da leggere della giornalista e scrittrice premio Nobel per la Letteratura
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