Un tedesco contro Hitler. Berlino 1933
- Autore: Sebastian Haffner
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Skira
- Anno di pubblicazione: 2016
“Un tedesco contro Hitler. Berlino 1933” (Skira, 2016, titolo originale Geschichte eines Deutschen, traduzione di Claudio Groff, prefazione di Sergio Romano) è il testo dello scrittore, giornalista e storico tedesco Sebastian Haffner (1907-1999), nato in una famiglia di funzionari prussiani devoti allo Stato e fedeli alle sue istituzioni, emigrato a Londra nel 1938 con la fidanzata ebrea per sfuggire al nazismo, dove adottò lo pseudonimo di Sebastian Haffner, nome preso dal titolo di una sinfonia di Mozart.
In Inghilterra Haffner scrisse per The Observer, ne divenne caporedattore e dal 1954 fu inviato da Berlino, fino alla costruzione del Muro nel 1961, inoltre ebbe un ruolo preminente nel mondo dell’informazione tedesca, sia scrivendo per Die Welt e Stern sia come ospite e conduttore di programmi televisivi. Nel 1938 l’autore, conservatore liberale, scrisse questo “lungo racconto autobiografico che ha il passo e il respiro di un romanzo”, come sottolinea nella prefazione Sergio Romano, ma rimase in un cassetto perché Sebastian Haffner esitò a pubblicare in quel momento cruciale, la II Guerra Mondiale sarebbe scoppiata nel settembre del 1939 e il manoscritto conteneva molti personaggi della sua cerchia familiare facilmente riconoscibili.
Dopo la morte di Haffner, avvenuta a 92 anni, fu ritrovata tra le sue carte questa Geschichte eines Deutschen (Storia di un tedesco), apparsa nel 2000 riscuotendo “uno straordinario successo tra i nipoti della sua generazione”. Sono stati i lettori più giovani i più interessati, più curiosi e avidi d’informazioni, evidentemente erano al tempo stesso “sufficientemente partecipi e distaccati per comprendere la Germania dei loro nonni”.
Ora la casa editrice Skira riedita il volume accompagnato dalla copertina che raffigura una cartolina postale di fine Ottocento della Hofbrauhaus a Monaco di Baviera, dove il 24 febbraio 1920 Adolf Hitler tenne uno dei suoi primi comizi.
“La Germania è niente, ma ogni singolo è molto” (1808).
Partendo da questa frase di Goethe, posta da Haffner come sigillo di queste significative pagine, l’autore racconta “una specie di duello”. Un duello impari tra due avversari molto diversi: tra uno Stato oltremodo potente, forte e brutale, e un piccolo privato cittadino, anonimo e sconosciuto. Il privato cittadino non è in alcun modo un politico, né tanto meno un congiurato o un “nemico dello Stato”, ma desidera solamente proteggere la propria personalità, la propria vita e la propria privata onorabilità. Tutto questo viene costantemente aggredito dallo Stato in cui vive e col quale ha a che fare, con mezzi estremamente brutali e grossolani. Fra terribili minacce, questo Stato pretende che il suddetto privato cittadino abbandoni i suoi amici, lasci la sua ragazza, rinunci alle sue idee ma accetti idee imposte, saluti in modo diverso da come è abituato, rinneghi il proprio passato e il proprio Io, e, cosa fondamentale,
“mostri costantemente nei riguardi di tutto questo il massimo entusiasmo e la massima riconoscenza”.
Ma il privato cittadino non vuole, perché è poco preparato all’aggressione di cui è vittima, non è un eroe nato e tanto meno un martire.
“È semplicemente un uomo qualunque, con le sue molte debolezze, e in più è il prodotto di un’epoca insidiosa: però non vuole. E allora s’impegna nel duello, senza entusiasmo, facendo spallucce, ma con la tacita determinazione di non cedere”.
Per chi non l’avesse ancora capito:
“Lo Stato è il Reich tedesco, il privato cittadino sono io”.
Un tedesco contro Hitler. Berlino 1933
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