Nella primavera del 1949 Ischia è una meta lontana dalle rotte turistiche già affermate. E, proprio per questo, un luogo ricco di suggestioni tutto da scoprire.
Era una giornata bellissima, un po’ fredda per marzo in Italia meridionale, ma vivida e gaia come un aquilone, e il Principessa filava via nella baia come un delfino in vena di scherzi.
A bordo del battello proveniente da Napoli c’è un viaggiatore particolare: Truman Capote, autore dei più tardi famosissimi Colazione da Tiffany e A sangue freddo. Viaggia alla scoperta dell’Italia in compagnia di John Dunphy.
L’isola gli viene sconsigliata perché pericolosa: colpa del vulcano e di un recente incidente aereo. Per lui resta “un posto strano e stranamente incantato”. Dove abiterà per diverse settimane raccontate nei suoi diari.
Quelle impressioni di un ragazzo destinato a diventare una delle grandi voci del ‘900 sono pubblicate da Garzanti nell’agile Viaggi in Italia (2023, traduzione di Bruno Tasso).
I viaggi in Italia di Truman Capote: Ischia
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Il viaggio di andata è già tutto un programma, a partire dai compagni di traversata.
Condannati diretti al penitenziario dell’isola di Procida o, all’estremo opposto, giovani in procinto di entrare in monastero ad Ischia. Naturalmente ci sono passeggeri meno drammatici: isolani che si sono recati a Napoli per acquisti; di tanto in tanto, uno straniero, ma pochissimi, questi: Capri è la calamita dei turisti.
Arrivato a destinazione, Truman Capote si concede un gesto scaramantico, durante lo sbarco getta a terra l’orologio e lo rompe.
Si capiva alla prima occhiata che Ischia non era posto per un rincorrersi affannoso di ore, le isole non lo sono mai.
È un viaggio tutto controcorrente. Arrivati al tramonto, scelgono come meta Forio, sulla punta estrema dell’isola, la meno frequentata. E vengono ripagati, a giudicare dal diario che immortala la magia del momento:
La strada correva alta sul mare dove le barche da pesca, illuminate da torce, strisciavano come lucenti ragni d’acqua. Piccoli pipistrelli impellicciati si sfioravano rapidi nel crepuscolo.
C’è la pensione senza acqua corrente. E Gioconda, la ragazza che se ne occupa, sempre in attesa di una lettera dall’Argentina che non arriva mai. Ma le stanze sono grandi con i balconi affacciati sul mare, il cibo buono e sin troppo abbondante, il prezzo vantaggioso. Tanto basta per decidere di fermarsi e superare la difficoltà con la lingua:
Gioconda non parla inglese, e il mio italiano è … bè, lasciamo andare. Pure, ci scambiamo delle confidenze. Con i gesti e con abbondante uso di un vocabolario bilingue riusciamo a dirci una straordinaria quantità di cose, ed è per questo che i dolci non riescono mai: nei giorni nuvolosi, quando non c’è altro da fare, sediamo nel cortile-cucina a provare ricette di pasticceria americana, ma non combiniamo niente di buono perché non stiamo abbastanza attenti al forno, occupati come siamo a sfogliare il vocabolario.
La vita in paese scorre sempre uguale e basta poco per creare attesa: la processione che porta la statua della Vergine da poco arrivata sull’isola per i villaggi è un evento anche per gli stranieri colpiti dai preparativi e dalla lunga attesa.
Alla fine il corteo arriva e quello che attrae lo scrittore è un particolare della statua:
Pencolante su una portantina trapunta di fiori, il viso ricoperto da un velo nero, seguita da mezza isola, era carica di orologi d’oro e d’argento, e al suo passaggio, nel silenzio che improvvisamente si faceva intorno, v’era soltanto il rumore affascinante, surreale di quelle offerte, gli orologi: tic tic tic.
Ancora il tempo e il suo simbolismo.
La bellezza di Ischia secondo Truman Capote
Il diario registra fedele il passare dei giorni: il 5 aprile racconta di una passeggiata lunga, pericolosa. Capote e Dunphy esplorano l’isola alla ricerca di angoli suggestivi. E scoprono vie e luoghi.
Il sentiero corre su rocce vulcaniche che scendono a picco; ci sono tratti in cui è meglio chiudere gli occhi: sarebbe una caduta spaventosa, e gli scogli sottostanti sembrano dinosauri in letargo.
Più in basso però il coraggio viene premiato: una spiaggia nascosta, acqua chiarissima e non lontano dalla riva roccioni piatti e levigati che sembrano zattere su cui sdraiarsi a prendere il sole.
L’incontro di Capote con la signora Mussolini
Truman Capote non è l’unico ospite illustre di Ischia. Sull’isola incontra la famiglia di Mussolini e annota la vicenda.
La vedova del dittatore morto e tre dei suoi figli vivono qui in una specie di tranquillo esilio volontario, immagino.
La signora Mussolini veste di nero come le donne di Ischia. Come loro se ne va in giro con la borsa della spesa.
Il suo viso non ha quasi espressione, ma una volta l’ho vista sorridere. Passava per il paese un uomo con un pappagallo che pescava pianeti della fortuna da un vaso di vetro, e la signora Mussolini, fermatasi a consultarlo, lesse il proprio futuro, mentre sulle labbra le si disegnava un sorriso appena accennato, leonardesco.
Poi la stagione cambia. Le serate si allungano e il caldo aumenta. Si fa estate.
Gioconda dice che è stata la più lunga primavera che lei ricordi: la più lunga e la più bella.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: In vacanza ad Ischia con Truman Capote: “Un posto strano e stranamente incantato”
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