Catalogo della mostra in mano (Skira 2022, 208 pagine, 142 a colori, 35 euro, con saggi a cura di Maria Teresa Benedetti, Marco Di Capua, Mariella Guzzoni e Francesca Villanti), emozionati ci addentriamo in un percorso espositivo, che attraverso un prestito del tutto eccezionale di ben 50 opere (40 di Vincent van Gogh, tra dipinti e disegni), tutte provenienti dal Museo Kröller Müller di Otterlo, che custodisce uno dei più grandi patrimoni delle opere di Van Gogh e tante testimonianze biografiche, ne ricostruisce la vicenda umana e artistica, per celebrarne la grandezza universale.
Viene spontaneo domandarsi: “Dove sono? Mi trovo alla mostra più attesa e più bella dell’anno, anzi, del secolo, dedicata all’artista più famoso e amato del mondo!”.
Un giornalista al cellulare traduce in parole il nostro pensiero. Stiamo vivendo una giornata particolare, nel cuore di Roma, a Palazzo Bonaparte, a Piazza Venezia dove è in corso la preview della mostra dedicata a un genio assoluto: Vincent Van Gogh. Capolavori dal Kroller-Muller Museum (8 ottobre 2022 – 26 marzo 2023). Un percorso espositivo dal filo conduttore cronologico e che fa riferimento ai periodi e ai luoghi dove il pittore visse: da quello olandese, al soggiorno parigino, a quello ad Arles, fino a St. Remy e Auvers-Sur-Oise, dove mise fine alla sua tormentata esistenza. Sono esposti alcuni capolavori della collezione Kroller-Muller, tra cui Portrait of a young woman (The Madrilenian) di Picasso, In the café di August Renoir e Atiti di Paul Gauguin.
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Alla vigilia dei 170 anni dalla sua nascita l’esposizione racconta la storia dell’artista più conosciuto al mondo.
Nato a Zundert in Olanda il 30 marzo 1853, Vincent Van Gogh fu un artista dalla forte sensibilità e dalla vita tormentata.
Mentre ammiriamo i dipinti ricordiamo i suoi attacchi di follia; tornano in mente Brama di vivere (Lust for Life) film del 1956 diretto da Vincente Minnelli protagonista un bravissimo Kirk Douglas, i lunghi ricoveri nell’ospedale psichiatrico di Saint-Paul in Provenza, l’episodio dell’orecchio mozzato, così come l’epilogo della vita di Vincent, che termina il 29 luglio 1890, a soli trentasette anni, con un suicidio: un colpo di pistola al petto nei campi di Auvers-sur-Oise.
Nonostante una vita impregnata di tragedia, Van Gogh dipinse una serie sconvolgente di capolavori, accompagnandoli da scritti immortali (le famose Lettere al fratello Theo), inventando uno stile unico, che lo ha reso il pittore più celebre della storia dell’arte.
Spero di poter lavorare di nuovo regolarmente questa settimana. Sento di dover lavorare di gran lena per rifarmi di aver iniziato tanto tardi: quel che mi tormenta è il sentirmi indietro a causa della mia età.
(Lettera a Theo, L’Aia, 11 febbraio 1883).
Questa frase, presente in un pannello della mostra, è la testimonianza della brama di vivere e di lavorare dell’artista, che cercò di dare un senso alla propria vita dipingendo. Due sono i dipinti, che catturano la nostra attenzione.
Il primo è l’olio su cartone Autoritratto (1887) a fondo azzurro con tocchi verdi, dove l’immagine dell’artista si staglia di tre quarti, lo sguardo penetrante rivolto allo spettatore mostra un’insolita fierezza. Ci sediamo su un accogliente pouf sistemato strategicamente di fronte al quadro, bersagliato di scatti, cercando di cogliere l’anima di chi lo dipinse più di un secolo fa.
L’altro dipinto, sempre collocato solo per evidenziare la sua forza espressiva, è il quadro Vecchio disperato (Alle porte dell’eternità) (1890) immagine di una disperazione fatale. Attraggono poi Il Seminatore realizzato ad Arles nel giugno 1888, Contadina che spigola (1885), Pini al tramonto (1889), Campo di grano sotto cielo nuvolo (1889), Donne che trasportano sacchi di carbone sulla neve (1882), Natura morta con un piatto di cipolle (1889), L’amante (ritratto del sottotenente Milliet) (1888).
Esercito un mestiere che è sporco e difficile: la pittura e se non fossi come sono, non dipingerei; ma essendo come sono, lavoro spesso con piacere e posso visualizzare la vaga possibilità di fare un giorno dipinti con un po’ di giovinezza e freschezza, anche se la mia stessa giovinezza è una delle cose che ho perso.
(Lettera a Willemien, Parigi, fine ottobre 1887)
Uscendo da Palazzo Bonaparte, enclave di cultura e bellezza, un tempo proprietà di Maria Letizia Ramolino, Madame Mère, in quanto madre dell’Imperatore dei Francesi Napoleone Bonaparte, che vi dimorò fino alla morte avvenuta nel 1836, ci immettiamo nella “pazza folla” del centro di Roma, composta da frotte di turisti, da impiegati felici che approfittano della pausa pranzo e da politici, politicanti e portaborse chi ansioso e chi deluso dell’imminente cambio della guardia nel vicino Palazzo Chigi, sede del Governo italiano.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Van Gogh: capolavori dal Kröller-Müller Museum, il catalogo della mostra a Roma
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