10 itinerari alla scoperta degli Etruschi
- Autore: Mario Ghirardi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
Che fascino l’antica e misteriosa civiltà etrusca e che bellezza l’Italia centrale, dove gli etruschi hanno sviluppato una civiltà straordinaria, lasciando segni della loro presenza, cultura, tradizione, storia, architettura, culto dei defunti. Ci accompagna in in un viaggio ideale, soprattutto in Toscana, esteso a Vulci e alle zone laziali circostanti, la guida 10 itinerari alla scoperta degli Etruschi, della collana “Borghi e territori”, edita nel 2021 dalle Edizioni del Capricorno, a cura di Mario Ghirardi (160 pagine).
Gli itinerari sono numerati, per un percorso da Nord a Sud che nel guidare la visita, tanto reale che virtuale, tiene conto per quanto possibile delle distanze tra le varie tappe, rispettando allo stesso tempo l’antica divisione territoriale nel territorio tiberino.
Cinque i percorsi nell’Etruria settentrionale (area fiorentina, pisana, livornese, grossetana e senese). Il primo guida tra i tesori del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, in piazza San Marco, ad ammirare tra l’altro la mitica Chimera. Il secondo parte dalle foreste casentinesi, raggiunge Fiesole e le tombe di Quinto Fiorentino, si sposta nella città ortogonale di Gonfienti, per giungere fino al suggestivo Parco di Carmignano. Oggetto del terzo sono i musei tra le attuali province di Pisa e di Livorno, un percorso a triangolo che comprende le meraviglie di Volterra: la porta dell’Arco e l’Ombra della sera, l’enigmatico bronzetto filiforme esposto nel Museo Guarnacci. Il quarto consente di ammirare i giganteschi tumuli di Populonia e Vetulonia, le mura ciclopiche di Roselle, le vestigia di grandiose costruzioni e città tra le Colline Metallifere e il Grossetano. Il quinto, nel senese, apre le porte di sette musei che raccolgono sarcofagi, urne cinerarie e reperti delle necropoli rinvenute nell’antico insediamento etrusco.
Dalla Tiberina si entra nell’Etruria aretina, verso la montagna del lago degli Idoli e la settecentesca Accademia di Cortona, con il sorprendente lampadario, la lunga epigrafe e il grandioso scalone. Nel territorio chiusino, le attenzioni toccano a Sarteano, Chianciano e alla stessa Chiusi, legate nel nome del re Porsenna. Attraggono in questo percorso i labirintici cunicoli sotterranei, la scimmia che compare negli affreschi e la più grande raccolta di canopi, i vasi con sembianze umane.
L’Etruria meridionale è Vulci, nella Maremma laziale, con l’enorme necropoli della più potente tra le città etrusche. Dall’ambiente maremmano incontaminato si passa allo scenario inaspettato delle gole dominate dal castello e dal ponte, fino ai meandri della tomba François.
Il penultimo itinerario tocca il promontorio del monte Argentario, le rovine di Cosa, il suggestivo frontone del tempio di Talamone e l’Ager Caletranus, disseminato di necropoli.
Ultima tappa nell’inconfondibile paesaggio arcaico di Sovrana: tombe scavate nel tufo simili a tempi, raggiungibili attraverso profondi tunnel scavati a cielo aperto.
Dovunque: musei, collezioni grandi e piccole, pubbliche e private, necropoli, resti di mura e di porte, tempi, strade, ceramiche, vasi, gioielli, ori, bronzi, avori. Sono i testimoni fedeli di otto secoli di storia, dall’IX al I secolo a.C., vissuti accanto, contro, sotto il potere di Roma, che ha fortemente influenzato il mondo etrusco, fino ad assorbirlo nella cultura e nelle tradizioni di un nuovo popolo capace di dominare progressivamente il mondo conosciuto.
La guida offre tutte le informazioni per la visita, con le cartine delle principali aree archeologiche e un ricco apparato fotografico a colori.
Quanto alle origini del popolo etrusco, tuttora non sono state accertate, come ricorda il curatore. Alcuni storici sostengono una provenienza dall’Europa, altri dall’Asia minore, gran parte li vede una popolazione autoctona, identificandoli con i Villanoviani, antichi progenitori dell’età del ferro. Si può pensare a una commistione tra popoli d’oltralpe, elementi locali e viaggiatori da Oriente: mercanti, sacerdoti e coloni. In ogni caso, gli Etruschi sono stati l’unico popolo europeo, con i Greci e prima dei Romani, a raggiungere un alto grado di civiltà quanto quello sviluppato da Babilonesi e Ittiti nel Medio Oriente.
Per noi sono Etruschi. Nella loro lingua il nome suona Rasenna. I greci li chiamavano Tyrrenoi. Per i Romani erano i Tusci, denominazione che deriva dalla Tuscia, la regione identificabile grosso modo con l’attuale Toscana, ma abitavano anche la parte della pianura padana che da Mantova si affaccia sul mare Adriatico ed erano stanziati sull’isola d’Elba, nella costa orientale della Corsica, nell’Alto Lazio, in Campania, tra i fiumi Volturno (Capua) e Sele.
Sotto l’aspetto politico-sociale è caratteristica la Dodecapoli, federazione di dodici città-stato, con a capo il lucumone, costituita nell’VIII secolo a.C.: Arezzo, Volterra, Chiusi, Roselle, Vetulonia, Cortona, Vulci, Populonia, Veio, Cere, Tarquinia, Perugia.
Non comportava l’unificazione di governo o economica e neppure un’alleanza in caso di guerra di qualcuna contro un nemico, perché l’unione fondava su interessi comuni e sulla religione. L’incontro annuale dei rappresentanti della nazione etrusca aveva luogo nel principale in un tempio, quello dedicato al dio Voltumna, un centro di culto condiviso nei pressi di Orvieto.
10 itinerari alla scoperta degli Etruschi
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