Il 2 luglio 2014 la grande scrittrice Wisława Szymborska avrebbe compiuto novantun anni essendo nata in questo giorno a Kornik in Polonia nel 1923; si è spenta invece, dopo mesi di malattia, il 1° febbraio del 2012 a Cracovia.
Proprio a Cracovia, trasferitasi, ancor bambina, con la famiglia, l’autrice di indimenticabili poesie ha compiuto gli studi nonostante le difficoltà di quel periodo a causa dell’occupazione tedesca. Dalla sua città la Szymborska si allontana, nella sua lunga vita, solo per brevi periodi. Partecipa, nel dopoguerra, alla vita culturale collaborando alla rivista "Walka" ("Lotta") e aderendo all’ideologia della PRL (Repubblica Popolare Polacca) nome ufficiale della sua nazione di origine dal 1952 al 1989, durante il governo del Partito Comunista, ufficialmente chiamato Partito Operaio Unificato Polacco. Pochi anni prima, a causa delle scarse possibilità economiche, l’autrice era stata costretta ad abbandonare gli studi presso l’Università Jagellonica.
Dopo una breve e sfortunata unione, sposa il poeta Kornel Filipowicz, che muore nel 1990. Molto presto inizia, sui giornali, a pubblicare poesie anche se incontra parecchie difficoltà perché alcuni scritti vengono rifiutati per motivi ideologici. Nonostante ciò la poetessa continua ad aderire al realismo socialista, ideologia del Paese, ed è membro del partito da cui si distacca nel 1960, cominciando ad instaurare contatti con dissidenti.
La sua prima raccolta di versi è del 1945, “Cerco la parola”, cui fanno seguito “Per questo viviamo” del ’52, “Domande rivolte a se stessa” del ’54, “Appello allo Yeti” del ’57, opera che le dà il successo letterario e che rappresenta un esempio di rinascita culturale polacca, “Sale” del ’62, “Cento giochi" del ’67, “Qualche incidente” del ’72; nel ’73 pubblica una raccolta in prosa “Letture non obbligatorie”, nel 1986 esce un’altra raccolta di poesie, Gente sul ponte.
Molte conosciute e apprezzate in Italia sono “La gioia di scrivere” citata anche da Roberto Saviano nella trasmissione di Fabio Fazio e “Basta così” opera pubblicata dopo la morte della poetessa che ha ricevuto molti premi e onorificenze: nel 1954 il Premio Letteratura Città di Cracovia, nel 1991 il Premio Goethe, nel 1995 Premio Herder e la Laurea ad honorem dell’Università di Poznan; nel 1996 è stata infine insignita del premio Nobel per la letteratura con questa motivazione:
“Per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d’umana realtà.”
Tra le ultime pubblicazioni ricordiamo inoltre “La prima frase è sempre la più difficile” (Terre di Mezzo, 2012) che si compone di due parti: la prima, dal titolo “Il poeta e il mondo” è il discorso tenuto in occasione del conferimento del Nobel per la Letteratura, la seconda “Creare una poesia universale nel pieno del caso politico”. Nel libro, l’autrice afferma:
“La forza dell’ispirazione è quella di ripetersi ogni giorno "non so", mantenendo intatto lo stupore per le cose.”
Ricordiamo infine “La vita a volte è sopportabile” costituito da un libro e un DVD che sono un ritratto ironico della scrittrice fatto dalla regista Katarzyna Kolenda-Zaleska che con la Szymborska ha stretto amicizia e l’ha accompagnata in alcuni viaggi in Europa, conoscendola in maniera più approfondita. La motivazione per questa pubblicazione sulla poetessa premio Nobel è
“I suoi versi coniugano leggerezza e profondità, gioco e filosofia, humour e tensione lirica. Lei non era diversa.”
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Wisława Szymborska: vita e opere della poetessa e saggista polacca
Lascia il tuo commento