Al Vittoriano a Roma fino al 16 giugno p.v. la Mostra dedicata alla figura di Niccolò Machiavelli e il suo tempo.
“... chi è cagione che uno diventi potente, ruina: perché quella potenza è causata da colui o con industria o con forza, e l’una e l’altra di queste dua è sospetta a chi è divenuto potente”.
Il Principe III.
L’opera politica e letteraria più celebrata e vilipesa, la più letta, la più tradotta e la più fraintesa degli ultimi cinquecento anni è oggetto di una documentata e interessante mostra al Salone Centrale del Complesso del Vittoriano a Roma. La rassegna Il Principe di Niccolò Machiavelli e il suo tempo. 1513-2013 promossa dall’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani e Aspen Institute Italia, nata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, è organizzata in occasione del cinquecentenario della composizione de Il Principe di Niccolò Machiavelli con il patrocinio e la collaborazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Roma Capitale e Camera di Commercio di Roma.
Per la realizzazione di quest’importante esposizione impreziosita da manoscritti, documenti, manufatti, opere d’arte, hanno contribuito numerosi musei di grande prestigio insieme a importanti istituzioni e collezioni private. Tra questi citiamo la Congregazione per la Dottrina della Fede della Città del Vaticano, la Casa del Machiavelli di Colmasino, l’Archivio di Stato di Firenze, la Biblioteca Medicea Laurenziana, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e i principali Musei del Polo Museale Fiorentino, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, il Museo di Capodimonte di Napoli, la Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II di Roma, la Galleria Borghese, la Galleria nazionale d’Arte Moderna, il Museo Centrale del Risorgimento e i Musei Capitolini di Roma.
La mostra – che si articola in sei sezioni (Machiavelli e il suo tempo, L’arte della Guerra, Il Principe, Machiavelli e i classici, Fortuna e diffusione de Il Principe e Machiavelli e il nostro tempo: usi e abusi) vuole ripercorrere la storia de Il Principe, la figura di Machiavelli (Firenze 3 maggio 1469-21 giugno 1527) e la fortuna che l’importante opera ha avuto nei secoli. Una serie di scrittori, di politici e di intellettuali dal XVI secolo ai giorni nostri, hanno visto, infatti, nello scritto di Machiavelli il loro punto di riferimento ideale, contribuendo alla sua straordinaria diffusione in tutto il mondo grazie a traduzioni e edizioni in più lingue. Lo scrittore, storico, politico, drammaturgo e filosofo fiorentino in una lettera datata 10 dicembre 1513 annunciava all’amico Francesco Vettori di aver composto “un opuscolo De principatibus”, un trattato di dottrina politica (inizialmente dedicato a Giuliano dei Medici, che si trovava a Roma presso il Papa, e in seguito indirizzato a Lorenzo, capitano generale dei fiorentini e duca di Urbino dal 1516) iniziato a scrivere mentre Machiavelli si era ritirato nel podere di Sant’Andrea in Percussina, nella villa detta l’Albergaccio confinato in seguito al ritorno nel 1512 a Firenze della casata Medici cui aveva seguito l’accusa di aver partecipato alla congiura antimedicea di Pier Paolo Boscoli.
“Coloro e’ quali solamente per fortuna diventano, di privati, principi, con poca fatica diventano, ma con assai si mantengono”.
Giuliano Amato, Presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, riferendosi a questa mostra ha sottolineato che
“da troppo tempo circolano su Machiavelli stereotipi distorsivi che ne vorrebbero fare il maestro non della virtù civica, ma del cinismo senza scrupoli. Ci auguriamo che il nostro lavoro contribuisca a rimuoverli”.
Quindi a Machiavelli
“si deve quella che è stata definita come la prima grande scoperta italiana della modernità: l’autonomia della politica, sulla scorta della distinzione tra l’‘essere’ e il ‘dover essere’, dalla morale e dalla religione”.
In un periodo storico nel quale il nostro Paese correva il rischio di vedersi definitivamente ridotto a “provincia non molto importante dell’Europa” la mente sottile e acuta del grande toscano vagheggiava in Cesare Borgia detto il Valentino quel “Principe ideale” del quale in 26 capitoli illustrava le caratteristiche principali. Tutte quelle qualità che il Principe deve possedere per conquistare e conservare uno stato, pervenendo a una visione della realtà estremamente realistica in cui l’azione del principe deve votarsi, con estremo rigore e con ogni energia, al raggiungimento del suo scopo senza dimenticare quella fondamentale capacità di essere “simulatore e gran dissimulatore”. A introdurre le opere librarie e pittoriche presenti nell’esposizione, è stata allestita una grande installazione multimediale realizzata grazie alla straordinaria partecipazione di Pierfrancesco Favino che legge per la mostra la lettera di Niccolò Machiavelli a Francesco Vettori sopra descritta. Non solo il genio di Niccolò ma anche il contesto storico nel quale visse e operò Machiavelli, ecco allora illustrati i principali avvenimenti e protagonisti del periodo: dalla Congiura dei Pazzi alla morte di Lorenzo il Magnifico, dalla figura di Girolamo Savonarola alle Repubblica fiorentina di Pier Soderini, fino ad arrivare alla restaurazione medicea. Durante l’arco della sua vita il fiorentino (Segretario della Seconda Cancelleria della Repubblica fiorentina dal 1498-1512), tipico esempio di uomo rinascimentale, conobbe e frequentò le maggiori personalità della sua epoca: predicatori e sovrani, imperatori e papi, politici e scrittori, uomini d’arme e soldati di ventura, principi e tiranni, avventurieri e dame e last but not least artisti e scienziati (Michelangelo e Leonardo da Vinci).
Lungo il percorso espositivo il visitatore può ammirare il Bando contro Niccolò Machiavelli del 19 febbraio 1513 proveniente dall’Archivio di Stato di Firenze, lo splendido Ritratto di Clemente VII di Sebastiano del Piombo del 1526 proveniente dal Museo di Capodimonte di Napoli, la prima edizione a stampa del volume Dell’arte della Guerra (scritta tra il 1516 e il 1520) del 1521, le successive edizioni del Cinquecento di questo libro e diverse armature storiche. Del celebre trattato Il Principe sono esposte le più importanti e prestigiose edizioni a stampa, a partire da uno dei diciannove codici manoscritti ancora esistenti al mondo e dalle prime copie a stampa del 1532 di Firenze e di Roma, pubblicate dopo la morte di Machiavelli. Vi è una sezione speciale dedicata al rapporto profondo e fruttifero che Machiavelli ha con i classici tanto importanti per la sua formazione. Esposta l’Introduzione del libro I dei Discorsi sulla prima decade di Tito Livio, Minuta autografa del Machiavelli, scritta su recto e verso del foglio su carta sciolta s.d. 1513 -1519, proveniente dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ed esposte anche sculture classiche provenienti dai Musei Capitolini. La minuta autografa dei Discorsi sulla prima decade di Tito Livio è uno dei diversi documenti autografi esposti in mostra come del resto le Historie fiorentine, manoscritto proveniente dalla Biblioteca Medicea Laurenziana.
Uno degli obiettivi di questa esposizione è di mostrare a studiosi e grande pubblico come Il Principe sia stato al centro di studi, scritti e analisi di grandi intellettuali in questi secoli. A questo scopo sono esposte alcune copie appartenute a famosi personaggi della cultura come, ad esempio, quella di Benedetto Croce, di Federico Chabod o interpretazioni come quella contenuta nei Quaderni dal Carcere di Antonio Gramsci del 1930-1933 provenienti dalla Fondazione Istituto Gramsci, Archivio Antonio Gramsci di Roma. Anche nella modernità tante personalità della cultura e della politica si sono interessate a Machiavelli: Mussolini, Gentile, Fanfani, Spadolini, Berlusconi. In mostra le copie di proprietà di questi personaggi o le loro testimonianze.
“... è comune difetto degli uomini non fare conto nella bonaccia della tempesta”. Il Principe XXIV.
Questa bella esposizione è la dimostrazione che il fascino del Principe, straordinaria riflessione sul potere e di chi la concepì resiste ancora a distanza di cinque secoli dal capolavoro machiavelliano.
“... a conoscere bene la natura de’ populi, bisogna essere principe, e, a conoscere bene quella de principi, conviene essere populare”. Il Principe (Dedica).
- Il Principe di Niccolò Machiavelli e il suo tempo 1513 - 2013
- Complesso del Vittoriano – Salone Centrale
- Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali)
- 25 aprile 2013 – 16 giugno 2013
- Orari: tutti i giorni 9.30 – 19,30 ingresso libero
- Tel. 06/6780664
- Catalogo: Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani
Immagine: Ritratto di Niccolò Machiavelli, Cristofano dell’Altissimo, 1552 - 1568, Olio su tavola, h60x45 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi, inv. 1890 n. 195
- Su concessione del Gabinetto Fotografico della SSPSAE e per il Polo Museale della Città di Firenze
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