Il 17 febbraio 2021 è venuto a mancare l’avvocato Ivone Cacciavillani, uno tra i grandi studiosi italiani di diritto amministrativo, ma anche un saggista che ha dato ai torchi numerosi libri e articoli sulla Repubblica di Venezia. Il giurista era inoltre tra i principali collaboratori della rivista padovana Storia Veneta sin dalla comparsa della testata, nel 2009.
Addio all’avvocato e saggista Ivone Cacciavillani
Nato a Vigonovo (Venezia) il 22 marzo 1932, Cacciavillani è stato docente di Diritto Pubblico all’Ateneo di Padova, aveva il suo studio a Stra e anche negli ultimi anni si era distinto per il suo incrollabile impegno a favore del diritto dei veneti all’autonomia regionale. Un sogno, quello autonomista, di cui egli non è riuscito a vedere l’agognato compimento.
Amava sinceramente la Serenissima e non lo nascondeva; dovendo esprimere un giudizio su Napoleone in un testo, egli – uomo di grande educazione – fu incontenibile:
“Nei miei libri, quando devo parlarne, uso sempre una I maiuscola puntata ed una nota in calce precisa che quella I. può significare Imperatore per gli ammiratori, Infame per molti altri”.
Personalmente credo che la morte di un autore sia il momento meno adatto per giudicare lucidamente la sua opera, inoltre la bibliografia di Cacciavillani è sterminata e non ho intenzione di scrivere una sua biografia, ma solo un brevissimo ricordo.
A Padova l’“avvocato veneto” lo conoscevano in tanti, era un uomo elegante e riservato, profondamente civile. Confrontandomi con conoscenti e amici nei giorni successivi alla sua morte, mi sono reso conto di aver avvertito – se così si può dire – la scomparsa dell’uomo, ancor prima di quella dello studioso. Quella del noto professionista forense era una figura che avevo sempre percepito come attiva e presente nella realtà quotidiana: lo si vedeva in televisione, i giornali documentavano i suoi sforzi in difesa dell’autonomia e nelle librerie comparivano spesso nuove monografie storiche che portavano la sua firma. Pare che lavorasse per ricordare a tutti che i veneti hanno alle spalle una cultura importante e che interessarsi al passato non è solo utile, ma anche incredibilmente divertente e appassionante.
Il ricordo dei veneti insigni che ci hanno lasciato
Mentre meditavo sulla commozione collettiva suscitata dalla notizia della scomparsa dell’illustre personaggio, mi è tornato in mente anche il narratore Mario Rigoni Stern (1921-2008): non era raro, infatti, che venisse intervistato da qualche telegiornale e per chi frequentava l’Altopiano dei Sette Comuni era pressoché una presenza familiare. Rimembro perfettamente il suo volto serio e onesto quando stava seduto tra i banchi del Duomo di Asiago, durante la messa di Natale. Leggere una testimonianza inedita dell’autore del Sergente nella neve (1951) o una sua nuova opinione (a prescindere dal fatto che si condividessero o meno le sue idee) era un fatto normale come era normale l’esistenza dei boschi e delle montagne a cui tanto era affezionato. Ma su questa terra ogni uomo è di passaggio e anche l’anziano asiaghese ha concluso la sua avventura...
E poi andrebbero citati anche tanti altri nomi...
Tra gli scrittori “recenti” che, in un modo o nell’altro, hanno cercato di raccontare la storia dei veneti, oggi tanti non ci sono più. Bruno Rosada, critico letterario e filologo, è morto nel 2011, nel 2016 abbiamo perso lo storico dell’arte Marcello Brusegan e il grande Alvise Zorzi. L’accademico Paolo Preto si è spento nel 2019.
Conoscevamo tutti questi uomini – diversissimi tra loro per ideali, stile e personalità – attraverso i loro scritti; essi riuscivano realmente ad attirare l’attenzione di un vasto pubblico di lettori e ad avvicinarli alla conoscenza della civiltà veneta, facendo vera divulgazione.
Ora è con loro anche l’avvocato Cacciavillani e il pensiero di molti veneti è sempre il medesimo: chi riuscirà a coinvolgere ancora la gente parlando della nostra tradizione?
Ci rassicura il fatto che ci sono ancora molti validi storici e romanzieri, certo, e i libri di coloro che non vivono più resteranno con noi per sempre. Tuttavia, intimamente, ciò che mi rattrista è che in questo momento non riesco a vedere nomi nuovi, ma spero di sbagliarmi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ivone Cacciavillani si unisce ai veneti insigni che ci hanno lasciato
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