La morte di Martin Walser, scrittore bavarese, ha colpito la Germania. Faceva parte del Gruppo 47, un gruppo di giovani scrittori tendenzialmente di sinistra che si è affermato nella Germania dell’Ovest del dopoguerra. Ne ha fatto parte insieme a Heinrich Böll, Günter Grass, Sigfried Lenz.
Martin Walser: uno scrittore controverso
Martin Walser è stato forse l’ultimo scrittore di cui dobbiamo ricordare un impegno giovanile nel partito nazista, ma anche un tentativo di fare conoscere com’era la Germania durante il nazismo e la guerra e che cosa davvero si sapeva. Nei primi decenni del dopoguerra, tuttavia, per convinzione o convenienza, lo scrittore aderì incondizionatamente al partito comunista e questo lo mise al riparo dalle critiche. La sua produzione era di carattere sociale, critico quindi nei confronti della società capitalista che fece rinascere dalle ceneri la Germania dell’Ovest con capitale provvisoria Bonn. Per la sua adesione al partito comunista le sue opere furono tradotte e fatte conoscere anche in Italia. Avendo alle spalle studi universitari di spessore, negli anni Ottanta trasformò la sua narrativa rivolgendola verso l’individuo.
Negli anni Novanta poi in Germania per lui e altri si scatenò la caccia alle streghe. Walser, parlando dell’Olocausto, affermò che la Germania aveva pagato, che le colpe dei genitori non possono ricadere sui figli e che non si poteva continuare ad adoperare questa colpa come una clava. I media non gli perdonarono la frase accusandolo di negazionismo. Si dovette scusare. Un destino simile toccò a Günter Grass che aveva tenuto nascosta un’adesione giovanile al nazismo. Martin Walser è stato avvicinato a Günter Grass e Heinrich Boll, perché insieme ad altri giovani scrittori faceva parte del famoso Gruppo 47.
Un’altra caccia alle streghe fu rivolta a Christa Wolf, autrice del celeberrimo Cassandra, scrittrice comunista della ex DDR, considerata dissidente in Germania dell’Ovest e messa sotto accusa quando si scoprì che per un paio di anni era stata informatrice della Stasi.
Martin Walser: le opere dello scrittore tedesco
Martin Walser ha continuato a scrivere e a pubblicare sino a poco tempo prima della sua dipartita. Si affermò con Dopo l’intervallo (Feltrinelli, 1964) e L’unicorno (Feltrinelli, 1969) che rappresentano spaccati di vita della Germania del miracolo economico.
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Ha però raggiunto la notorietà con Morte di un critico (2002, tradotto in italiano da Sugarco), opera controversa per la quale la critica lo aveva accusato di voler regolare i conti con Marcel Reich-Ranicki, considerato il padre della critica letteraria tedesca nel secondo Novecento.
Ranicki, oltre a essere stato il promotore del Gruppo 47, dagli ultimi anni del secolo scorso ha condotto una trasmissione molto seguita in cui stroncava o elogiava le varie opere che venivano pubblicate. Ranicki è un ebreo che si salvò per miracolo dal ghetto di Varsavia. Tuttavia con l’arrivo dell’Unione sovietica in Polonia preferì fuggire nella Germania occidentale. Ranicki pur grande critico - in Italia una delle sue opere è stata tradotta con la prefazione del germanista Ladislao Mittner - con la trasmissione televisiva deve essersi fatto dei nemici.
Walser ha sempre sostenuto che nella sua opera ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale. Ciononostante, il libro di Walser ha rappresentato il più grande scandalo letterario nella storia della Repubblica tedesca
I critici non hanno deposto le armi nemmeno per l’uscita, nel 2004, di un nuovo romanzo, Der Augenblick der Liebe, che tratta l’amore fra un uomo e una donna con una considerevole differenza di età, opera tradotta in italiano e di cui l’autore curò la presentazione a Genova nel 2005.
A una frase il settimanale Die Zeit ha inchiodato il raffinato autore. Eccola:
I sensi di colpa non servono a nulla, non impediscono nulla, né prima, né durante, né dopo il misfatto.
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Un romanzo pubblicato successivamente ha come protagonista un Goethe che non conosciamo. Un uomo che ama - edito da Sugarco in Italia nel 2009 - è un romanzo che narra la storia di un amore impossibile. Goethe, 73 anni, vedovo, ama Ulrike von Levetzow, di 19 anni. Si parlano e si scambiano baci, ma a scambiarsi baci sono in verità le loro anime:
Questo era il suo stato: Ulrike o nulla.
Ma l’età non perdona. L’uomo cade durante un ballo in costume e durante un tè un concorrente fa la corte alla sua Ulrike.
Le propone di sposarlo mentre lei prosegue il viaggio con la madre. Goethe, che un po’ spera e un po’ dispera compone sulla carrozza la Marienbader Elegie, la più bella delle sue poesie.
Di ritorno a Weimar, Ottilie, la nuora gelosa, non lo perde di vista un attimo. Protagonista è la capacità di Walser di sondare l’animo di Goethe la sua credibilità, con una passione linguistica capace di sondare gli abissi delle relazioni umane e di svelare questa verità su Goethe che ci è sempre stata nascosta.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: È morto Martin Walser, scrittore prolifico e controverso della Germania del dopoguerra
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