Dario Crapanzano è morto ieri a 81 anni. Si è spento nella sua Milano, la stessa città in cui aveva scelto di condurre il lettore, tra nebbia, osterie e vicoli, con un salto indietro nel tempo fino agli anni Cinquanta. In simbiosi con il capoluogo lombardo ancora segnato dai bombardamenti si muove anche (rigorosamente in tram) il suo Mario Arrigoni, commissario capo di Porta Venezia, nato nel 2011 e subito amato dal pubblico. L’ottava inchiesta del detective sarà in libreria dal 12 novembre per SEM, con il titolo Arrigoni e il delitto in redazione.
Crapanzano e il giallo milanese
Dario Crapanzano era laureato in legge, diplomato all’Accademia d’arte drammatica e aveva dedicato anni al lavoro in pubblicità. I suoi primi due libri, uno edito nel 1970 e un secondo nel 2005 erano ben distanti dal giallo, a cui era arrivato solo nel 2011, per non abbandonarlo più.
A segnare il suo ingresso nel mondo giallo e noir ambientato a Milano è stato Il giallo di via Tadino (Fratelli Frilli), che coincide con la nascita del commissario Arrigoni, le cui indagini si svilupperanno in sette altri romanzi — l’ultimo è in uscita a novembre per SEM.
Arrigoni e il delitto in redazione
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Ma la produzione di Crapanzano non si ferma alla serie con il detective di Porta Venezia: se atmosfera e ambientazione restano le stesse, cambiano i protagonisti. Così Fausto Lorenzi svela Il furto della divina commedia (Mondadori), mentre Margherita Grande, che per la prima volta compare ne La squillo (SEM), è pronta a risolvere Il delitto di Lambrate (SEM).
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Addio al giallista milanese Dario Crapanzano
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