Mario Lavagetto è morto lo scorso 29 novembre a Parma, sua città natale. Il critico letterario e accademico italiano, tra i più importanti esegeti della letteratura italiana del secondo Novecento, si è spento a 81 anni dopo una lunga malattia.
Allievo di Giacomo Debenedetti, docente all’Università di Roma "la Sapienza", Lavagetto aveva iniziato la sua carriera come insegnante di liceo e successivamente docente universitario, prima a Sassari e poi a Bologna, dove dal 1984 occupava la cattedra di Teoria della Letteratura.
I suoi studi applicavano la teoria psicanalitica alla critica letteraria; in particolare, Lavagetto si è concentrato nel corso degli anni su Saba, Svevo (di cui ha curato l’opera omnia per i Meridiani Mondadori), Proust e Calvino, ma anche Boccaccio, Stendhal (sua è la traduzione Garzanti del 1968 de Il rosso e il nero), de Balzac, Verdi e Boito sono tra gli autori più indagati nelle sue ricerche.
I saggi di Mario Lavagetto
La sua attenzione a un’interpretazione freudiana della letteratura ha affascinato colleghi e studenti nel corso degli anni. Tra i suoi saggi più famosi, ricordiamo:
- La gallina di Saba (Einaudi)
- L’impiegato Schmitz e altri saggi su Svevo (Einaudi)
- Freud, la letteratura e altro (Einaudi)
- La macchina dell’errore. Storia di una lettura (Einaudi)
- Quel Marcel! Frammenti dalla biografia di Proust (Einaudi, vincitore del Premio Viareggio).
Il suo ultimo libro era stato pubblicato l’anno scorso, sempre per Einaudi, ed era dedicato a Giovanni Boccaccio: Oltre le usate leggi. Una lettura del Decameron.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Addio al critico letterario Mario Lavagetto
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