Quali sono gli aggettivi possessivi e a cosa servono? Come si usano? Scopriamoli oggi insieme e approfondendo meglio l’argomento anche grazie ad alcune frasi di esempio.
Nella grammatica italiana gli aggettivi possessivi sono degli aggettivi particolari che si usano, come suggerisce il nome, per indicare il possesso di qualcosa e per darci informazioni sia sul possessore che sull’oggetto posseduto. Grazie agli aggettivi possessivi possiamo indicare, in una frase, l’appartenenza di una cosa, un animale o una persona ad uno o più proprietari. Solitamente gli aggettivi possessivi si collocano prima del nome a cui si riferiscono e sono preceduti dall’ articolo.
In italiano gli aggettivi possessivi sono sei, tanti quanti il numero delle persone a cui qualcosa può appartenere. Sono i seguenti:
-* mio, mia, miei, mie
- tuo, tua, tuoi, tue
- suo, sua, suoi, sue
- nostro, nostra, nostri, nostre
- vostro, vostra, vostri, vostre
- loro
Gli aggettivi possessivi variano per genere e per numero: concordano infatti con il nome che accompagnano.
Fa eccezione l’aggettivo possessivo di terza persona plurale, loro, che resta invariato nel genere e nel numero. Vuol dire che non cambia mai a seconda che si riferisca a un soggetto singolare, plurale, maschile o femminile.
Per tutti gli altri, se analizziamo la radice, capiamo chi è il possessore, cioè la persona a cui appartengono gli elementi a cui si riferiscono; se analizziamo la desinenza, che si accorda in genere e numero con un sostantivo, capiamo cos’è l’elemento posseduto.
Aggettivi possessivi come si usano
Per quanto riguarda gli aggettivi possessivi di terza persona si usa suo, sua, suoi, sue quando il possessore è uno solo, mentre per possessori multipli useremo loro, ovvero l’aggettivo possessivo di terza persona plurale.
Ecco alcuni esempi:
- Carla dice che questa è la sua bici. (La bicicletta è di Carla)
- Matteo e Luca devono portare i loro cani dal veterinario. (I possessori dei cani sono Matteo e Luca, due soggetti diversi).
- Sua mamma sta male, non verrà alla festa. (La mamma del diretto interessato o della diretta interessata, non ne conosciamo identità e genere, è malata e sarà assente.)
Il possessivo svolge la funzione di pronome quando sostituisce il nome dell’oggetto posseduto.
Un esempio?
- Mia sorella è più alta della tua.
In questa frase mia è un aggettivo possessivo, perché precede il nome a cui si riferisce. Tua invece è un pronome perché sostituisce il nome stesso (sorella).
Proprio e altrui
In alcuni casi l’aggettivo proprio sostituisce l’aggettivo suo-a/loro per evitare significati ambigui. Questo può succedere se il soggetto della frase e quindi il nome del possessore è un nome proprio; se il soggetto è indefinito; se il verbo è impersonale.
Per esempio:
- Martina ha effettuato l’accesso dal proprio account (se scrivessimo un generico "suo" senza contesto di riferimento ci si potrebbe chiedere "suo di chi?")
- Ognuno ha le proprie idee.
- A farsi gli affari propri si campa cent’anni.
L’aggettivo altrui invece vuol dire “di altri/e” ed è un aggettivo indefinito e invariabile che si usa dopo il nome, come nell’esempio:
- Sii rispettoso delle opinioni altrui.
Tutto chiaro? Quali sono i vostri dubbi o le vostre difficoltà con gli aggettivi possessivi? Vi aspettiamo nei commenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Aggettivi possessivi: quali sono e frasi di esempio
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