

Albione la perfida, ieri e oggi. Istruzioni per l’uso contemporaneo
- Autore: Lorenzo Ferrara
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Cos’hanno in comune Boudicca, la regina degli Iceni ostile all’Impero di Roma nel I secolo, e King Charles, terzo del suo nome, sovrano d’Inghilterra dal 2023? Innanzitutto, la grande isola britannica al di là della Manica e anche l’essere citati in un sapido volumetto, irriverente nei confronti della loro terra e delle genti che l’hanno popolata. Vi figurano l’una e l’altro nei primi e tra gli ultimi capitoletti di Albione la perfida, ieri e oggi. Istruzioni per l’uso contemporaneo di Lorenzo Ferrara, nella collana Interventi, di cui è il novantottesimo volume, delle Edizioni chietine Solfanelli (aprile 2024, 184 pagine).
Va detto che re Carlo appare, in queste pagine, nella versione di sé malinconicamente sorridente e quasi sempre spaesata, che mostra nelle uscite pubbliche. È di tutt’altra pasta rispetto alla terribile Boudicca, al leggendario Artù e a tanti che l’hanno preceduto sul trono di Londra, non parliamo di quell’irascibile e rissoso Enrico VIII e della granitica figlia Elisabetta.
Nel paragone storico che vede soccombere l’attuale Windsor in carica, l’autore è piuttosto impietoso, per quanto tradisca una certa simpatia per l’attuale regnante paladino dell’ambiente, che stenta a riconoscere come capro espiatorio ereditario di responsabilità delle trapassate Loro Maestà Britanniche. Come ricorda Ferrara, tempo fa qualcuno ha avanzato richieste di scuse e risarcimenti per i tanti africani finiti in pasto agli squali nell’odiosa tratta oceanica degli schiavi, e Carlo ha risposto avviando prontamente un’indagine in proposito. Lorenzo non perde occasione per un tocco di sarcasmo. È un osservatore ironico, caustico, assistito da una prosa divertente, sempre sopra le righe.
Di origini emiliano-venete, ha viaggiato in Asia, Africa e nei Caraibi. Coniugato, con un figlio, ha vissuto dieci anni a Londra. Ama l’Italia, che considera luogo d’elezione, insieme a Bali. Autore “anomalo”, ha pubblicato racconti fantastici e non, romanzi e reportage sui suoi viaggi “iniziatici”. Ghost writer anche per noti editori, ha scritto per "Barbadillo" e "Il Borghese". Autori preferiti: Evola, Alighieri, San Francesco, Henry Miller, Eça de Queiroz. Rimpiange di non avere navigato a vela a sufficienza col figlio e si autoaccusa d’ignorare le lingue dei padri.
Nelle avvertenze per l’uso rivolte in appendice ai lettori, informa che il testo si basa, con l’eccezione di un solo capitolo di fantasia, su documenti d’archivio, dichiarazioni, brani di libri, siti internet, articoli di giornale, consultazioni di Wikipedia e riscontri diretti. Le informazioni sono riportate tali e quali; del resto si tratta di fatti la cui verità sembra assodata da tempo e “non suscettibile di interpretazione difforme”.
Dice di avere soggiornato sette anni a Londra, tra i Brits, che a suo parere devono avere qualche conto da regolare col sesso. Fa notare particolari, che francamente sfuggivano, sulle abitudini singolari degli affittacamere nel paese del tè alle 17. Taluno, in cambio dell’ospitalità si attende “carinerie e disponibilità”, ovviamente sessuali, visto che scende in campo il proverbiale pragmatismo inglese. Sesso per l’affitto? I padroni di casa offrono stanze in cambio di favori? Sì, secondo la stampa britannica. Negli annunci ricorrono offerte in cambio di “benefici” o “compagnia”. Altri vanno per le spicce, sono smaccati: sistemazione gratuita sulla base di un “accordo erotico”. L’ex segretario britannico alla giustizia era certo che tali proposte potessero violare la legge sui reati sessuali e un deputato laburista ha chiesto di perseguire i proprietari che offrissero alloggio in cambio di sesso. Ma non c’è stato un solo arresto, non una condanna, nessuno è finito in galera. Il florilegio va dall’offerta di camere o letti condivisi, in cambio di “intimità”, all’alloggio gratuito per donne attraenti. Certo, non mancano padroni che alla signora in cerca di sistemazione pongono come pregiudiziale il doversi piacere l’un l’altro: è bene che ci sia “chimica” tra loro.
Altri? Stanza libera, ma solo per chi ama girare nudo in casa: richieste foto e dettagli, se interessati. I Brits vanno sempre al sodo. Alloggio temporaneo gratuito per una signora simpatica, gentile e ordinata, in cambio di cucina, pulizia e compagnia. Anche: camera soltanto per ospite di sesso femminile, gratuita se disposta a fare le pulizie. Come unire l’utile al dilettevole. Un tale condividerebbe stanza e letto matrimoniale con donna di qualsiasi età. Niente di sessuale, “se non lo vogliamo entrambi”. È sempre diretto, ma vuoi mettere un po’ di cavalleria maschile! Che poi, i Brits non sono razzisti:
camera per senzatetto, affitto gratuito e cibo fornito. Qualsiasi razza è benvenuta.
A leggere più parti del volumetto, sembra sbiadire il detto “niente sesso siamo inglesi”, nato da una divertente commedia del 1971 ripresa da Garinei e Giovannini. Basta visitare la National Gallery londinese e ammirare i tanti dipinti di scuola italiana che riproducono sensuali Veneri parecchio desnude, satiri infoiati e ninfe in pose eroticissime di abbandono: devono essere certamente sfuggiti allo sguardo puritano e sessuofobico della regina Vittoria. Nell’occasione, Ferrara sollecita un encomio per i Britannici, perfetti nel trattare le loro opere d’arte (pochine) e godere delle nostre (una marea).
Cosa fanno gli Italiani a Londra? Lavorano. Pizzaioli, camerieri, bottegai, qualcuno è imprenditore. In genere si mimetizzano, non coltivano l’orgoglio identitario. Montanelli diceva che all’estero svaniscono, insuperabili nell’offrire servizi servili. Lorenzo ha verificato l’osservazione con amarezza. Gli Inglesi invece producono denaro, schiamazzano nei pub, dormono, divorziano, fanno gli affittacamere. Depressi, comprano fiori e lasciano le luci accese anche di giorno, poi scommettono sui cavalli. Soprattutto, fanno lavorare gli altri, che spesso vengono dai luoghi in cui l’Union Jack aveva piantato bandiera.

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