Due dei sintomi più comuni da infezione da COVID-19 sono sicuramente l’anosmia e l’ageusia. Ma cosa significano questi due termini?
Ormai tutti sappiamo in che modo si manifesta il COVID-19, l’influenza dovuta al nuovo coronavirus. Raffreddore, mal di gola, tosse e febbre o nei casi più seri polmonite e difficoltà respiratorie sono i sintomi con cui generalmente si presenta questa malattia.
L’attenzione verso l’anosmia e ageusia si accende soprattutto perché sono osservati in un alto numero di soggetti positivi al tampone in assenza di febbre, tosse o altri sintomi evidenti di COVID-19. Questi sintomi sono stati osservati molto più di frequente nelle donne rispetto agli uomini e nei soggetti più giovani (Fonte).
Cosa significa il termine anosmia?
Uno dei primi sintomi del COVID-19 è l’anosmia: questo termine deriva dal greco osmós che significa ‘odore’, preceduto dal prefisso privativo an- e indica la completa perdita dell’olfatto; dunque i pazienti che ne soffrono lamentano l’incapacità totale di percepire gli odori.
Secondo uno studio condotto presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Mi), su 200 pazienti affetti da Covid-19 il 42 per cento ha segnalato una perdita dell’olfatto. Se normalmente questo sintomo si associa a infezioni virali delle vie superiori, in caso di infezione da Covid-19 la perdita dell’olfatto può presentarsi anche senza il classico "naso chiuso".
L’anosmia differisce dalla disosmia in quanto quest’ultima provoca una disfunzione della capacità olfattiva senza però avere una perdita totale.
La maggior parte dei pazienti che presenta perdita totale dell’olfatto ha una normale percezione delle sostanze salate, dolci, aspre e amare ma non riesce a distinguere bene gli aromi, proprio perché in gran parte si basa sull’olfatto. Pertanto, spesso lamentano perdita del senso del gusto e di non riuscire ad apprezzare i cibi. La perdita del gusto è quindi una naturale conseguenza di quella dell’olfatto.
Molto probabilmente questo sintomo si verifica nei pazienti affetti da coronavirus poiché esso provoca un’infiammazione e un rigonfiamento del tessuto della fessura olfattiva, zona del naso preposta al senso dell’olfatto (Fonte).
Significato del termine ageusia
Il termine ageusia deriva dal greco geûsis che significa ‘gusto’, anche qui preceduto dalla a- privativa e indica la perdita della sensibilità gustativa. I pazienti che ne sono affetti non riescono più a percepire alcun tipo di sapore. Molto spesso l’ageusia è una diretta conseguenza dell’anosmia: non riuscendo più a percepire gli odori, non si è più in grado di distinguere i vari aromi a livello gustativo.
Quando i pazienti tornano a sentire odori e sapori?
Secondo uno studio condotto su 202 persone risultate positive al tampone analizzato presso l’ospedale di Treviso, a 4 settimane di distanza l’89% segnalava il ripristino delle funzioni olfattive e gustative (Fonte). Nei pazienti in cui è avvenuto un danno ai neuroni olfattivi, il recupero può essere ancora più lento e anticipato da una fase intermedia di parosmia, in cui gli odori vengono percepiti ma in maniera distorta.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Anosmia e ageusia: sintomi comuni da infezione da COVID-19. Cosa significano?
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