A quindici anni dal terribile terremoto che l’aveva devastata, L’Aquila risorge all’insegna della cultura. Il capoluogo abruzzese è la Capitale italiana della Cultura 2026, ne ha dato l’annuncio stamattina il ministro Gennaro Sangiuliano durante la cerimonia tenutasi oggi a Roma presso Palazzo Spadolini.
L’Aquila si classifica al primo posto tra le dieci città finaliste, tra le quali ricordiamo Gaeta, Latina, Maratea, Rimini e Treviso.
La giuria, presieduta da Davide Maria Desario, ha premiato L’Aquila per il progetto presentato che propone una valorizzazione del territorio e del patrimonio artistico e culturale attraverso l’interazione tra pubblico e privato e il coinvolgimento del sistema museale e bibliotecario. La cultura come cemento dell’identità e come collante di una comunità; il riferimento alla ricostruzione non è mancato neppure nel discorso di ringraziamento del sindaco del capoluogo abruzzese Pierluigi Biondi:
Essere capitale italiana della cultura non è un risarcimento, ma rappresenta un elemento attorno a cui ricostruire il tessuto sociale della nostra comunità.
La tragedia del terremoto dell’aprile 2009 è ancora viva nella memoria dei cittadini , ha segnato profondamente l’Italia intera e il territorio abruzzese ne reca ancora le cicatrici.
Il ministro Sangiuliano nel corso della cerimonia non ha mancato di ricordare la lunga tradizione storica dell’Aquila, il patrimonio artistico abruzzese e i suoi cittadini illustri, tra i quali è stato omaggiato Benedetto Croce, nato a Pescasseroli nel 1866.
Una nota di merito è stata data anche alle altre città finaliste, tutte a giudizio del ministro, meritevoli di un riconoscimento.
Scopriamo più nel dettaglio il progetto presentato da L’Aquila come Capitale della cultura 2026.
L’Aquila Capitale della Cultura 2026: il progetto
Il progetto presentato da L’Aquila si intitola L’Aquila città multiverso e si sviluppa in particolare su 5 punti cardine: multiculturalità, multiriproducibilità, multidisciplinarietà, multinaturalità e multitemporalità. Insomma, un progetto in cui la parola “multiplo” è una costante, proprio come la parola “rigenerazione”.
La rigenerazione dell’Aquila attraverso la cultura passa attraverso la combinazione di energie orientate all’insegna del riscatto. Il programma mostra come il capoluogo abruzzese sia pronto a risorgere e a ri-nascere dalla rivisitazione fisica dei luoghi e degli spazi sino all’astrazione della dimensione culturale. Il progetto de “L’Aquila città multiverso” si muove tra rigenerazione urbana e creatività artistica con un programma ricco di iniziative ed eventi che mirano a valorizzare la complessità artistica e la ricchezza ambientale che caratterizza la città e i suoi dintorni.
L’intento è quello di mostrare come L’Aquila sia una città forte nella propria identità e, al contempo, aperta alla contaminazione con il mondo. Città multiverso significa proprio questo: città complessa nella quale convivono dimensioni parallele, aperte anche a possibilità inesplorate di creazione artistica.
Per l’Aquila è iniziata una fase di rinascita e di ricostruzione, ormai è tempo che il terremoto non sia più l’ultimo evento memorabile della sua storia. Il capoluogo abruzzese si era già classificato tra le città finaliste per la nomina della Capitale italiana della cultura nel 2022, poi sorpassata da Procida: ora, a quindici anni dal sisma dell’aprile 2009, è giunto anche per i cittadini di Abruzzo il tempo di riscrivere la trama della loro storia. In questa vittoria c’è tutta la forza di una città che non si è mai arresa alla propria tragedia.
L’Aquila Capitale della Cultura 2026: curiosità e storia
Magica e mistica l’Aquila è una città che conserva una storia antica. Fu fondata nel 1254, dieci anni dopo fu ricostituita come libero comune da Carlo I D’Angiò.
Secondo la leggenda, l’Aquila fu fondata da 99 castelli, ognuno dei quali costruì in città una chiesa, una piazza e una fontana. A ricordo della fondazione, la campana della torre civica batte ancora oggi 99 rintocchi e il primo grande monumento della città, la fontana delle 99 cannelle, celebra i castelli. Il 99 è un numero ricorrente nell’urbanistica della città, una sorta di talismano che custodisce il passato. Ancora oggi uno dei simboli del capoluogo abruzzese, oltre alla splendida Piazza del Mercato, è la Fontana delle 99 Cannelle: leggenda narra che i cavalieri fossero chiamati a purificarsi l’anima in questa fontana prima di poter accedere alla Basilica del Collemaggio. Costoro erano sottoposti a una tradizione curiosa: poiché erano considerati “impuri” dovevano trascorrere tutta la notte dinnanzi alla fontana ascoltando il gorgoglio dell’acqua; per purificarsi dovevano scoprire da quale cannella fuoriuscisse un suono speciale e, in seguito, bere direttamente da quella cannella.
Questa è solo una delle tante suggestioni custodite dalla città, un autentico patrimonio di storie. Uno dei momenti storico-artistici più curiosi de L’Aquila è la Basilica di Collemaggio , in stile gotico-romanico, che presenta un peculiare rosone che raffigura il simbolo dell’eternità: si racconta che quando i primi raggi del sole filtrano attraverso le vetrate si componga nelle trame di luce l’immagine della Vergine Maria. La Basilica vanta anche il primato della prima Porta Santa e custodisce le spoglie di un Papa. Si narra che l’aura magica e quasi mistica che circonda la Basilica sia dovuta al fatto che la città dell’Aquila abbia la stessa planimetria della città santa di Gerusalemme. Il mistero e la simbologia - numero 99 su tutto - che contraddistinguono il capoluogo abruzzese sono particolarmente palpabili in questo luogo, dove il silenzio sembra regnare sovrano.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’Aquila è la Capitale italiana della Cultura 2026: storia, obiettivi e curiosità
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