Sir Arthur Conan Doyle è un maestro del mistero. Di segreti e incredibili coincidenze sono intrisi i suoi libri come la vita che ha condotto. Medico, fervente seguace del pensiero razionale così ben applicato nelle indagini del suo celebre investigatore, eppure capace di subire il fascino dell’occultismo e dei fenomeni paranormali, è una personalità complessa. Degna di un romanzo. Il 22 maggio si è celebrato l’anniversario della sua nascita. Ripercorriamo in questo articolo il legame dello scrittore con Cremona.
Il violino di Sherlock Holmes
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Tra curiosità e aneddoti, non è un mistero il legame di Arthur Conan Doyle con la città di Cremona, tra musica e storia. Già, perché Sherlock Holmes suona il violino, seppure con alterna fortuna. Ma non si tratta di uno strumento qualsiasi: è uno Stradivari, che Holmes acquista d’occasione, come racconterà al fedele Watson, nella pausa di una delle indagini (L’avventura della scatola di cartone pubblicata nel 1893 e inserita poi nella raccolta L’ultimo saluto di Sherlock Holmes del 1917, in libreria, tra gli altri, nella pubblicazione di Newton Compton Editori, 2018). Lo scova in una bottega di Tottenham Court pagandolo 55 scellini, per poi scoprire che vale almeno 500 ghinee. Una fortuna giustificata: lo strumento porta la firma di uno dei liutai più celebri della storia, tal Antonio Stradivari di Cremona, appunto. Nessun dubbio in merito: l’investigatore, come il suo autore, è un vero esperto dell’arte della liuteria. Probabile, quindi, che abbia escluso subito la possibilità di essere in possesso di un rifacimento o di una copia tarda dei tanto ricercati originali. E, considerato il suo rigore professionale e la vivace curiosità, è verosimile che abbia voluto sincerarsi della provenienza lecita del suo tesoro.
La pianista Vera Mazzotta sulle tracce di Sherlock Holmes
Così c’è chi, secoli dopo, ha immaginato per Sherlock Holmes un’indagine inedita, condotta sul filo sottile tra realtà e immaginazione. Un’intensa ricerca sul passato del prezioso strumento. È la pianista e docente di pianoforte Vera Mazzotta che di Holmes è una vera esperta: socia della John H Watson Society e dell’Associazione Uno Studio in Holmes non è nuova ad approfondimenti o variazioni sul tema. Per Delos Digital ha pubblicato, ad esempio, Wilma Neruda. La violinista che conobbe Sherlock Holmes (2020) e Sherlock Holmes: aneddoti sulla vita di Niccolò Paganini (2022).
Così in un articolo comparso sul numero 38 della rivista The Strand Magazine nel 2019 continua il grande gioco di Conan Doyle, provando a ricostruire la storia dello strumento.
Serve una premessa: per accompagnarla in questo viaggio tra collezionisti e celebri strumenti di incommensurabile valore e timbro inconfondibile, bisogna sospendere la finzione letteraria. Credere, cioè, che l’investigatore sia esistito veramente. E che davvero abbia varcato la soglia di una bottega antiquaria della Londra ottocentesca, aggiudicandosi e custodendo per tutta la vita un pezzo unico. Superato questo scoglio, che per un lettore abituale non dovrebbe costituire un problema, resta un’incredibile e accurata ricerca storica che produce l’esame di centinaia di Stradivari e rende l’idea del complesso viaggio compiuto dalle creazioni della bottega cremonese. Vera Mazzotta percorre collezioni, esamina registri. Confronta testimonianze, date, acquisizioni. Fino a trovare il violino perfetto. Quello che si colloca nel periodo giusto e presenta un buco di attribuzione tale da renderlo credibile come proprietà del famoso investigatore. Appartiene al violinista e impresario Peter Salomon: colui che, per intenderci, portò a Londra il compositore Haydin in un momento in cui l’Inghilterra era povera di musicisti e talenti propri.
Tra i diversi Stradivari in suo possesso, ce n’è uno appartenuto al violinista francese Francois La Motte: Salomon lo lascia in eredità al collezionista e mecenate Sir Patrick Blake. Segue un’asta nel 1819: lo strumento è tra quelli in vendita. Qui le notizie si fanno confuse, abbastanza da immaginare che il violino in questione, passato di mano più volte, sottoposto alle cure e al restauro di un famoso liutaio londinese, sia stato successivamente considerato una copia e possa quindi essere arrivato in una bottega di pegni. Esattamente dove lo trova Holmes. Che poi, intrigato dal mistero, affina le sue conoscenze sulla tecnica di costruzione e sui dettagli che identificano le opere dei leggendari maestri cremonesi: dalla scelta del legno alle proporzioni, dalla lavorazione alle vernici.
Il poema di Sir Conan Doyle dedicato alla battaglia di Cremona
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Il legame tra Conan Doyle e la città di Cremona non si esaurisce qui e comprende anche una vicenda storica. Una battaglia, in questo caso, che richiede un salto indietro nel tempo fino al 1 febbraio 1702. Siamo nel pieno della guerra di successione spagnola. A Cremona si affrontano Austria e Francia e la città diventa punto di conquista tra gli schieramenti. La vittoria sembra decisa a favore degli Asburgo, ma la storia, si sa, riserva sorprese. Quella di Cremona si deve a un contingente di soldati irlandesi che, al servizio della Francia, capovolgono le sorti della battaglia portando lo scontro tra i vicoli e le strette strade del centro e costringendo gli austriaci a ripiegare. Sir Doyle ricorda il combattimento componendo il poema Cremona, inserito nella raccolta Songs of Action (pubblicata per la prima volta nel 1898 da Smith, Elder & Co), per celebrare una vittoria insperata e un gesto di coraggio che segna un legame duraturo tra due paesi: l’Irlanda e l’Italia. Per chi volesse leggerlo, il testo è disponibile qui.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Arthur Conan Doyle e il legame con Cremona, tra Stradivari e battaglie epocali
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