Piemme nella sua collana “Romanzi storici” pubblica Bastarde di Francia. La figlia del Cardinale (2021, pp. 688) di Alessandra Giovanile e Virna Mejetta, ambientato nella Francia del XVII Secolo.
Le autrici, la prima in Italia e la seconda in Colombia, con in mezzo un oceano a dividerle, si sono divertite e appassionate a scrivere a quattro mani un romanzo che pone al centro della narrazione le figure di due giovani donne nella Francia di Luigi XIII e del Cardinale Richelieu, le quali provano a far sentire la loro voce.
Un mondo parallelo, al femminile, a quello raccontato splendidamente da Alexandre Dumas padre (1802-1870) nel romanzo I tre moschettieri, uno dei romanzi più famosi e tradotti della letteratura francese, che ha dato inizio a una trilogia, che comprende Vent’anni dopo (1845) e Il Visconte di Bragelonne (1850), pubblicato originariamente a puntate sul giornale Le Siècle nel 1844.
“Era forse la caratteristica più saliente del corpo dei moschettieri: uno spudorato sprezzo del pericolo che a un occhio estraneo sarebbe parso fuori da ogni comune buonsenso; era facile spiegarlo invece se si considerava che quegli uomini avevano sbeffeggiato la morte più di una volta prima di essere ammessi nel reggimento e, quasi sempre, consideravano la vita militare, come la sola possibile”.
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Nel loro romanzo d’esordio, le “moschettiere” Alessandra e Virna hanno scritto un perfetto feuilleton, cioè un romanzo d’appendice, genere di romanzo che si diffuse nei primi decenni dell’Ottocento, di quasi settecento pagine, che si legge tutto d’un fiato, dalla prosa scorrevole e avvincente.
Madeleine Pidoux, nipote del cardinale Richelieu, primo ministro del Re francese Luigi XIII, è colta e anticonformista, è stata educata nel celebre salotto letterario parigino di Catherine de Vivonne marchesa de Rambouillet, ed è per questo che non accetta il proprio destino: diventare la favorita di Vittorio Amedeo I, erede del ducato di Savoia. Ennesima favorita, preda degli effimeri desideri di un capriccioso sovrano e pedina di un gioco politico internazionale. Provare a ribellarsi è un dovere nei confronti di sé stessa.
Cécile de La Baume è imprigionata in un forte a scontare l’atto di disobbedienza della sua famiglia al re di Francia. Attraverso le lettere mai spedite all’adorato padre, Cécile svela al lettore il suo animo affranto e addolorato.
“Amato padre, vi scrivo anche se queste mie parole potrete leggerle solo con il cuore”.
Madeleine e Cécile, entrambe “bastarde di Francia”, considerate dalla società dell’epoca merce di scambio, sottomesse all’autorità maschile, ed è proprio per questo che il loro desiderio di ribellione si percepisce forte e chiaro per tutta la narrazione di un romanzo la cui ricostruzione storica appare perfetta.
“Respirare. Era ciò di cui avevo bisogno”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Bastarde di Francia” di Alessandra Giovanile e Virna Mejetta: il grande ritorno del feuilleton
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