Quella del bibliotecario, più che una professione, è una missione, come il prete o il medico. No, non è un’affermazione azzardata. Se fai questo mestiere devi sapere che, da quel momento e fino alla pensione, sarai circondato da volumi. Sud, est, ovest, nord. Belli o brutti, super richiesti o dimenticati. A volte capita che qualche giovane fresco di diploma si accosti e chieda: "Come si fa a venire a lavorare qui?". Provo a rispondere, a lui e a tutti quelli che si sono fatti la stessa domanda.
Come si fa a lavorare in una biblioteca?
La prima cosa che posso consigliare per arrivare a lavorare in una biblioteca è frequentarla. Fin da piccoli. Come può scrivere un libro chi non ne ha mai letto uno? Analogamente, come può occuparsi di una biblioteca chi non ne ha mai calpestato il suolo? Esistono poi diverse possibilità per fare esperienza, finalizzata a una carriera in biblioteca.
1. Le scuole superiori prevedono, nel loro percorso, la cosiddetta "Alternanza scuola lavoro" che porta alcuni studenti a provare in uno stage della durata di un paio di settimane la vita del bibliotecario, con piccoli assaggi delle varie mansioni ad esso attribuite, partendo dalle più semplici e ripetitive. Chiaramente, in un tempo tanto limitato non si potranno apprendere le più complesse e delicate, ma sarà interessante vedere da vicino i bibliotecari all’opera.
2. Se l’età del liceo è già stata superata, è possibile iniziare a fare un po’ di volontariato. Molte biblioteche comunali hanno un albo di volontari che sono chiamati a svolgere importanti funzioni, dalle aperture aggiuntive alla cura di alcune fasi di vita del libro, pur non potendo sostituire l’operato del bibliotecario professionista. Ci si fa un po’ di esperienza, che non guasta mai.
3. Una terza via per inserirsi per alcuni mesi nella vita della biblioteca è il Servizio Civile Volontario. Per i ragazzi dai 18 ai 29 anni non compiuti è possibile, nei momenti di apertura dei bandi nazionali o di pubblicazione degli avvisi regionali, fare domanda e partecipare alle selezioni, scegliendo un progetto che veda come sede di attuazione una biblioteca.
Questa esperienza è importante perché, oltre a prevedere un affiancamento a persone esperte, include un pacchetto di formazione specifica di almeno cinquanta ore sulle materie di competenza della biblioteca. Allora occhi aperti sul sito del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Universale o della Regione di riferimento. Molti bibliotecari che conosco hanno cominciato così.
4. Per acquisire un impiego vero e proprio, invece, le strade possibili sono due. Una un po’ più facile, l’altra abbastanza complicata.
- La prima è la cooperativa. Si può inviare il curriculum a una cooperativa, o un’associazione, che opera nei servizi culturali. Naturalmente, più cultura o esperienza si possiedono, più possibilità ci saranno di essere presi in considerazione. Le cooperative e le associazioni spesso sono aggiudicatrici di appalti per la gestione di diversi servizi in biblioteca, da quelli all’utenza a quelli veri e propri sui volumi e la loro catalogazione. Stipate dunque il vostro carretto aggiungendo magari un po’ di esperienza (cfr i punti da 1 a 3), un corso di catalogazione, o soggettazione, oppure di classificazione decimale Dewey. Molti poli bibliotecari li organizzano, fornendo l’attestato di frequenza. Potete arricchire il vostro bagaglio culturale anche informandovi e studiando. Persino sul sito di AIB (Associazione Italiana Biblioteche) sono presenti molti materiali di approfondimento. Esistono inoltre le riviste di settore, come "Biblioteche oggi" per tenersi costantemente aggiornati. Chiaramente, se si desidera intraprendere questa professione, una formazione universitaria è quasi d’obbligo. Molti atenei oramai possiedono lauree magistrali in Biblioteconomia.
- b) Il concorso pubblico. Se la biblioteca è pubblica, ovvero comunale, statale, etc, spesso per potervi entrare bisogna superare un concorso. A seconda del livello messo a concorso, i requisiti potranno cambiare, ma una laurea nel settore può sicuramente aiutare a fare centro. In questo caso, oltre alle competenze tecniche sulle biblioteche, probabilmente si sarà valutati anche su materie come il Diritto Amministrativo e Costituzionale.
Spero di non aver scordato nulla e, soprattutto, di non aver demoralizzato nessuno. Certo, non basta portare in biblioteca il proprio curriculum per vedersi spalancare le porte di un posto da bibliotecario, ma, se c’è la passione, di sicuro presto o tardi si riuscirà a trovare il proprio posticino. L’unico errore che si possa fare è credere che lavorare in biblioteca sia bello perché si fa poco o niente. Ho sentito anche di questi commenti, ma sono pregiudizi sbagliati. Da lavorare ce n’è e pure tanto. Con pazienza e silenzio, con tanto amore per il libro.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Bibliotecari in erba: percorso e consigli per lavorare in biblioteca
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