Le parole animate di Gianni Rodari riescono a spiegare anche i concetti più complessi, come la vecchiaia.
In occasione della Festa dei nonni i più piccoli si prodigano in temi, pensierini e riflessioni da dedicare agli anziani: i messaggi sono affettuosi e pullulano di una dolcezza straripante tanta è la gioia che i nipotini vogliono donare ai nonni, i loro angeli custodi. I bambini sanno perfettamente chi sono i nonni e cosa rappresentano per loro. Ma la vecchiaia è un universo sconosciuto al linguaggio dell’infanzia, parla una grammatica differente che ai bambini sfugge. Agli occhi dei più piccoli la vecchiaia appare come uno stato a sé stante, non è il frutto di un processo di evoluzione: le persone anziane dal loro punto di vista sono sempre state anziane, non ha conosciuto gioventù. Gianni Rodari spiega il delicato passaggio servendosi delle parole giuste componendo così una vivace poesia in rima.
Il maestro celebra il valore dell’anzianità attraverso uno dei suoi tratti fisici distintivi: i capelli bianchi. Dal particolare fisico alla sua traslitterazione metaforica il passo è breve, come vedremo.
Scopriamo testo, analisi e commento della filastrocca per la Festa dei nonni.
Capelli bianchi di Gianni Rodari: testo
Quanti capelli bianchi
ha il vecchio muratore?
Uno per ogni casa
bagnata dal suo sudore.
Ed il vecchio maestro
quanti capelli ha bianchi?
Uno per ogni scolaro
cresciuto nei suoi banchi.
Quanti capelli bianchi
stanno in testa al nonnino?
Uno per ogni fiaba
che incanta il nipotino.
Capelli bianchi di Gianni Rodari: analisi e commento
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Cosa vuole dirci Gianni Rodari attraverso i “capelli bianchi”? Il maestro-poeta pone in stretta correlazione i capelli bianchi e il sacrificio di una vita intensamente vissuta dedicandosi al proprio lavoro.
Il primo personaggio che il poeta prende come esempio è infatti il vecchio muratore, dedito a un mestiere di fatica: ogni capelli bianco, scopriamo, è frutto del suo sudore. Quindi il muratore si è guadagnato il privilegio dei capelli bianchi attraverso ogni mattone sollevato, ogni singola casa costruita. I capelli bianchi celebrati da Rodari sono l’aura dell’esperienza, una caratteristica privilegiata che si conquista con fatica e conferisce uno status superiore.
Attraverso la metafora dei capelli bianchi Rodari spiega il processo lento e inesorabile dell’invecchiamento. La vita lascia una traccia nel tempo e questa traccia è riscontrabile nei segni fisici: come le rughe e i capelli bianchi. I capelli bianchi sono tanto numerosi quanto più la vita è stata vissuta intensamente svolgendo bene il proprio mestiere. L’esempio successivo è infatti dato dal maestro che ha tanti capelli bianchi quanti sono stati gli scolari che si sono succeduti sui banchi nel corso degli anni. Che sia un mestiere manuale o mentale - sembra dire Rodari - non fa alcuna differenza, il sacrificio e il dispendio di energie è identico. Ci restituisce attraverso il lavoro il concetto di vita attiva, di vita ben spesa, mentre gli anni fuggono via.
Cosa rimane dunque, alla fine, dei tanti sacrifici compiuti negli anni? Gianni Rodari ce lo dice nel finale della poesia servendosi di un personaggio singolare che, apparentemente, non svolge alcun mestiere: il nonno.
Il dolce nonnino ha il capo ricoperto di capelli bianchi e legge con affetto delle favole al nipote. Ecco dunque cosa rimane, quando gran parte della vita è ormai trascorsa e i capelli bianchi hanno preso il sopravvento sancendo l’avvento inderogabile della vecchiaia: rimangono la cura e l’esempio.
Gianni Rodari si serve della figura dei nonni per spiegare il senso più elevato della vecchiaia: tramandare le opere e l’esempio alle nuove generazioni. Siamo tutti come nani sulle spalle dei giganti, sembra dire il Maestro, mostrandoci questa splendida figura del nonno che legge un libro di fiabe al nipotino e, così, gli insegna a inventare la propria personale grammatica della fantasia.
C’è una promessa di futuro racchiusa nella vecchiaia e nel concetto stesso di “essere nonni”: trasmettere dei solidi valori di vita, fornire il coraggio e l’esempio a chi dovrà vivere, a sua volta, domani.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Capelli bianchi”: la poesia di Gianni Rodari per la Festa dei nonni
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