Ce o c’è, come si scrive? Qual è la differenza? Perché, nonostante al suono e quindi nella conversazione orale queste due forme siano molto simili, da un punto di vista grammaticale sono in realtà due cose davvero diverse. Infatti il primo è un morfema, la seconda è la forma contratta di un costrutto. Anche nella lingua orale dovremmo distinguerle: ce è infatti caratterizzato da una e chiusa, c’è da una e aperta.
Ce: cosa significa e come si usa
Ce non presenta segni grafici (apostrofo). Questo morfema è una desinenza e può rappresentare diverse cose. Ce è la forma assunta dalla particella ci davanti ai pronomi “lo, la, li, le, ne”.
Può significare "a noi". Esempio: Ce lo ha prestato Mario. (A noi lo ha prestato Mario)
Può esprimere un complemento. Esempio: Quante ce ne sono rimaste? (Quante di quelle sono rimaste?)
Può esprimere un rafforzativo. Esempio: Ce la farai!
C’è: cosa significa e come si usa
C’è invece è la forma contratta del costrutto ci è. Come vedete infatti è presente un apostrofo. La forma estesa sarebbe appunto ci è, ma la i cade e viene sostituita dall’apostrofo: c’è.
Si tratta della terza persona singolare dell’indicativo presente del verbo essere.
Esempio: C’è tua sorella (Qui e ora è presente tua sorella, è qui).
Esempio: Stasera c’è la luna piena. (Ci sta la luna piena stasera).
Ce n’è, ce ne: che differenza c’è?
Stabilito che c’è e ce sono due cose ben diverse, andiamo ad analizzare le differenze tra ce n’è e ce ne. Ce n’è contiene sempre il verbo essere alla terza persona. Si tratta della forma contratta di ce ne è.
Esempio: Ce n’è di strada da fare! (Abbiamo ancora, ci sta ancora molta strada da fare).
Per ricordarvi meglio come usare c’è potete pensare alla forma plurale ci sono.
Ce ne invece indica un rafforzativo. Ne può essere un avverbio o un pronome personale.
Esempio: Ce ne sono di stelle in cielo stanotte! (Sono tante, ci stanno tante stelle)
Ce, c’è, cioè
Sempre più tra i giovani, abituati a parlare e scrivere molto velocemente, si è diffuso il frequente uso della parola cioè come intercalare. Lo sentiamo spesso anche senza motivo a inizio frase
(Cioè, le ho detto: non fa niente!). Nel parlato la parola cioè, soprattutto tra i giovanissimi, viene strascicata e la sua pronuncia invece di suonare come un cioè, perde la o e diventa quasi un cè.
I ragazzi, pigramente, tendono a trascrivere la parola così come la sentono e la pronunciano invece che correttamente, perciò nei testi di messaggi, post e mail leggiamo spesso e volentieri ce o c’è usati al posto di cioè, causando ulteriore confusione al riguardo.
Quali sono i vostri dubbi grammaticali? Fateceli sapere nei commenti, vi aspettiamo!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ce o c’è: come si scrive?
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