Chapeau: cosa significa e quando si usa questa elegante espressione francese che talvolta ci capita di sentire dalle persone più raffinate e colte?
Si tratta di un termine mutuato dalla lingua d’Oltralpe, che in italiano assume una valenza figurata, propria non solo del linguaggio forbito ma anche di un genere di conversazioni dal tono ironico e gioviale, i discorsi delle persone che amano mostrare una fine eloquenza e che, chiaramente, dimostrano così di conoscere almeno un pizzico di lingua francese, la lingua di quel popolo che, appunto, nel suo spirito più profondo, ha dimostrato nella sua letteratura e nei suoi costumi, di essere maestro non solo di eleganza ma anche di eloquenza colta e di pungente ironia.
Chiariamo subito cosa significa chapeau in italiano: vuol dire «tanto di cappello».
Chapeau: cosa significa
Per comprendere cosa significa chapeau, dobbiamo quindi fare un passo indietro e partire dal termine francese: in questa lingua chapeau (‹šapó›) è un sostantivo maschile (plurale = chapeaux) che propriamente vuol dire cappello.
Ora che conosciamo il significato del termine nella sua lingua d’origine è opportuno guardare per un attimo a quelle che sono le usanze e le consuetudini delle società occidentali. Levarsi il cappello, almeno in Occidente, è un segno del linguaggio non verbale, un gesto convenzionale usato per salutare o per ringraziare.
Il cappello, nei secoli scorsi, era tradizionalmente indossato dagli uomini di alto rango sociale, levarsi il cappello era, quindi, un gesto proprio dei cavalieri e, poi, degli aristocratici e dei borghesi che, così facendo, mostravano la loro umiltà quando, ad esempio, entravano in chiesa a capo scoperto, dopo essersi tolti il cappello.
Nel corso dei secoli il gesto ha conosciuto alcune varianti: con levarsi il cappello, infatti, si può intendere un semplice gesto che accenna all’atto vero e proprio e che si concretizza con una mano portata al cappello (che in questo caso rimane in testa) oppure il vero e proprio atto con il quale si prende in mano il cappello e lo si toglie dalla testa, in modo più o meno ostentato, arrivando, nei casi più ossequiosi, ad accompagnare l’atto con un inchino, specie se ci trova al cospetto di una donna. Ultima variante di questo gesto è rappresentata dall’atto con il quale si porta il cappello al petto e si accenna a un inchino: in questo caso si tratta di un gesto praticato durante i funerali, un segno del rispetto che si portava e si porta, nel momento dell’estremo saluto, al defunto o alla defunta.
Dopo questa piccola parentesi antropologica torniamo a noi: ora capire cosa significa chapeau sarà più semplice.
Questo termine ormai usato abitualmente anche in italiano, è, nella nostra lingua, una interiezione, che corrisponde alla locuzione «tanto di cappello».
Chapeau: quando si usa
Cerchiamo ora di capire quando si usa chapeau. Abbiamo già detto del contesto (moderatamente) colto e raffinato; occorre notare, poi, che si tratta di una esclamazione con la quale si vuole esprimere apprezzamento, ammirazione connotata da una gioviale ironia, per quel che l’interlocutore ha detto, per una sua battuta o una sua riflessione o, anche, per una sua prestazione di elevato livello.
Tenendo a mente il levarsi il cappello di cui abbiamo detto sopra, potremmo dire che è un’espressione dallo spirito cavalleresco: tanto di cappello per quel che hai detto, tanta ammirazione per la tua intelligenza, tanta approvazione per una tua prestazione, anche sportiva.
Chapeau: come si legge
Il sostantivo francese cappello si scrive chapeau, al singolare, e chapeaux, al plurale. L’interiezione in lingua italiana viene scritta nello stesso identico modo, talvolta è possibile trovarla seguita da un punto esclamativo per enfatizzarne l’importanza o la valenza.
Essendo un termine di origine francese chapeau (‹šapó›) in italiano suona come sciapò: l’accento grave indica che la vocale o deve essere pronunciata aperta come, ad esempio, nella parola però.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chapeau: cosa significa e quando si usa
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piu che soddisfatta della spiegazione. grazie