Il 19 aprile 1882 moriva Charles Darwin (1809-1882), biologo e naturalista britannico, padre fondatore della teoria dell’evoluzione delle specie animali e vegetali per selezione naturale, sviluppata grazie al viaggio esplorativo intorno al mondo condotto sulla nave HMS “Beagle”. L’esperienza fu da lui documentata tappa dopo tappa nell’appassionante diario di viaggio intitolato Viaggio di un naturalista intorno al mondo.
Darwin si spense all’età di settantatré anni per le conseguenze di una misteriosa malattia, che ancora oggi fa discutere medici e scienziati con ipotesi e teorie controverse.
Il suo saggio L’origine delle specie, esaurito nel 1859 il giorno stesso della sua pubblicazione, è il testo fondativo della biologia evoluzionistica.
Scopriamo insieme vita, viaggi e teoria dell’evoluzione di Charles Darwin.
Darwin: vita e viaggi
Nacque a Shrewsbury il 12 febbraio 1809, in una famiglia formata da un ramo, quello paterno, di liberali non credenti e dall’altro, materno, da cristiani unitariani favorevoli al progresso, uniti dall’attivismo politico e dall’appoggio alle riforme sociali, tra cui l’abolizione della schiavitù e la lotta per i diritti e l’emancipazione delle donne.
Darwin si appassionò fin da piccolo alla storia naturale, affascinato dal libro The Natural History and Antiquities of Selborne di Gilbert White, e iniziò a collezionare insetti, rocce e minerali, a osservare uccelli e a praticare la caccia. La passione per queste collezioni si ampliò nel corso degli anni, e Darwin iniziò a condurre insieme al fratello Erasmus anche alcuni esperimenti (il loro odore nauseabondo gli valse il soprannome di Gas).
Iscritto dal padre alla facoltà di Medicina e Chirurgia di Edimburgo, Darwin abbandonò gli studi dopo soli due anni, a causa della rozzezza della chirurgia del tempo e del suo disgusto per le dissezioni (si dice che si sentì male a entrambi gli interventi cui dovette assistere).
Se gli studi in medicina si rivelarono fallimentari, Charles Darwin si dimostrò sempre più appassionato alle specie animali, seguendo le letture di ornitologia di Audubon, imbarcandosi con alcuni pescatori di ostriche e compiendo ricerche negli stagni locali. Un’importante influenza sulla sua formazione scientifica fu esercitata anche da Robert Edmond Grand, conosciuto in questo periodo.
Il padre provò a occuparsi di nuovo del futuro del figlio, puntando sulla carriera ecclesiastica e inviandolo a Cambridge. Lungi dall’assecondare la volontà paterna, Darwin fu fortemente influenzato da pensatori, botanici ed entomologi, collezionò coleotteri e scelse definitivamente di seguire la sua passione per la storia naturale, in cui si laureò nel 1831.
A ventidue anni, appena laureato, ricevette l’offerta di imbarcarsi sulla nave Beagle, in partenza per una spedizione intorno al mondo, senza limiti temporali e senza retribuzione. Darwin rifiutò inizialmente l’offerta su consiglio del padre, ma tornò successivamente sui suoi passi e riuscì a imbarcarsi solo per l’ottima impressione fatta al capitano Fitzroy.
Durante i mesi a bordo (la spedizione durò circa cinque anni), Darwin visitò le isole di Capo Verde, le Falkland, la costa del Sud America, le isole Galápagos e l’Australia.
Teoria dell’evoluzione
Grazie ai suoi viaggi Darwin sviluppò capacità osservative e analitiche fondamentali alla formulazione della sua famosa teoria dell’evoluzione. Raccolse un gran numero di campioni animali e vegetali sconosciuti alla scienza e donati al British Museum, che già di per sé costituiscono un contributo scientifico notevole.
La somiglianza che legava i campioni di diverse specie rinvenuti gli consentì di formulare una teoria per cui gli animali avessero avuto origine da un’unica specie e si fossero poi differenziati per adattarsi ai diversi territori.
Sulla base delle proprie riflessioni e degli spunti contenuti nei Principi di geologia di Charles Lyell e nel Saggio sui principi della popolazione di Malthus, Darwin iniziò a scrivere i primi Appunti sulla trasformazione delle specie, continuando a indagare per scoprire possibili errori nelle proprie sconvolgenti ipotesi e limando la sua teoria fino al 1858, anno in cui la presentò alla Linnean Society di Londra.
Per l’interesse collettivo, il saggio L’origine delle specie, pubblicato il 24 novembre 1859, andò esaurito il giorno stesso.
Nonostante alcune ipotesi di Darwin si siano rivelate errate (tra cui l’idea di Pangenesi), ancora oggi la sua teoria dell’evoluzione è considerata base e presupposto scientifico fondamentale per lo sviluppo della biologia evoluzionistica, e ha trovato una prima conferma in Mendel e una seconda con la scoperta del DNA.
La teoria di Darwin si basa sul concetto di evoluzione come filo conduttore della diversità della vita e istituisce una visione evolutiva della biologia: le specie non sono immutabili, anzi, e i membri di uno stesso gruppo si somigliano perché esiste un antenato comune. Le specie si generano tramite un processo di "discendenza con variazione", un accumulo graduale di piccoli cambiamenti casuali, e la selezione naturale è meccanismo principale con cui la variazione porta alla speciazione (ossia alla generazione di nuove specie).
La teoria dell’evoluzione si basa su tre presupposti fondamentali:
- Riproduzione: gli organismi si riproducono con un ritmo talmente elevato per cui in breve tempo il numero di individui supererebbe facilmente il limite di equilibrio con risorse alimentari e ambientali (il concetto di disponibilità di risorse come limite al numero delle popolazioni animali deriva da Malthus).
- Variazioni: esiste un’ampia variabilità di caratteri tra individui di una stessa specie.
- Selezione: gli individui sono continuamente in lotta per la sopravvivenza, all’interno di una specie e tra specie diverse. In questa lotta solo gli individui più adatti sopravvivono, ossia gli individui più abili a sfruttare le risorse dell’ambiente e a generare prole.
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Credo che sia importante nominare l’opera e le opere di Alexander von Humboldt, al quale Darwin si ispirò decidendo di imbarcarsi sul Beagle e portando con se " Quadri della natura".