Da poco è uscito nelle librerie italiane il suo ultimo libro Coda, edito da SUR, e la scrittrice britannica Ali Smith sta girando la nostra penisola per presentarlo. Domani alle 19 sarà a Roma, presso la Casa delle Letterature, in dialogo con Paola Soriga.
Questo nuovo romanzo di Smith è l’appendice ideale del noto “quartetto delle stagioni” con cui l’autrice inglese si è imposta al grande pubblico: dopo Autunno, Inverno, Primavera ed Estate, la scrittrice, quattro volte finalista al Booker Prize, torna a narrare il presente con un romanzo controcorrente, funambolico, capace di fotografare la nostra realtà nel suo stesso divenire.
I romanzi di Ali Smith
Di cosa parlano i romanzi di Ali Smith? Difficile rispondere a questa domanda, perché le trame create da Smith sono vere e proprie matrioske in grado di squarciare qualsiasi presupposto di linearità e ordine spazio-temporale.
Leggendo le sue pagine ci abituiamo a una scrittura capace continuamente di sorprenderci con la sua originalità, che tuttavia non è mai stravagante o fine a sé stessa. I libri di Smith ci trasportano in un viaggio continuo tra presente, passato e futuro, ci portano a imbatterci in personaggi bizzarri e talvolta quasi magici; ma in questo moto narrativo perennemente ondivago non perdono mai di vista un elemento essenziale “la realtà in cui viviamo”.
Dopo il successo di Autunno (SUR, 2018) - il primo romanzo del quartetto delle stagioni - Ali Smith era stata consacrata dalla Stampa come la “narratrice del primo romanzo post- Brexit”. Un’etichetta lusinghiera, ma a ben vedere riduttiva, perché Ali Smith si è rivelata una scrittrice prodigiosa, capace di dare un’interpretazione e - cosa ancor più ardua - un senso ai tempi in cui viviamo. Il presente è magmatico, incandescente, un materiale difficile da governare, impossibile da valutare da un prospettiva distanziata, eppure Ali Smith è riuscita a farne l’impronta di partenza delle sue narrazioni ponendo una lente di ingrandimento sul mondo che ci circonda.
Nei suoi romanzi troviamo, ad esempio, il cambiamento climatico (e anche una bambina molto simile alla nostra Greta Thunberg), la realtà dei centri di detenzione per immigrati, l’arte che si manifesta in tutte le sue forme, i social network e la comunicazione moderna, la politica e i fatti di cronaca, la pandemia di Covid e soprattutto tanta, tantissima letteratura, mascherata attraverso citazioni e riferimenti - c’è Shakespeare, ma anche Dickens e Katherine Mansfield - capaci di cogliere nel segno nel momento più opportuno.
La scrittura di Ali Smith riesce mirabilmente in un proposito straordinario: cogliere quel che accade nel momento in cui accade.
Scopriamo di più su questa grande narratrice del nostro presente.
Chi è Ali Smith, la scrittrice inglese del mondo post-Brexit
Ali Smith è nata a Inverness, in Scozia, il 24 agosto 1962, poco distante da quel lago dove leggenda narra si sia manifestato il mostro di Loch Ness.
Lei è la quinta e l’ultima figlia di una semplice famiglia della working class, il padre è elettricista e la madre, di origine irlandese, fa i più svariati lavori tra cui anche la bigliettaia sugli autobus. Smith oggi descrive la sua infanzia come ideale, “an ideal childhood”; era una bambina molto precoce che imparò a leggere a cinque anni semplicemente guardando tutto quel che le capitava tra le mani e iniziò a scrivere di conseguenza.
Studiare letteratura inglese le venne naturale, nonostante i genitori fossero contrari, volevano che diventasse avvocato e avesse una professione più stabile. Alla fine riuscì a spuntarla, si laureò ad Aberdeen, in seguito ottenne il dottorato all’università di Cambridge e si dedicò all’insegnamento. Iniziò poi un periodo molto duro: a 27 anni Smith sviluppò la sindrome da affaticamento cronico e fu molto difficile per lei uscire da una malattia a tutti gli effetti invalidante. Quella condizione stroncò la sua carriera accademica, ma fu una vera benedizione per la letteratura. Smith iniziò a scrivere, senza sapere bene cosa stesse facendo o a quale genere di storia intendesse dare forma e voce; dice semplicemente che scrivere per lei era “una cosa fisica” che la liberava dal male.
Nel 1995 diede alle stampe la sua prima raccolta di racconti intitolata Free Love and Other Stories, in cui alternava la narrazione lunga a quella breve.
Dopo quella prima pubblicazione Ali Smith non si è più fermata. La sua vasta produzione narrativa spazia tra vari generi dai romanzi alle raccolte di racconti ai saggi.
Tra le sue opere ricordiamo Hotel World (2001) e The Accidental (2005), entrambi candidati ai premi Orange e Man Booker. Nel 2012 ha pubblicato Artful, quattro saggi - che in origine erano lezioni tenute da lei stessa all’Università di Oxford - uniti dalla voce di un narratore immaginario, devastato da un lutto, che ha ritrovato per caso una serie di appunti di lezioni lasciati dal suo partner morto. Sarà l’inizio di una riflessione sull’arte che ritornerà come una costante nelle opere di Ali Smith, affermandosi anche nel suo sesto romanzo L’una e l’altra (SUR, 2016) che ripercorre la vita del pittore italiano quattrocentesco Francesco Del Cossa, intrecciandola con quella di un’adolescente dei giorni nostri.
Nel 2018 Ali Smith si affaccia al pubblico internazionale con Autunno, primo capitolo della sua quadrilogia dedicata alle stagioni. Ha scritto un romanzo all’anno per quattro anni tenendo il tempo con il nostro presente, sviscerando la narrazione dell’attualità e mostrandoci la “verità profonda del mondo in cui viviamo”. Ora torna in libreria con un nuovo romanzo e, ne siamo certi, non ha ancora finito di narrare il nostro tumultuoso tempo contemporaneo.
Di cosa parla l’ultimo libro di Ali Smith?
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Coda (SUR, 2023,titolo originale Companion Piece, traduzione di Federica Aceto), l’ultimo libro di Ali Smith, è nelle librerie italiane dal 31 maggio. Narra la storia di una pittrice, Sandy Gray detta “Sand”, che si trova ad affrontare un momento complicato: suo padre è ricoverato in ospedale colpito dalla pandemia di Covid. Lei si è trasferita a casa sua e trascorre le serate con il suo cane. Una sera Sandy riceve la telefonata di una vecchia compagna di scuola, Martina, che stravolge completamente la sua vita: la donna le dice di aver udito una strana frase, mentre si trovava in stato di fermo per un disguido con la polizia di frontiera. Presto la rumorosa famiglia di Martina irromperà nella solitaria vita di Sandy. Ma, come di consueto, Smith inserisce nella storia delle trame supplementari in bilico tra passato e presente che ci riportano persino alla narrazione di un’epidemia di peste nel Medioevo. La questione Covid e l’isolamento che ne deriva fanno da padrone, ma si mischiamo anche ad altre storie stupendamente anacronistiche.
Tra giochi di parole e iperboli narrative Ali Smith ci conduce esattamente dove vuole condurci, al cuore di questo tempo sfuggente e inafferrabile che, in un battito di ciglia, è già passato. Scrivere romanzi, questo Smith lo sa, significa anche cercare di interpretarlo, dimostrare che non è trascorso invano.
Con Coda la scrittrice ci dimostra che le sue stagioni non sono ancora finite e aggiunge un altro imprescindibile tassello alla narrazione del contemporaneo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi è Ali Smith, la scrittrice britannica che sa raccontare il presente
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