

Le fiabe dei fratelli Grimm sono considerate misogine, razziste e paurose da molti, ai bambini piacciono perché a loro piace avere paura. Non tutte sono per bambini, ce ne sono alcune che sono più adatte ad adolescenti con le loro fragilità per la complessità dei temi e l’articolazione della trama.
Una di queste è La vergine Malvina, fiaba nota agli psicanalisti, ma non al grande pubblico, che racconta una storia di emancipazione e forza della principessa che difende il proprio amore.
“La vergine Malvina”: trama della fiaba dei Fratelli Grimm
La vergine Malvina è la centesima fiaba della raccolta filologica dei Grimm e narra la storia di una principessa bellissima, Malvina, che è innamorata di un principe con cui il re padre è in guerra. La figlia non vuole sacrificare la sua autonomia e il suo amore e il sovrano, per dispetto, la mura in una torre altissima permettendole di accedere solamente al cibo. Un Padre-padrone, secondo i modelli moderni, che opprime la figlia la quale dimostra una volontà tenace, come una teenager degli anni Settanta (fidatevi, ragazze Duemila, eravamo forti).
La torre è difficile da scalare, la ragazza però non si perde d’animo e, mattone dopo mattone, cerca di farla crollare anche perché il cibo scarseggia ed è in gioco la sua sopravvivenza. Alla fine Malvina riesce ad uscire e si rende conto che questo suo padre autoritario è morto, non ci sono eredi, il regno è distrutto (l’infanzia e l’adolescenza sono morte) e lei è rimasta da sola a vivere. Una solitudine che non si traduce in assunzione di responsabilità di essere regina, come ci si aspetterebbe, ma in ricerca.
La vergine Malvina ama ancora il suo principe con il quale vuole costruire una vita comune (fondare una dinastia nuova è un gesto maturo) e lo cerca adattandosi a lavori servili (alla maturità si giunge con sofferenza).
Nel regno del principe cercano una serva per il banchetto delle nozze con una principessa brutta e nera (il razzismo dei Grimm, purtroppo) che il padre gli ha imposto (che principe coraggioso, vero? Non sa difendere il suo amore). Quest’ultima è cosciente della sua bruttezza (ma non della sua immaturità) e, vedendo Malvina, le chiede di sostituirla durante le nozze perché il popolo accetti una principessa bella. Lei accetta perché si rende conto che potrebbe costituire un mezzo per riconquistare il suo amato e recita degli indovinelli che la faranno riconoscere. Il principe è incantato dalla sua bellezza e pensa che sia la sua sposa (i due non si erano mai incontrati essendo un matrimonio combinato), però osserva come somigli alla sua antica fidanzata Malvina (che lui non ha mai cercato).
Dopo una serie di incidenti la sposa combinata non sa sciogliere gli indovinelli e il principe comincia a sospettare che non sia la stessa persona che ha visto (tipo sveglio, vero?). Alla fine il mistero è chiarito e il giovane riconosce la sua fidanzata di una volta e la sposa, facendo uccidere la sposa nera (poveretta! In fin dei conti non lo aveva scelto lei il marito).
“La vergine Malvina”: analisi della fiaba
La storia è nota per le sue tematiche: la sfida all’autorità paterna in cui gli uomini anziani cercano di detenere il loro potere sociale e sessuale (c’è una vena di erotismo nei Grimm), mentre la donna si prende la responsabilità della propria vita difendendo il suo amore. Probabilmente è cosciente del fatto che il principe non sia degno di lei, ma la sua strada è fatta di emancipazione e di libertà che può ottenere solo aiutando il suo uomo a crescere. Questo è un fatto importante, poco usuale nelle fiabe.
D’altro canto la dipendenza dalle figure genitoriali impedisce di diventare adulti sia la falsa sposa sia il principe che solo alla fine rifiuta un matrimonio non voluto (non facendo nulla per cambiare la situazione) facendosi sposare da Malvina.
Il finale è truce: la sposa brutta viene uccisa perché un amore fasullo è brutto anche esteticamente. Una donna che si vergogna di essere quello che è e ha paura di affrontare il mondo non può essere la sposa di un futuro re.
I fratelli Grimm creano un ulteriore finale con una filastrocca orecchiabile che mette in luce l’idea che quanto avvenuto è un fatto inventato e riporta i lettori al loro mondo reale.
In sostanza una fiaba fatta di sacrificio e di resilienza.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “La vergine Malvina”, una fiaba perturbante dei Fratelli Grimm: analisi e significato
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