Vi dice nulla il nome William Maxwell Evarts Perkins (New York, 20 settembre 1884 – Stamford, 17 giugno 1947)? Parliamo di un vero e proprio scopritore di talenti letterari che rivoluzionò il mondo editoriale e difese strenuamente la pubblicazione di libri innovativi per l’epoca. Vincendo i dubbi dei vertici della Charles Scribner’s Son, potente casa editrice ultraconservatrice con sede a New York, regalò a generazioni di lettori i capolavori del ‘900. Della sua scuderia fecero parte, tra gli altri, Francis Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway e Thomas Wolfe.
Max Perkins. L’editor dei geni
Link affiliato
Ma chi è davvero Max Perkins? Andrew Scott Berg lo racconta nel libro Max Perkins. L’editor dei geni (edito in Italia da Elliot nel 2013 con la traduzione di Monica Capuani).
Laureato ad Harvard in Economia, nonostante la crescente passione letteraria, scrive per il New York Times, quindi approda alla Scribner come pubblicitario e solo in seguito nel ruolo di editor. Nel suo ufficio al quinto piano della sede della casa editrice a Manhattan legge manoscritti e tiene i contatti con scrittori in America ed Europa mediante lettere o telegrammi, per lo più. Resta sempre fedele al suo motto:
Non c’è niente di più importante di un libro.
Il suo preferito è Guerra e Pace, lo legge alle figlie e lo regala spesso. Si dispiace che la maggior parte delle persone si arrenda alle prime pagine e al complesso elenco di personaggi difficili da riconoscere.
Max Perkins: un uomo eccentrico
È eccentrico Max Perkins, tanto quanto i suoi scrittori. Forse per questo li conquista. Alto, capelli grigi, con l’immancabile cappotto e il cappello: un feltro grigio che porta così calzato che gli piega le orecchie. E che non posa mai, neppure nei luoghi chiusi. È una delle sue eccentricità più famose.
Lo trovava utile oltre che ornamentale. Dava l’impressione ai visitatori inattesi in ufficio che stesse per uscire, e questo impediva loro di bloccarlo in conversazioni oziose.
I colleghi lo apprezzano, ma non sempre lo capiscono, nelle piccole come nelle grandi cose. La sua scrivania per esempio.
Se ne era fatta costruire una speciale. Era un affare alto e simile a un leggio con un’ampia superficie, sul quale poteva lavorare in piedi, perché la sua teoria era che se non poteva stare all’aperto e fare esercizio fisico, almeno poteva evitare di stare seduto così a lungo. La gente che passava davanti alla porta del suo ufficio poteva dare un’occhiata dentro e vederlo alla sua particolare scrivania, immerso in un manoscritto, con una gamba piegata al ginocchio e poggiata sull’altra, come un fenicottero.
Le lettere di Max Perkins a Elizabeth Lemmon
Link affiliato
Anche la vita privata è, a suo modo, simile alla trama dei romanzi che legge. Sposa Louise ed è un padre affettuoso per le cinque figlie, tutte femmine. Ma intrattiene una relazione epistolare con una donna, Elizabeth Lemmon, incontrata nel 1922. Per lei nutre un sentimento più profondo dell’amore, qualcosa che può essere definito vera amicizia. Le scriverà lettere ininterrottamente per venticinque anni. La incontra solo due volte e non pretende che brevi risposte, per sapere che è ancora lì ad ascoltarlo in una corrispondenza quasi a senso unico che diventa il suo diario. Le lettere vengono pubblicate per la prima volta come As ever yours. The letters of Max Perkins and Elizabeth Lemmon (Pennsylvania State University Press, 2003).
Scriverle è il piacere meno complicato e più perfetto della sua vita.
Uno svago cui ricorre quando la quotidianità si fa vuota, il lavoro faticoso o difficile da sopportare.
Nessuna esclusiva, ma accordi verbali inviolabili
La discrezione è la parola d’ordine di Max Perkins.
Era convinto che gli editor di libri dovessero rimanere invisibili; la sua sensazione era che se la gente li riconosceva questo poteva minare la fiducia dei lettori negli scrittori, e quella degli scrittori in se stessi.
E la fiducia è la sua prima regola, la chiave di volta su cui imposta l’intero rapporto di lavoro. Non accondiscenda mai al mio giudizio dirà a Fitzgerald. Per lo stesso motivo non fa firmare esclusive:
Max non chiese mai a Fitzgerald (o a nessun altro scrittore) di firmare un contratto permanente per “la semplice ragione che potrebbe essere giusto per lei in futuro cambiare editore, e mentre questo sarebbe una tragedia per me, non sarei così meschino da mettermi in mezzo per questioni personali”.
I suoi accordi verbali sono inviolabili e la sua corrispondenza con gli scrittori è un miracolo di attenzione, rispetto e diplomazia.
Più un amico per i suoi autori che un esigente collaboratore, li assisteva in tutti i modi. Li aiutava a strutturare i loro libri, se ce n’era bisogno; escogitava titoli, inventava trame; fungeva da psicanalista, consigliere nelle questioni amorose, consulente matrimoniale, assistente nella gestione della carriera, prestasoldi. Pochi editor prima di lui avevano fatto così tanto lavoro sui manoscritti, eppure fu sempre fedele al suo motto: “Il libro appartiene all’autore”.
La collaborazione di Max Perkins con Francis Scott Fitzgerald, tra incoraggiamenti e amicizia
Con Francis Scott Fitzgerald inaugura un metodo di lavoro che coinvolge strettamente la vita privata di entrambi. Pubblica tutto: dal primo libro Di qua dal paradiso (Minimum Fax, 2018, tradotto da Veronica Raimo) fino a Tenera è la notte (Feltrinelli, 2015, tradotto da Elisa Pantaleo). Durante l’intero periodo gli fa avere congrui anticipi in risposta alle continue richieste finanziarie, tanto che Scott nelle lettere a lui indirizzate si firma il Mendicante Inevitabile, diventa consulente sentimentale, curatore finanziario, primo difensore del suo lavoro, lo incoraggia a creare, elargisce consigli. Tiene duro quando è il momento: non cede sul titolo Il Grande Gatsby, anche quando a pochi giorni dalla pubblicazione Fitzgerald dubita, vorrebbe un cambiamento dell’ultimo minuto. Tanto che, a proposito del romanzo pubblicato in Italia, tra gli altri, da Einaudi, 2014, con la traduzione di Fernanda Pivano, ammette:
mi diverte quando si elogia la “struttura” del libro, perché è stato lei a sistemare la struttura, non io. E non pensi che non le sia riconoscente per tutti quei consigli sensati e utili sull’argomento.
Scott si fida e dall’Europa gli scrive:
Mi manca da morire vederla.
Hemingway e la lunga fedeltà al suo editor Max Perkins
Fitzgerald ricambia il favore e gli segnala Hemingway: quel tipo tutto boxe e corride piace subito all’editor. Ma la collaborazione parte in salita. Hemingway sparisce per lunghi periodi, si rende irreperibile impegnato in qualche impresa avventurosa. Perkins quasi perde l’appuntamento con il destino. Lo scrittore è in Austria a sciare e leggerà la lettera della Scribner contenente una proposta di pubblicazione solo al rientro a Parigi. Troppo tardi: ha già un accordo con un’altra casa editrice. Perkins gli scrive:
Che sfortuna – per me voglio dire
Aspetta e mantiene i contatti. La chiave di volta arriva con il rifiuto di Torrenti di primavera (in Italia con Mondadori, traduzione di Laura Grimaldi, 2011) da parte della concorrenza. Perkins può fare la sua mossa e promette di acquisire l’opera assieme al romanzo successivo ancora in lavorazione, Il sole sorgerà ancora (Fiesta, in Italia pubblicato da Mondadori, 2010). È questo il vero obiettivo di Perkins e lo ottiene praticamente a scatola chiusa. È il 9 febbraio 1926. I guai non finiscono qui: il manoscritto, una volta completato, si rivela scritto in maniera colorita. La Scribner non pubblica testi che contengono oscenità. Farà un’eccezione ed è l’inizio di una lunga collaborazione: Hemingway si sposa quattro volte, come è noto, ma resta fedele per l’intera carriera al suo editor Max Perkins.
La scoperta dello scrittore Thomas Wolfe raccontata nel film “Genius”
La figura di Max Perkins è stata portata sugli schermi dal regista Michael Grandange. È del 2016 il film Genius in cui viene raccontato l’editor, interpretato da Colin Firth, alle prese con le opere di un problematico Thomas Wolfe, interpretato da Jude Law.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi è Max Perkins, l’editor leggendario di Hemingway e Francis Scott Fitzgerald
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Lavoro con i libri News Libri Francis Scott Fitzgerald Ernest Hemingway Elliot Curiosità per amanti dei libri Thomas Wolfe
Lascia il tuo commento