Charles Addams era certamente un personaggio originale: del resto non poteva essere da meno, considerando la stravagante famiglia da lui creata. Ne era sicuramente membro elettivo, non solo per l’omonimia nel cognome, ma per una vera e propria affinità caratteriale con Morticia, Gomez, Pugsley, ma soprattutto con la sua giovane eroina Mercoledì.
Da bambino Charles Samuel Addams, detto Chas (soprannome che gli rimase incollato addosso per tutta la vita, Ndr) amava far sobbalzare la nonna sulla poltrona con i suoi terribili scherzetti. Parenti e amici lo definivano un “vero monello”, il ragazzino peggiore del vicinato:
Crescendo Chas continuò a dilettarsi in attività curiose: per svago era solito esplorare vecchi edifici abbandonati e cimiteri come quello di Mountain Avenue. Dicevano che già allora avesse un senso dell’umorismo un po’ macabro e che vivesse in un mondo tutto suo: era solito ritrarre lapidi e cimiteri durante le sue escursioni.
Aveva un grande talento per il disegno. Una dote che il padre scoprì subito incoraggiandolo a continuare e a specializzarsi in ambito artistico iscrivendosi alla Grand Central School of Art di New York.
Il suo sembrava, insomma, un destino già scritto: talento artistico e black-humor erano in lui fin dalla nascita. Ma scopriamo di più sulla vita di Charles Addams e sulla sua diabolica invenzione della Famiglia Addams divenuta un iconico fumetto, ancor prima che film e sceneggiato televisivo.
Cosa voleva rappresentare Charles Addams con i personaggi di Gomez, Morticia, Mercoledì, Pugsley e tutti gli altri?
Chi era Charles Addams?
La normalità è un’illusione
Amava ripetere “Chas”. Una frase che oggi potremmo tranquillamente attribuire al suo iconico personaggio: Mercoledì.
All’età di ventun anni Charles, che era nato nel 1912 in una benestante famiglia del New Jersey, iniziò a lavorare come illustratore professionista. Il suo primo incarico fu per un giornale chiamato True Detective, in cui aveva il compito (macabro) di ritoccare le foto dei cadaveri per occultarne i particolari più osceni e sanguinosi in modo da non impressionare i lettori.
Poco tempo dopo, l’abile illustratore iniziò a disegnare delle stringhe di vignette anche il The New Yorker firmandosi con il nome di Chas Addams. La sua striscia più famosa raffigurava una squadra di giocatori di hockey tutti perfettamente abbigliati e pronti per la partita, cui però mancavano i pattini. La didascalia recitava: “I forgot my skates” letteralmente: “ho dimenticato i miei pattini”. Fu l’inizio di un periodo di apprendistato che lo portò a specializzarsi con successo nella tecnica del disegno.
La genesi della famiglia Addams
La prima vignetta della famiglia Addams apparve sul The New Yorker nel 1938; man mano, a ogni nuova puntata, Charles aggiungeva alla famiglia un personaggio sino a comporre la Addams Family che oggi noi tutti conosciamo.
All’epoca, tuttavia, la famiglia più eccentrica della storia non aveva ancora un nome. Quelli di Charles erano solo stravaganti personaggi vestiti di nero che venivano raffigurati sulla carta nella loro “eccentrica normalità” mentre svolgevano azioni per loro comuni e di ordinaria routine, come versare del cianuro in un tè oppure riempire la mangiatoia dei loro condor domestici.
I personaggi apparvero sulla rivista uno alla volta e, al principio, non erano specificati i legami familiari che intercorrevano tra loro.
Morticia Frump, ad esempio, apparve nell’iconica vignetta del 6 dicembre 1938 mentre accoglie - in modo lugubre - un venditore porta a porta di aspirapolveri: un oggetto di alta tecnologia che, naturalmente, non è intenzionata a comprare. Nella didascalia il venditore elogia l’aggeggio definendolo “silenzioso ed efficiente” sotto gli occhi scettici della padrona di casa che sembra fulminarlo con uno sguardo. Accanto a Morticia appare il maggiordomo Lurch, nella sua inquietante somiglianza con il mostro di Frankenstein.
I membri della famiglia Addams rappresentavano la critica più pungente - e perspicace - del perbenismo americano. Con i suoi personaggi bizzarri Addams voleva dimostrare che “da vicino nessuno è normale” e criticare il conformismo crescente di quella che, all’epoca, era la società di massa degli albori. Gli strambi Addams rappresentavano l’individualità che si contrappone all’omologazione della massa: il loro noto “umorismo nero” era una critica al costume della società degli anni 30. Gli Addams non vogliono essere come gli altri, preferiscono rimanere identici a sé stessi pur nella esilarante tragicomicità delle loro vicende.
A decretare il successo mondiale della Addams Family fu l’occhio acuto (e lungimirante) di David Levy, il produttore cinematografico che un giorno si imbatté per caso nelle vignette di Addams, per la precisione nella quarta antologia titolata Homebodies, mentre girovagava per una libreria di New York. Ne fu rapito. Immediatamente chiamò Charles Addams proponendogli la realizzazione di una serie tv: i due si accordarono sul nome The Addams Family. La serie televisiva fu realizzata dalla rete ABC e andò in onda per due stagioni, nel 1964 e nel 1966.
Charles Addams divenne così popolare, un personaggio di spicco della vita mondana newyorkese. Era eccentrico e brillante quanto bastava per essere accolto nel mondo delle luci. Tra i suoi più cari amici vi era lo scrittore americano Ray Bradbury, per il quale Addams illustrò una storia di vampiri.
Raccontava delle storie diaboliche, ma le cronache dell’epoca lo descrivono come un uomo tollerante, onesto ed estremamente buono. Fu un po’ sfortunato dal punto di vista sentimentale: si sposò ben tre volte, con donne tutte somiglianti in modo inquietante alla sua lugubre Morticia. La terza moglie Barbara Barb, abile avvocato, riuscì a truffarlo rubandogli i diritti di alcune vignette dalle quali guadagnò svariate centinaia di dollari.
Più felice fu il suo terzo e ultimo matrimonio con Marilyn Matthews Miller che sposò in un cimitero per animali. Lei era rigorosamente vestita di nero. Dopo le nozze la coppia andò a vivere nella tenuta denominata The Swamp, la Palude.
Alla moglie Marilyn, il devoto Charles dedicò un’amabile vignetta in cui lei era rappresentata nel ruolo di Morticia, mentre stringeva in braccio dei gatti, e lui nei panni dello zio Fester (il personaggio che Chas più amava). I due sono ritratti a bordo di una zattera di legno mentre navigano tra le acque di una palude.
La didascalia recitava così:
The Addams Family is moving to The Swamp
Letteralmente: la famiglia Addams si sta trasferendo nella tenuta di “The Swamp” (la Palude).
Charles Addams morì improvvisamente nel 1988, all’età di 75 anni, a causa di un attacco di cuore appena qualche anno dopo il matrimonio con Marilyn. Aveva trovato la sua Morticia, alla fine.
Charles Addams e l’invenzione di Mercoledì
Charles Addams è anche il vero papà della mitica Wednesday, Mercoledì, personaggio che è tornato alla ribalta grazie alla fortunata serie Netflix di Tim Burton.
Il personaggio iconico della piccola di casa Addams fu creato da Chas nel 1940 e battezzato solo in seguito con il nome ufficiale di Wednesday Friday Addams. Il secondo nome di Mercoledì è quindi Venerdì: naturale per lei che, del resto, è nata di venerdì 13.
All’epoca delle vignette la cosiddetta “bambina triste” non aveva nome. Charles dovette battezzarla in occasione dell’uscita in commercio delle bambole che precedettero il lancio dello show di David Levy. In quel momento l’illustratore dovette dare un nome a lei e alla madre, Morticia.
Per la scelta del nome della sua giovane protagonista, Charles si affidò al consiglio dell’attrice e poetessa Joan Blake. Fu proprio lei a dire a Chas che quella bambina le faceva pensare al “bambino pieno di tristezza” protagonista della vecchia filastrocca inglese Monday’s Child che recita:
Wednesday’s child is full of woe
Letteralmente: “il bambino che nasce di mercoledì è pieno di tristezza“, ripresa anche nella celebre pellicola di Tim Burton.
Mercoledì Addams apparve per la prima volta sul The New Yorker in una vignetta del 29 giugno 1940. Nell’immagine la bambina con le treccine scure è intenta a saltare la corda in una notte buia e tempestosa. Appare stanca, ma tenace, mentre fa una conta dalle cifre astronomiche, come recita la didascalia:
Ventitremila e uno, ventitremila e due, ventitremila e tre.
Sempre per supporto alla sceneggiatura della serie televisiva prodotta da Levy, Charles Addams diede di Mercoledì una descrizione commovente, come se davvero fosse sua figlia. La definiva una bambina “riservata e fantasiosa, poetica e dall’aspetto un po’ sciupato”. Fisicamente la descrisse come esangue e delicata, con lunghi capelli corvini, ma diversa dalla madre Morticia. Scrisse che era soggetta a occasionali scoppi d’ira, ma che nel complesso era piuttosto tranquilla, solo un poco suscettibile.
La figlia di Charles Addams oggi rispecchia tutte le aspettative e aderisce ancora perfettamente alla descrizione, alla quale probabilmente replicherebbe con un bel broncio. Papà Addams sarebbe sicuramente orgoglioso di lei.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Charles Addams, il creatore della famiglia Addams
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Fumetti e Graphic Novel News Libri Curiosità per amanti dei libri Programmi e Serie Tv
Lascia il tuo commento