Jacob e Wilhelm li conosciamo tutti, eppure non erano gli unici fratelli Grimm. La famiglia Grimm era in realtà molto più estesa: Dorothea Zimmer e Philipp Wilhelm Grimm avevano avuto in tutto nove figli. Tre erano morti in culla; ma gli altri erano sopravvissuti.
Il clan dei Grimm dunque non era composto solo dai celebri Jacob e Wihelm; ma anche da Ludwig Emil, Carl, Charlotte Amalie e, infine, da Ferdinand.
Ferdinand era il quintogenito, il più piccolo. Anche Ferdinand Philipp Grimm era uno scrittore, scriveva fiabe tratte dalla tradizione popolare; ma le sue storie oggi non sono ricordate né fanno parte delle celeberrime antologie delle fiabe dei (due) fratelli Grimm.
Chi era il terzo fratello Grimm? Perché è stato consegnato all’oblio?
La casa editrice romana L’orma editore ora consegna per la prima volta al pubblico italiano le fiabe censurate dalla tradizione popolare: La montagna dei gatti. Fiabe e leggende del terzo fratello Grimm sarà nelle librerie dal prossimo 27 gennaio.
Scopriamo la storia di Ferdinand Grimm e le ragioni del suo oblio.
Ferdinand Grimm: il fratello sconosciuto
Ferdinand Grimm era nato ad Hanau il 18 dicembre 1788. Quando morì il padre, nel 1796, Ferdinand aveva solo otto anni e fu preso sotto la custodia del fratello maggiore Jacob, divenuto il nuovo capofamiglia. Il loro rapporto si rivelò da subito complicato: il piccolo Grimm era un bambino vivace e, una volta cresciuto, divenne un adolescente imprevedibile.
Nelle lettere i fratelli maggiori, Jacob e Wilhelm, lo definivano spesso come un “perdigiorno” o un “fannullone” che rischiava di rovinarsi con le proprie mani.
In verità, Ferdinand era un sognatore: amava perdersi in vagabondaggi per la città e inseguire la sua immaginazione, ciò che gli altri giudicavano “pigrizia” non era altro che una sorta di indomabile estro artistico. Nutriva una passione sfrenata per i libri, nel cui acquisto compulsivo dilapidava di frequente i propri risparmi; e sognava di diventare scrittore, anche se ancora non aveva scritto niente.
Il giorno di Natale del 1810 la famiglia Grimm fu sconvolta da una rivelazione inattesa che ebbe l’effetto di un terremoto. Lo scandalo era opera di Ferdinand, naturalmente, che aveva guastato le feste all’idilliaca famigliola borghese.
In quell’episodio possiamo rintracciare le ragioni dell’oblio del terzo fratello Grimm. Non se ne ritrova traccia nelle lettere - industriosamente revisionate e cancellate dal figlio di Wilhelm, Herman - né in alcuno scritto successivo. Ciò che disse Ferdinand Grimm quel giorno di Natale del 1810 non è difficile da intuire: nella loro corrispondenza personale Jacob e Wilhelm fecero più volte riferimento alla “stranezza” del fratello minore, e dall’analisi dei termini da loro utilizzati il germanista Heiner Boehncke dedusse che quest’ultimo fosse omosessuale.
La rivelazione “natalizia” di Ferdinand non fu un dono gradito, venne insabbiata e taciuta prontamente; lui trasferito come un pacco dal fratello Ludwig, a Monaco. Nella capitale della Baviera il minore dei Grimm rimase per alcuni anni, inseguendo il sogno fatuo di divenire attore; infine fece ritorno a Berlino dove trovò lavoro come redattore presso la prestigiosa casa editrice di Georg Reimer, dietro raccomandazione dei fratelli maggiori.
Mentre curava i libri degli altri, Ferdinand trovò il tempo di dedicarsi anche ai propri scritti. In quegli anni pubblicò alcuni racconti sotto lo pseudonimo di Lothar. Si trattava di perlopiù di fiabe e leggende popolari che traevano ispirazione dal folclore della tradizione germanica.
Scriveva sotto pseudonimo e avrebbe continuato a farlo, perché il suo vero cognome stava già divenendo troppo illustre ed era associato al successo delle Fiabe del focolare, pubblicate da Jacob e Wilhelm nel 1819.
I due Grimm celebri non vedevano di buon occhio i tentativi letterari del fratello minore improvvisatosi “scribacchino”. Continuavano a tenerlo sotto osservazione e a giudicarlo con malcelato disprezzo. Non riconobbero il talento degli scritti di Ferdinand: per loro il minore era rimasto un fannullone, un “perdigiorno”, un “inconcludente”, tutte caratteristiche ora aggravate da quella sua “vita invertita”. Del resto, le tumultuose peripezie del piccolo di casa non facevano che dare ragione agli altri due. Sfortunatamente, Ferdinand fu licenziato dall’editore berlinese.
Dopo aver perso il lavoro a Berlino, Ferdinand si trovò sprovvisto di reddito e dovette fare dietro-front e tornare a casa, a Gottinga; ma la convivenza familiare era divenuta impossibile.
Il minore dei Grimm si trasferì quindi nella cittadina di Wolfenbüttel, pronto a ricominciare un’altra avventura sotto il nome di Friedrich. All’anagrafe locale si battezzò proprio con quel nome che del suo originario conservava solo l’iniziale, pronto a rinascere nuovo anche a sé stesso.
Nella sua nuova vita diede alle stampe una raccolta di leggende tedesche, firmandosi sotto lo pseudonimo di Philipp von Steinau. Presentò il suo libro come un “itinerario fiabesco” per chi volesse viaggiare in Germania; ma il successo non gli arrise. Le vendite degli altri due Grimm, in compenso, andavano a gonfie vele e il povero Ferdinand, mentre si arrabattava tra vari lavoretti precari, si manteneva con il denaro inviatogli da Jacob.
Nonostante tutti i suoi sforzi, era comunque considerato un “perdigiorno”, incapace di mantenersi in modo dignitoso. Viveva una vita misera, fatta di ristrettezze, ma sempre rintanato nelle biblioteche, dove leggeva e scriveva di miti e leggende.
Il 6 gennaio 1845 Ferdinand morì di polmonite: aveva soltanto cinquantasei anni.
Il suo ultimo libro Fiabe di monti e castelli fu pubblicato postumo in un’edizione di pregio sotto il nome che lui stesso si era scelto: Friedrich Grimm. La sua ultima fatica letteraria ebbe una recensione su un giornale tedesco e fu edita con una bella prefazione, scritta da un “misterioso B.” che dimostrava di conoscere molto intimamente l’autore del libro.
Sembrava che B. avesse voluto fare un dono a Ferdinand e ai suoi “leggiadri fiori della fantasia”, forse nella speranza che anche altri potessero avvertirne il profumo.
La montagna dei gatti: in Italia le fiabe di Ferdinand Grimm
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L’opera del terzo fratello Grimm arriva per la prima volta all’attenzione del pubblico italiano grazie al volume La montagna dei gatti, edito da L’orma editore, che raccoglie fiabe e leggende scritte da questo genio ingiustamente dimenticato.
Il talento letterario di Ferdinand brilla in tutta la sua originalità in questi racconti che mescolano narrazione fiabesca e mito, dimostrando una passione sfrenata per l’elemento magico e il soprannaturale.
Tra le numerose storie raccolte ritroviamo anche quella della leggendaria Montagna dei gatti, che si erge non lontano dalla cittadina tedesca di Merseburg. Forse se vi recate in quei luoghi potete ancora scorgerla e magari ritrovare la gatta nera del vescovo, che si è perduta.
La storia di Ferdinand Grimm, il“ fratello sconosciuto”, rivive nell’ottima prefazione scritta da Marco Federici Solari che offre ai lettori italiani un ritratto inedito e accurato di questo scrittore geniale dalla personalità libera e anticonformista. In fondo oggi Ferdinand appare così contemporaneo nella sua decisione di vivere fuori dagli schemi, fedele solo a sé stesso, alla propria arte e al sogno di diventare un giorno “scrittore”, come aveva avuto cura di puntualizzare sulla sua carta di identità.
La montagna dei gatti restituisce a Ferdinand Grimm la sua dignità di “scrittore”, mostrando per la prima volta sul frontespizio, senza alcun camuffamento o censura, il suo vero nome.
Un risarcimento postumo - e dovuto - a un grande artista, che forse un giorno potrà essere riconosciuto come il “più geniale” dei fratelli Grimm.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Ferdinand, il terzo (e dimenticato) fratello Grimm
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