Sogni di lavorare in una casa editrice? Stai pensando di studiare per diventare un redattore editoriale? Fare l’editor è da sempre il tuo sogno nel cassetto? La lettura è la tua passione più grande e credi che partecipare alle fasi di realizzazione di un libro sia il lavoro della tua vita?
Bene, prima di prendere qualsiasi decisione, ti consiglio di leggere questo post!
Quanti ragazzi, cresciuti con il mito dei grandi scrittori e dei loro classici intramontabili, sognano "da grandi" di poter lavorare nel mondo dell’editoria che quei libri li ha scovati, editati e pubblicati?
Da quando il mercato editoriale è nato e si è sviluppato nella sua accezione moderna, è stato oggetto di aspirazioni e desideri da parte di migliaia di giovani innamorati della lettura, della cultura e della fine arte artigiana di fare i libri.
Purtroppo la pratica è spesso lontana dalla teoria e vuoi per cambiamenti strutturali delle dinamiche lavorative, vuoi per la crisi, vuoi perché non è mai niente bello come sembra, sono altrettanti i giovani che, dopo vari tentativi di entrare a far parte del mondo editoriale, restano delusi, scappano a gambe levate o decidono di darsi agli psicofarmaci.
Cinque cose che devi assolutamente sapere sull’editoria
Abbiamo deciso di scrivere un post con un elenco di informazioni utili e fondamentali per tutti coloro che stanno pensando di dedicare le loro energie allo studio o alla ricerca di un lavoro in questo settore. Insomma, prima di tutto, è bene conoscere il lato oscuro dell’editoria.
- Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi... ti pago!
Se decidete di intraprendere questo lungo e faticoso viaggio nel mondo delle case editrici, è bene sapere che il mercato editoriale, almeno quello che pertiene l’editoria libraria non è decisamente in crescita. La crisi economica, che ha colpito quasi tutti i settori, ha letteralmente travolto la piccola e media editoria. Preparatevi, quindi, ad aggiungere anche questa "scusa" alle motivazioni che i vari editori vi daranno per giustificare la richiesta di un breve periodo (la nozione di brevità è squisitamente relativa) in cui dovrete lavorare gratis o fare uno o più stage formativi (perché insomma, non si è mai preparati abbastanza) sobbarcandovi gli oneri di redazioni stressatissime, sovraccariche di pubblicazioni per poi essere rispediti nel gruppo degli aspiranti stagisti editoriali.
Inoltre, non si sa bene per quale legge di mercato, sembra vigere in editoria la regola "Se ti piace il lavoro che fai, perché dovrei pagarti, già è tanto che ti faccio lavorare. Non immagini neppure l’opportunità che ti sto dando", che spesso si traduce in una sorta di mantra che i redattori precari e rassegnati si ripetono ogni giorno per trovare la forza di mantenere viva la loro passione.
- Non è tutta letteratura quella che si pubblica
Se pensate che fare editoria voglia dire lavorare esclusivamente con i grandi della letteratura italiana e mondiale, dimenticate questo pensiero. Il business dei libri segue le leggi di mercato come ogni altro settore e, seppure esistono ancora realtà editoriali fondamentaliste della qualità che possono permettersi di snobbare schifezze letterarie, commercialmente appetibili, è molto probabile che le vostre prime esperienze (e forse anche le vostre seconde e terze) non abbiano a che fare con capolavori letterari di alto profilo. Per questo dovrete armarvi di tutta l’umiltà di cui siete capaci ed iniziare ad apprezzare la forma del vostro lavoro, molto più della sostanza.
- Poche proposte formative, ma confuse
Una delle difficoltà maggiori incontrate dagli aspiranti del mondo editoriale è quella di far chiarezza sulla strada che sarebbe meglio seguire per avervi accesso. Certo, questo dipende molto anche dal ruolo che si vuole ricoprire ma, in linea di massima, le offerte formative, universitarie incluse, riguardano corsi scadenti, poco pratici e lontani dal mondo del lavoro. Quindi, bisogna spesso cercare altre strade e costruirsi da soli un proprio know-how sui vari ruoli del settore.
- A lavoro dal Cappellaio Matto
Una cosa che in pochi dicono ma che sarebbe la prima da ricordare quando si decide di intraprendere questa strada è che quasi tutti gli editori sono pazzi... sì, avete letto bene, pazzi. Ora è ovvio che non stiamo parlando dell’accezione clinica del termine (anche se in alcuni casi potrebbe sorgere il dubbio psichiatrico), resta comunque il fatto che il mondo editoriale è costellato di figure eccentriche, a partire dagli scrittori, molto spesso narcisisti, capricciosi e pieni di sé (ognuno pensa di essere il David Foster Wallace de noartri), passando per gli addetti alle redazioni, quasi sempre frustrati e stressatissimi dalle scadenze, fino ad arrivare agli editori che da una parte condensano nella loro figura di capi tutte le caratteristiche negative del caso e dall’altra sono frequentemente isterici, esauriti, e per i quali, citando un’amica che lavora nel campo, "il concetto di equilibrio è decisamente fuori moda".
- Uno su mille ce la fa
Anche se doveste decidere che tutti gli aspetti di cui sopra sono nulla rispetto alla passione che avete per il settore, è bene ricordare che la lunga e malpagata gavetta, l’accumulo di incombenze e la frenesia, il lavoro a tutte le ore del giorno e a volte della notte e l’avere a che fare con gente folle non è niente rispetto alla grande e spietata concorrenza che vi troverete a dover fronteggiare anche per l’accaparramento di stage non retribuiti. Insomma, più che di tanta dedizione e passione c’è bisogno di una vera e propria vocazione, anche perché altrimenti, anche economicamente, non ne varrebbe davvero la pena.
Detto questo, è importante tenere presente che non tutte le case editrici sono guidate da questo tipo di dinamiche e che le indicazioni che abbiamo dato qui sono una generalizzazione, seppur legata ad uno studio delle opinioni di chi ha avuto diverse esperienze nel settore. Ognuno ha il suo percorso, la sua vita e le sue coincidenze da seguire e, in fondo, il mondo editoriale continua a mantenere, anche tra chi l’ha lasciato per disperazione, una nota di fascino e magia.
Ad ogni modo, se credete che, malgrado tutti questi ostacoli, l’editoria sia ancora il posto giusto per cercare il vostro lavoro ideale, avete le carte in regola per fare qualche tentativo e, magari, avere successo.
Noi ve lo auguriamo e, proprio per questo, vi invitiamo a seguire la nostra rubrica sul mondo editoriale per scoprire cosa, come e dove trovare informazioni utili per lavorare in editoria.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cinque motivi per NON lavorare in una casa editrice
Buon pezzo.
Tralasciando chi lavora per raccomandazione (e sono ancora tanti), mi permetto di aggiungere che chi lavora gratis perché se lo può permettere svaluta quello che fa e prende il lavoro di quanti invece vorrebbero lo stesso farlo ma non se lo possono permettere: ciò che diventa profondamente ingiusto anche dal punto di vista sociale.
Purtroppo mi pare che a questo si pensi poco.