Sto dall’altra parte del mio tavolo, in silenzio. Spesso il lavoro mi assorbe talmente che non ho il tempo di tirar su la testa. Ma, quando mi capita di uscire allo scoperto, quel silenzio è una stupenda musa ispiratrice che dà libero sfogo ai pensieri. E allora non c’è catena che possa tenermi ferma. Osservo, catalogo, studio. Perché in biblioteca, di interessante non ci sono solo i libri.
Lavorando come bibliotecaria ho individuato cinque tipologie di persone che è possibile incontrare in una biblioteca. A parte il bibliotecario, naturalmente, che ormai fa parte della tappezzeria e ha elementi a suo modo riconoscibili, oltre al cartellino con su scritto "bibliotecario" che gli penzola dal colletto della camicia. Se qualcuno vorrà prendersi la briga di aggiungerne altri, sarà il benvenuto.
1. Lo studente universitario scioperato e rivoluzionario: lo si riconosce per la mappa di tatuaggi che ingentiliscono i suoi bicipiti. Arriva ciondolando alle undici di mattina alla ricerca, come un segugio fa coi tartufi, di una postazione in cui lasciarsi cadere per le successive quattro o cinque ore. Possibilmente un posto nei pressi di una presa di corrente, a cui si attacca con famelica voracità anche abusivamente e di un qualsiasi appoggio su cui possa posare i suoi piedi che sembrano aver fatto la Campagna di Russia, tanto sono stanchi. Tiene a destra un libro pieno di sottolineature di evidenziatori multicolori, alla sinistra il cellulare aperto su WhatsApp. Inutile specificare che i suoi occhi sono sempre rivolti a mancina, ogni tanto un fugace sguardo alle pagine sofferte. Delle meraviglie che lo circondano sui tanti scaffali non gli può importare di meno, viene in biblioteca solo per convincere la mamma che va a studiare, per il bar che fa il caffè ancora a un euro e per il wifi gratis, a banda larga.
2. La badante in libera uscita: questo tipo umano non gira mai da solo, si muove in branco e, di solito, non arriva a più di due metri dalla soglia. Il drappello biondocrinito cerca un tavolo da conquistare e lo circonda con meticolosa decisione, soprattutto il mercoledì pomeriggio. Questa e un’utenza stagionale, alle prime avvisaglie della primavera si sposta al parco.
3. I lettori di giornali: li riconosci dall’età spesso veneranda. Al mattino, a pochi minuti dall’apertura, si fiondano in pole position nell’area emeroteca in modo da ghermire una o più testate appena avviene la consegna. Scalpitano e, nell’attesa, non passa loro neanche per l’anticamera del cervello che potrebbero dare un’occhiata a un libro, sono interessati solo alla cronaca nera, meglio se il fattaccio è avvenuto in provincia e ai guai della politica.
4. Il ragazzino delle medie che deve fare la ricerca di geografia: anche questa specie non si muove mai da sola. Ne arrivano almeno sei tutti insieme, schiamazzanti, con enormi zaini sulle spalle, trascinandosi dietro una scia di afrore di sudore dovuto all’adolescenza che avanza e a una precedente corsa nel parco. Si aggirano per gli scaffali della zona ragazzi, prelevano qualche volume, lo sfogliano svogliatamente mentre si scambiano lazzi e risate. Tutto fa prevedere che questi simpatici verdi virgulti, crescendo, andranno ad alimentare le fila della tipologia numero uno sopra descritta.
5. La donna in carriera, mamma del liceale: la riconosci per il tacco dodici e le meche fresche di parrucchiere, il cellulare fisso all’orecchio, anche se è vietato. Ti guarda come se fossi la prova vivente di un fallimento umano e, con le sue unghie laccate di verde, estrae dalla borsa firmata un bigliettino a quadretti. Masticando un chewing gum, ti domanda "Il libro di quello che si chiama come un animale". "Leopardi?" azzardi e lei, fissandoti con la bocca semiaperta come er Monnezza, risponde indignata: "Ma no, quell’altro, qui mio figlio ha scritto Gattopardi".
"Mah, non saprei, forse allude al Gattopardo. Non è un autore, però, è un titolo. Ce l’ha almeno l’ISBN così lo troviamo subito?"
"Iessebienne? Che è? Non pensavo fosse così complicato avere un libro in questa biblioteca" e, riaccostando al padiglione il suo iPhone ultima generazione, se ne va borbottando: "Me lo compro su Amazon, che qua non capiscono niente".
Naturalmente tutti questi sono scherzi, per ridere un po’ e per raccontare qualcosa in più su questa vita da bibliotecaria, molto affascinante.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cinque tipi che può capitare di incontrare in biblioteca
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