Compagne di viaggio. Racconti di donne ai tempi del comunismo
- Autore: Non disponibile
- Genere: Storie vere
- Anno di pubblicazione: 2011
a cura di Radu Pavel Gheo e Dan Lungu
Ci arriva dalla Romania, partendo dall’iniziativa di due uomini di cultura, ma traendo sostanza e linfa vitale dalle voci e dalle esperienze di 17 donne, questa ulteriore testimonianza il cui scopo è raccontarci e cercare di farci capire, per quanto possibile, quali danni pesanti e a volte irreparabili possa causare un regime alla vita quotidiana e intima delle persone che hanno la sventura di capitare sotto la sua influenza. In questo caso, si tratta della dittatura di Nicolae Ceauşescu, che la Romania ha subìto per ben 22 anni, dal 1967 al 1989, anno della sua deposizione e condanna a morte.
Non è casuale la scelta di affidare alla voce delle donne il racconto delle difficoltà quotidiane che la gente comune incontrava sotto il regime. Le donne sono da sempre il termometro della società, angeli di ferro nel loro ruolo che ne comprende mille e nessuno, mai stanche nell’essere allo stesso tempo lavoratrici, mogli, madri, badanti, e nel cercare, contemporaneamente, di non perdere la propria femminilità e la propria gioia di vivere, cioè i lati del loro carattere che alla fin fine portano più benefici a loro stesse e a chi le circonda. Nel cercare di superare gli ostacoli quotidiani, la donna si ingegna, si sacrifica, e con la sua tenacia riesce ad aggirarli con determinazione e un po’ di spirito.
Dal passato di queste 17 donne e dal graffio indelebile che certe esperienze hanno lasciato dentro di loro nascono questi racconti, che non hanno niente a che vedere con la fiction, ma sono semplicemente sprazzi di vita vissuta, ricordi persistenti in sottofondo, che sembrano appartenere a un tempo lontano e quasi inverosimile, relegato a un vecchio incubo ricorrente e alla sensazione aspra che dà il ripensarci dopo tanti anni. Un incubo, purtroppo, molto reale, ma che tutte queste donne, forse, non lo negano, da una posizione privilegiata, hanno imparato ad accettare come parte del proprio passato e al quale guardano con aria disincantata e quasi sorridendo. La situazione nella quale si trovavano era da una parte considerata normale, non avendo loro, giovani ragazze, un termine di paragone per sviscerarla; allo stesso tempo, però, il loro giovane carattere ribelle le portava a fare di tutto per trovare vie d’uscita, anche imbrogliando e tenendo comportamenti contrari alla legalità, per affermare il proprio diritto alla vita e alla determinazione sopra sé stesse.
Leggendo con attenzione queste testimonianze, ci si accorge di come il diritto principale negato alla donna e, in fondo, anche all’uomo, fosse quello di vivere liberamente la propria sessualità. E’ ovvio che, fino a non molti anni fa, nella maggior parte delle società il sesso è stato represso, additato come negativo a meno che non avesse per fine ultimo il concepimento, e senza inutili e dispersive indulgenze al piacere; nondimeno è impressionante il racconto di come la naturale esuberanza della giovinezza venisse mortificata da visite ginecologiche imposte, atte non tanto a tutelare la salute delle ragazze quanto a determinare la loro serietà o la loro rovina sociale. La proibizione dell’aborto, che aleggia come uno spettro sulle vite di tutte queste ragazze, è un monito di come qualsiasi intrusione nella più personale delle scelte (quella di avere o non avere figli e quando averli) non possa portare ad altro che a conseguenze catastrofiche. Ma questa è solo una parte del racconto che ci offre questo libro, consigliato non solo alle donne, ma a chiunque ami la libertà di scelta.
Compagne di viaggio. Racconti di donne ai tempi del comunismo
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