"Buchmesse: perché non si può mancare" questo l’interessante titolo della conferenza che si è tenuta al Salone del libro di Torino nella sua seconda giornata. Ospiti e interlocutori in questo intervento Juergen Boos direttore dell’importante fiera tedesca, Anna Mioni di AC2 Literary Agency e Martina Testa, traduttrice di SUR.
Juergen Boos racconta della Buchmesse di Francoforte
La fiera di Francoforte è una delle più importanti in Europa e Juergen Boos la presenta al Salone del Libro. Proprio l’8 maggio il direttore della Buchmesse si è incontrato con i suoi collaboratori per capire che cosa proporre ai 7.000 editori che ogni anno vengono alla fiera. La fiera del libro di Francoforte è prima di tutto una rete per traduttori ed editori, un momento in cui queste figure riescono a mostrarsi a quello che potrebbe essere un committente. In questa fiera i traduttori hanno modo di crearsi visibilità e di farsi conoscere.
A Francoforte questo succede ormai da 500 anni, Boos dice:
"siamo un po’ la nonna dei saloni del libro e quindi dobbiamo accudire i nostri nipotini. Il compito della Buchmesse è anche quello di aiutare e promuovere le altre fiere che sono nel mondo, in modo da seguire anche gli autori all’estero."
Proprio per tale ragione è presente a Torino in questa 32^ edizione del Salone.
La Buchmesse, spiega Boos, è presente in tante zone del mondo, sono presenti filiali a New York, Mosca, Londra e tutte hanno il compito di creare una rete che leghi editori, traduttori e fruitori. Ma non solo per dire questo il direttore della fiera del libro più importante in Europa è presente al Salone, l’Italia sarà il Paese ospite nel 2023 e per diventare Paese ospite si deve garantire la pubblicazione di un certo numero di libri nella lingua del Paese ospitante, in questo caso in tedesco.
Un lavoro molto lungo, che va preparato per tempo, dal momento che prima di passare alle traduzioni si devono ottenere tutti i diritti.
Un esempio interessante di cosa succede quando si è paese ospite è il caso della nazione scelta per il 2019, la Norvergia. In questo Paese vi è un’agenzia che ha acquistato i diritti di 5000 volumi per effettuarne le traduzioni e si deve considerare che il Paese in questione ha solo 5 milioni di abitanti. Ovviamente ci si aspetta molto di più dall’Italia che ha molti più abitanti e una grandissima tradizione letteraria alle spalle. Per riuscire bene in tutto questo si dovranno però avere dei sovvenzionamenti dal governo.
Consigli per traduttori: l’esperienza di Anna Mioni e Martina Testa
A prendere la parola a questo punto è Anna Mioni, fondatrice dell’agenzia AC2 Litterary agency, che spiega come per i traduttori presenziare alle fiere sia importante per farsi conoscere dagli editori e anche per seguire le conferenze, in modo da rimanere aggiornati e avere una panoramica su cosa stanno traducendo gli editori e quali sono i temi. Un ottimo modo per comprendere le tendenze dell’editoria è attraverso il catalogo della casa editrice, in modo da vedere se quel preciso editore tratta o meno i temi su cui si è ferrati.
Andare a Francoforte è un modo per conoscere gli editor, con i quali è bene fissare appuntamenti mesi prima, dal momento che il lavoro in questi punti è molto. La Buchemesse è infatti un momento di lavoro serrato, una fiera per addetti ai lavori e presentarsi allo stand senza aver fissato un incontro potrebbe essere controproducente.
In linea con le parole della Mioni è Martina Testa, traduttrice di SUR. La figura del traduttore negli ultimi anni sta cambiando molto, ora il traduttore non è una persona che viene chiamata da editore x per tradurre il testo, ora il traduttore è molto più integrato, fa parte del mondo dell’editoria. Un elemento che porta questo tipo di lavoro ad essere molto più legato a questo genere di eventi.
Un buon traduttore oggi si sente parte del sistema, si intende di editoria e sa come sono strutturati i vari ruoli nelle case editrici. Importante per chi vuole intraprendere questa professione è avere un panorama ben chiaro della lingua e la cultura che si sta traducendo. La Testa si occupa di tradurre l’inglese americano e ricorda come nelle sue prime esperienze le sia stato molto utile trascorrere lunghe giornate nelle librerie degli Stati Uniti.
Proprio questa nuova importanza che ha il traduttore andare a Francoforte può essere un buon modo per farsi conoscere e per conoscere realtà di cui non si era al corrente. Durante questa fiera è possibile avere una panorama chiaro sull’editoria delle lingua di cui ci si occupa e si possono anche scoprire nuove proposte, si possono scoprire fondi o anche progetti che finanziano le traduzioni. Prendere contatti con le case editrici e conoscerle è un buon modo per farsi vedere.
Entrambe le traduttrici ricordano al pubblico in sala di organizzare il viaggio per tempo, non solo per prendere appuntamenti e gestire al meglio il proprio tempo, ma anche per riuscire ad riuscire a risparmiare. Nel periodo della Buchmesse Francoforte è molto cara e di conseguenza è bene prepararsi per tempo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Consigli per aspiranti traduttori: i tips di Buchmesse ed esperte
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