Conversazioni private
- Autore: Ingmar Bergman
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
La complessità dei rapporti umani è un elemento caratterizzante della letteratura contemporanea, ma parlarne non è semplice, specialmente se si tratta dei rapporti di coppia, le cui problematiche sono difficili da raccontare e richiedono un’attenta analisi psicologica.
L’autore europeo che probabilmente ha saputo cogliere gli aspetti più importanti di questo tema, mettendoli in luce sotto forma di immagini e parole è Ingmar Bergman.
Molte delle sue opere, infatti, sia cinematografiche che letterarie, raccontano delle relazioni sentimentali, riuscendo a farci riflettere sul nostro modo di relazionarci con gli altri, proprio come farebbe un bravo e attento psicologo. Questo aspetto ha reso Ingmar Bergman celebre in tutto il mondo ed è tuttora considerato uno dei dei più grandi registi cinematografici e teatrali del pianeta.
"Conversazioni private" (titolo originale dell’opera "Enskilda Samtal" pubblicato in Svezia nel 1996 ed in Italia da Garzanti per la prima volta nello stesso anno con la traduzione di Laura Cangemi, per poi essere ristampato dalla stessa casa editrice nel 2010) è uno tra i libri più significativi che raccontano del rapporto sentimentale tra uomo e donna, ma la sua straordinarietà è legata al modo di parlarne scelto dall’autore: porre sotto la lente di ingrandimento la storia d’amore tra i suoi genitori. Il primo libro che Ingmar Bergman ha dedicato a questo tema è "Con le migliori intenzioni", in cui racconta, in forma romanzata ma con numerose attinenze alla realtà, come i suoi genitori si siano incontrati, il loro successivo fidanzamento e il primo periodo di matrimonio.
"Conversazioni private" narra invece la storia del tradimento, vero o presunto difficile a dirsi, di sua madre Karin Åkerblom, con un giovane studente di teologia Tomas, quando era già sposata da diversi anni con il padre dell’autore, il pastore protestante Erik.
In realtà molti dei libri autobiografici di Ingmar Bergman, contengono solo una parte di verità, poiché in casa Bergman non si parlava molto di vicende private, specialmente in presenza dei bambini e quindi parte dei racconti ha necessariamente aspetti romanzati.
Il grande regista svedese è interessato più che altro all’analisi del carattere, delle emozioni, dei sentimenti dei personaggi che mette in scena. Questo è il motivo per cui si diverte anche a giocare con i nomi, invertendo il nome di sua madre, autentica protagonista di questo libro, che chiama nel romanzo Anna, con quella di sua nonna materna, mentre suo padre assume il nome di Henrik.
La scelta di parlare di vicende molto personali legate alla sua famiglia può far apparire Bergman come un autore che vuole giudicare i suoi genitori, mettendo in evidenza aspetti familiari che molti non racconterebbero mai per non essere scorretti nei loro confronti. Questa tuttavia è un’analisi superficiale: Ingmar Bergman riesce attraverso le pagine di questo libro, a far conoscere anche una parte di se stesso, perché molte delle scelte compiute nella sua complessa vita sentimentale sono state condizionate dall’educazione ricevuta dai suoi genitori e al rapporto di coppia che tra loro si era instaurato.
Il titolo "Conversazioni private" è tratto dal termine usato da Martin Lutero per indicare i colloqui personali simili alle confessioni per i cattolici.
Il libro è suddiviso in cinque conversazioni, cioè colloqui, dialoghi della madre di Ingmar Bergman, Anna nella finzione narrativa, con vari personaggi ed un prologo-epilogo che chiude la storia.
La prima conversazione è tra la protagonista e Padre Jacob, suo padre spirituale e parroco nella chiesa dove Henrik è vicario, in cui Anna confessa il tradimento e il senso di colpa.
La seconda conversazione è quella tra i due coniugi quando Anna decide di dire tutta la verità al marito Henrik; nella terza discute con sua madre mentre nella quarta parla con Tomas con cui si incontra segretamente.
La quinta ed ultima avviene nuovamente con Padre Jacob, nove anni dopo il loro primo incontro. Il prelato, malato e stanco, vorrà sapere da Anna come è andata la sua vita e se ha seguito i suoi consigli.
Il racconto si chiude con un prologo in cui viene ricordato ventisette anni prima il dialogo tra Anna, ragazzina e Padre Jacob, in cui lei dice di non voler ricevere l’Eucarestia.
"Conversazioni private" è un romanzo emozionante e coinvolgente, in cui Bergman descrive con cura ogni particolare, dando la sensazione di vivere in prima persona ogni scena, come solo lui sa fare. Sono tantissimi i colori, le luci e i paesaggi delle città menzionate, come Stoccolma dove si svolge la prima scena, Molde, in Norvegia dove si danno appuntamento Anna e Tomas, Uppsala, la città natale dell’autore, in cui si trova la casa dove sua madre è cresciuta.
I suoi libri, come i suoi film, vanno "ascoltati", perché le parole hanno un suono e un fascino unico nel racconto di Bergman e come sostiene l’autore stesso esse "hanno una vita propria" all’interno della narrazione. "Conversazioni private" mette in luce la personalità femminile, attraverso la forza, il coraggio e la sensibilità della madre dell’autore. La grandezza di Ingmar Bergman sta nel suo coraggio, nella sua umiltà e nella sua straordinaria sensibilità.
Questo libro ha avuto anche una trasposizione cinematografica con la regia di Liv Ullmann e l’interpretazione di Pernilla August nel ruolo di Anna e di Max Von Sydow in quello di Henrik.
"Non riesco ad immaginare un mondo senza di lui" ha dichiarato proprio l’attrice e regista norvegese Liv Ullmann, sua compagna di vita per tanti anni, in un’intervista in seguito alla scomparsa di Ingmar Bergman, avvenuta il 30 luglio del 2007.
La sua assenza è tuttavia solo apparente, in realtà il suo spirito è, per chi crede, ancora presente in mezzo a noi. L’invito di chi scrive è di leggere e rileggere i suoi libri senza stancarsi perché con le sue meravigliose opere, sempre di grande attualità, per i temi toccati, ci lascia un tesoro di valore inestimabile.
Conversazioni private
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