Il 19 gennaio 2000 Bettino Craxi, Presidente del Consiglio dei Ministri dal 4 agosto 1983 al 17 aprile 1987 e Segretario del Partito Socialista Italiano dal 15 luglio 1976 all’11 febbraio 1993, moriva nella sua casa di Hammamet, in Tunisia. A vent’anni della morte tre libri (di cui uno inedito) e un film al cinema vogliono ripercorrere la sua storia di uomo e politico.
Tre libri per ricordare Bettino Craxi
Vent’anni dopo la morte di Craxi, Marcello Sorgi in Presunto colpevole (Einaudi Stile Libero Extra 2020, pp. 128, 13 euro) rievoca “Gli ultimi giorni di Craxi”, come recita il sottotitolo del testo.
Presunto colpevole. Gli ultimi giorni di Craxi
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Claudio Martelli, amico ed ex delfino dello statista socialista scomparso, nel libro L’antipatico (La Nave di Teseo 2020, pp. 223, 18,00 euro) ricorda “Bettino Craxi e la Grande Coalizione”, in un volume che, per ammissione dell’autore, è “
la storia di un manifesto, politico e intellettuale, è la storia di programmi di governo, di coalizioni, di compromessi, di scelte fatte in un’epoca sfrenata e demonizzata da parte di un uomo enigmatico”.
L'antipatico. Bettino Craxi e la grande coalizione
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È da pochi giorni in libreria un romanzo inedito di Bettino Craxi Parigi-Hammamet (Mondadori 2020, pp. 156, 17,00 euro), a cura della Fondazione presieduta dalla figlia Stefania. Una trama di intrighi e tradimenti dove il narratore descrive “Ghino”, primo ministro in vacanza in Tunisia. Craxi firmava i suoi articoli proprio con lo pseudonimo “Ghino di Tacco”, famoso bandito medievale.
Parigi-Hammamet
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La storia di Bettino Craxi, uomo e politico
Bettino Craxi, nato il 24 febbraio 1934, personalità controversa e carismatica, è stato uno degli uomini politici più rilevanti della Repubblica italiana, oltre a essere il politico italiano più importante degli anni Ottanta, il cui centro di potere era quella “Milano da bere”, che fu anche location dell’inizio della fine del primo socialista ad aver rivestito l’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri. Craxi coinvolto nelle inchieste di Mani Pulite condotte dai giudici di Milano, subì due condanne definitive per corruzione e finanziamento illecito al PSI, e morì mentre erano in corso altri quattro processi contro di lui.
Craxi, dichiarato ufficialmente latitante il 21 luglio 1995, durante la latitanza ad Hammamet si considerò sempre un esule, un perseguitato, tanto è vero che tramite fax e lettere continuò a commentare le vicende della politica italiana, perseverando nelle accuse rivolte al PDS e ai giudici di Mani Pulite, affermando di aver ricevuto finanziamenti illeciti, ma non a fini di corruzione.
Celebre lo storico discorso di Craxi nell’era di Tangentopoli sul finanziamento politico alla Camera dei Deputati, il 3 luglio 1992.
“E tuttavia, d’altra parte, ciò che bisogna dire, e che tutti sanno del resto, è che buona parte del finanziamento politico è irregolare o illegale. I partiti, specie quelli che contano su apparati grandi, medi o piccoli, giornali, attività propagandistiche, promozionali e associative, e con essi molte e varie strutture politiche operative, hanno ricorso e ricorrono all’uso di risorse aggiuntive in forma irregolare o illegale. Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale, allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale. Non credo che ci sia nessuno in quest’Aula, responsabile politico di organizzazioni importanti, che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro”.
Nessuno si alzò. Ma la parabola politica del leader socialista ormai era giunta alla fase finale, basti pensare alla contestazione pubblica presso l’Hotel Raphael del 30 aprile 1993, albergo che da anni era la dimora romana di Craxi, quando all’uscita dalla porta principale dell’albergo i manifestanti bersagliarono l’uomo politico con lanci di oggetti, insulti e soprattutto monetine e cantilene irridenti. Con l’aiuto della polizia Craxi riuscì a salire sull’auto e poi lasciò l’hotel.
Alla morte di Craxi, il governo italiano, allora Premier Massimo D’Alema, offrì funerali di Stato, ma i familiari rifiutarono.
“La Tunisia è un paese straniero ma non estraneo”
diceva Craxi. A rendere omaggio a Bettino Craxi sepolto ad Hammamet, nel piccolo cimitero cristiano sotto le mura della Medina, in un recinto di terra che si affaccia sul mare, rivolto verso l’Italia, arriveranno il 19 gennaio circa 600 persone tra le quali Claudio Martelli, Ugo Intini, Margherita Boniver, Maurizio Sacconi, Fabrizio Cicchitto, Claudio Signorile e l’ex sindaco di Milano Carlo Tognoli.
Hammamet: il film di Gianni Amelio su Craxi
La vicenda umana e politica di un personaggio dalle molte sfaccettature come Bettino Craxi, che Giampaolo Pansa definì “cinghialone”, nel bene e nel male è ancora capace di suggestionare gli italiani, visto che il film “Hammamet” di Gianni Amelio sta riscuotendo un grande successo di pubblico e critica. Merito va anche alla straordinaria performance di Pierfrancesco Favino, che non interpreta Craxi, ma è Craxi, stessa andatura, cadenza e timbro di voce. Un Craxi umano, vulnerabile, sconfitto ma non domo, legatissimo alla figlia, che lo ricambia con una dedizione totale. Sono lontani i tempi in cui Rino Formica, allora Ministro delle finanze, utilizzò per etichettare l’ambiente umano e politico della dirigenza socialista, la frase spregiativa “corte di nani e ballerine”. Eppure Matteo Renzi, leader di Italia Viva a “L’Aria che Tira” su La7, pochi giorni fa ha riabilitato la figura del politico socialista:
“Craxi è una grandissima figura del nostro Paese. Io non la penso come i populisti: per loro è tutto bene o tutto male. Craxi era un gigante rispetto ai politici di oggi, anche se non provengo da quella cultura politica”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: 20 anni fa moriva Bettino Craxi: 3 libri e un film lo ricordano
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