Una pioggia di missili sulla striscia di Gaza ha riacceso il sempiterno conflitto armato tra Israele e Palestina che non accenna a placarsi. In seguito all’attacco, Israele ha dichiarato stato di guerra: si tratta di uno dei conflitti più cruenti di sempre in una terra che comunque di guerre ne ha viste molte. Mai ci sono stati tanti civili uccisi in una sola notte e il numero delle vittime pare destinato a crescere.
La poesia di Lea Goldberg
In questa drammatica escalation di violenza e terrore cerchiamo di dare conforto al popolo ebraico attraverso una poesia di Lea Goldberg che recita così Verranno ancora giorni di perdono e di grazia. Questa lirica, comunemente conosciuta con il titolo Davvero verranno giorni, è ritenuta un classico della cultura israeliana.
Goldberg, traduttrice e scrittrice, era nata nella Prussia orientale, oggi Russia, nel 1911 ma scelse sempre di scrivere le proprie poesie in ebraico, la “lingua della sua patria” che lei non considerava una lingua “sacra” ma una lingua moderna e viva, al pari di tutte le altre. Nel 1954 divenne insegnante di letteratura all’Università Ebraica di Gerusalemme e nel 1964 fu eletta direttrice del dipartimento di Letteratura Comparata. Goldberg aveva conosciuto da vicino gli orrori della Seconda guerra mondiale, ciononostante aveva sempre difeso la necessità dei poeti di scrivere poesie d’amore poiché credeva che, soprattutto in tempi di guerra, loro avessero il dovere di farlo. Lea Goldberg credeva che l’amore avesse un valore più grande della violenza, della barbarie e dell’omicidio e in questi versi, malinconici e tuttavia rasserenanti, ce lo ricorda.
Questa poesia fu scritta nel 1943, mentre in Europa imperversava la Seconda guerra mondiale e si inaspriva la folle persecuzione contro gli ebrei. In quei giorni terribili Goldberg osservava la strage impotente, infatti da alcuni anni era emigrata nel Mandato britannico della Palestina. I suoi versi ancora oggi, all’alba di un’altra guerra ci danno coraggio e rinnovano una fede eterna - e struggente - nella vita, capace di risollevarsi dopo ogni catastrofe.
Davvero ancora verranno giorni è racchiusa nella raccolta Lampo all’alba, pubblicata da Giuntina nel 2022 con la traduzione di Paola Messori.
La poesia è molto celebre in Israele ed è stata anche un musicata dal compositore Haim Barkani e cantata da Chava Alberstein.
“Davvero ancora verranno giorni” di Lea Goldberg: testo
Davvero verranno ancora giorni di perdono e di grazia
e camminerai nel campo come l’ingenuo viandanteLa pianta dei tuoi piedi nudi accarezzerà i fili d’erba,
e le sommità delle spighe ti pungeranno, e la loro puntura sarà dolce,
oppure la pioggia ti sorprenderà, con la massa battente delle sue gocce
sulle spalle, sul petto, sul collo e ti rinfrescherà il capo.Davvero camminerai ancora nei campi e la quiete si diffonderà in te,
respirerai il profumo del solco trovando pace a ogni respiro
vedrai il sole nello specchio della pozza dorata
le cose e la vita saranno semplici e sarà permesso toccarle
e sarà permesso, permesso, permesso amareCamminerai nei campi da sola,
non ti brucerai nella vampa degli incendi,
in strade indurite dal terrore e dal sangue.
E con cuore sincero sarai di nuovo umile e docile
come un filo d’erba, come un essere umano,
cui è permesso, permesso amare.
“Verranno ancora giorni di perdono e di grazia” di Lea Goldberg: commento
Link affiliato
La poesia di Lea Goldberg oggi appare come una visione di speranza, che ci ricorda il valore della letteratura anche in tempi difficili. I poeti devono scrivere sempre poesie d’amore, diceva Goldberg, e in queste sue parole ci insegna la cura contro la violenza disumana e insensata. Davvero verranno giorni ci assicura la poetessa, immaginando una rinascita dopo la catastrofe. Come se tutte le vittime civili e innocenti dei terribili bombardamenti di questi giorni potessero rialzarsi e tornare a camminare, sentire i sottili fili d’erba sotto i piedi e la luce dorata del sole sulla pelle. Restiamo umani, ci ricorda Lea Goldberg nella struggente conclusione: poiché l’umanità è dove c’è amore. Ed è questo il miracolo della vita che in queste parole la poetessa israeliana ci fa sentire palpitante e vitale, più forte delle bombe e della morte, la vita è là dove “è permesso, permesso amare”.
“Pace” può apparire una parola astratta, una parola vuota, soprattutto in tempi atroci come questi, in cui la violenza genera altra violenza; ma ecco che nella poesia di Lea Goldberg il termine “pace” assume d’improvviso una forma concreta.
La pace è nella sensazione piena della vita, “nei giorni di perdono e di grazia”, in cui un essere umano può camminare libero per le strade e per i campi, senza alcuna paura, rigenerandosi al sole e al battito della pioggia, consapevole di essere vivo e di poter amare. Sembra quasi una promessa di resurrezione; ma in fondo è ciò che auguriamo a tutte le vittime di questa strage, che presto vengano di nuovo per loro giorni vitali e lieti, perché la violenza non può trionfare e la guerra, ogni guerra, in fondo non ha nessun vincitore.
È struggente il finale in cui Goldberg paragona l’esistenza di un essere umano a quella di un filo d’erba: in questa similitudine troviamo un forte riferimento alla fragilità della vita, ma anche un inno alla resilienza, “sarai di nuovo umile e dolce” dice la poetessa, rinnovando attraverso il verbo coniugato al futuro la fede in un’umanità migliore.
La poesia di Lea Goldberg sfuma in un canto malinconico e rasserenante che oggi vorremmo cantare in un coro, per mitigare la sofferenza della gente che patisce, soffre e muore.
non ti brucerai nella vampa degli incendi,
in strade indurite dal terrore e dal sangue.
È una poesia, ma sembra essere quasi una preghiera, come i canti ebraici cantati nelle sinagoghe. Del resto, Lea Goldberg scriveva in ebraico, la lingua sacra che lei riteneva essere una lingua viva. Oggi speriamo che quel linguaggio così evocativo, il linguaggio divino che ha generato “miriadi di forme e creature” possa farsi tramite di un messaggio più grande, capace di andare oltre la vita, oltre la morte.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Verranno ancora giorni di perdono e di grazia” di Lea Goldberg: una poesia per la pace
Lascia il tuo commento