Sarà capitato di sicuro anche a voi di avere un déjà-vu, un episodio particolare durante il quale ci sembra chiaramente e inequivocabilmente di aver già vissuto un determinato momento. Una scena già vista, un’esperienza già fatta, la sensazione chiara e netta che quello che stiamo vivendo sia già successo e che ne abbiamo un ricordo. Ma cosa sono questi episodi?
Déjà-vu o déjà vu è un’espressione francese che significa "già visto" (déjà vecù). Con questa espressione indichiamo un fenomeno psichico che rientra nelle forme d’alterazione dei ricordi, anche dette paramnesie. Il termine fu coniato ne L’Avenir des sciences psychiques di Boirac.
Cos’è un déja vu?
Durante un déja vu il soggetto entra in contatto con persone, ambienti, oggetti, animali e situazioni che fanno sì che tale soggetto creda di aver già sperimentato precedentemente quella stessa vicenda. Durante questi episodi il soggetto sperimenta contemporaneamente un forte senso di familiarità e la consapevolezza che quello che sta succedendo non corrisponda realmente ad una esperienza vissuta. Dunque avvertiamo un senso di "soprannaturalità": banalmente sembra che si sia inceppato qualcosa, che il tempo sia tornato indietro. Ma sappiamo che questo non è possibile.
Cosa succede quindi durante un déjà vu? Una possibile spiegazione scientifica del fenomeno potrebbe essere questa: potrebbe verificarsi un’ alterazione (patologica o momentanea; selettiva o pervasiva) delle funzioni cognitive di riconoscimento (attenzione) e recupero (memoria), e questo genera una falsa sensazione di familiarità.
È molto difficile fare ricerca su questo fenomeno perché quest’ultimo è molto complesso da ricreare in laboratorio. Dunque questo fenomeno è attribuibile ad anomalie della memoria o tracce lasciate da sogni dimenticati già prima del risveglio, ma un nuovissimo studio compiuto dall’università scozzese Sant’Andrews condotto dallo scienziato Akira O’Connor, sembra attestare che si tratti in realtà di una verifica che la nostra mente compie su ricordi che abbiamo davvero, per accertarsi che tutto funzioni bene, che i ricordi che si hanno siano effettivamente veri e reali.
È sicuramente un argomento interessante da approfondire, per esempio con letture come Piramidi di tempo. Storie e teorie del déjà vu, di Remo Bodei.
Dejavu o deja vu: come si scrive?
Una volta capito di cosa si tratta resta ancora una domanda da farsi: come si scrive? Come abbiamo già detto si tratta di una locuzione francese: déjà-vu (‹deˇ∫à vü›). Déjà significa già, e vu è il participio passato del verbo vedere, cioè visto. "Già visto".
Con il trattino o senza, la locuzione si scrive mantenendo le due parole staccate. Errato quindi scrivere dejavu tutto attaccato.
A voi capita spesso di avere dei déjà-vu? Fatecelo sapere nei commenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Dejavu o deja vu: cos’è e come si scrive?
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