

Con la figura di Democrito la filosofia sfoggia tutta la sua capacità intuitiva e il suo spirito anticipatore: ricordato come il filosofo degli atomi, seppe elaborare un concetto fecondo di sviluppi che, poi, profondamente rivisitato, costituirà uno dei cardini della fisica contemporanea.
Versato nello studio della natura ma interessato anche alla storia, alla morale e al linguaggio, in Democrito, che incarna perfettamente la figura del sapiente tutto dedito allo studio, si manifesta chiaramente una tendenza enciclopedica molto presente nella Atene del V secolo a.C.
Collocato dalla critica tra i fisici pluralisti, con Empedocle e Anassagora, Democrito fu in realtà un pensatore che subì vari influssi: se con la sua filosofia degli atomi seppe dare originali risposte ai problemi posti dai presocratici precedenti, si confrontò, in qualche modo anche con la sofistica e con Socrate.
Analizziamo vita e pensiero filosofico di Democrito.
La vita e le opere di Democrito
Nato ad Abdera, nella Tracia, tra il 460 e il 459 a.C. Democrito fu discepolo di Leucippo, un filosofo che fondò una sua scuola in questa città dopo aver conosciuto le dottrine dei filosofi eleati. Sono poche le notizie certe sulla vita di Democrito, ma alcune testimonianze ci raccontano che apparteneva a una famiglia agiata e che dedicò gran parte della sua vita allo studio e ai viaggi. Visitò, infatti, l’Etiopia, l’Egitto e l’India e visse per qualche tempo in una Atene che viveva un momento di grande splendore; qui venne in contatto sia con la sofistica che con il pensiero di Socrate.
Visse a lungo Democrito, secondo alcuni più di un secolo, e fu un autore prolifico: anche se oggi ci rimangono di lui solo alcune testimonianze e alcuni frammenti, i biografi e i filosofi successivi raccontano che fosse autore di una Piccola cosmologia , di un trattato Sulla natura e di altri scritti Sulle forme degli atomi e Sulle parole.
Il pensiero filosofico di Democrito
La filosofia degli atomi e l’universo infinito
Con la sua filosofia Democrito vuole rispondere a un problema che la filosofia di Parmenide e i paradossi del suo discepolo Zenone avevano lasciato irrisolto: come è possibile spiegare quel cambiamento e quel divenire che percepiamo con i nostri sensi e che, se ci affidiamo alla sola ragione, rimane confinato nel non essere e si rivela illusorio?
Democrito riesce in questo intento associando l’essere e il non-essere di Parmenide al pieno e al vuoto: l’essere è il pieno, ed è pieno di materia, mentre il non-essere coincide col vuoto ovvero con quello spazio in cui la materia può muoversi. Non solo, mentre Zenone, basandosi su una concezione che intende lo spazio come continuo credeva che questo fosse infinitamente divisibile, Democrito fa propria l’idea di uno spazio discreto, dove la materia, per quanto divisibile, raggiunge, a un certo punto, un limite invalicabile: tutte ciò che esiste deve essere formato da parti piccolissime e non ulteriormente divisibili, da elementi (ossia da costituenti primi) che non possono essere scomposti nuovamente.
Tali elementi sono gli atomi (l’etimologia della parola a-tomo indica, attraverso la a- privativa proprio la non-divisibilità): essi costituiscono l’essere di Democrito, ciò che esiste davvero, al di là del cambiamento e del divenire. Gli atomi vanno pensati come elementi materiali, pieni di essere, ossia di materia, quindi qualitativamente tutti uguali, anche se presentano delle differenze dal punto di vista quantitativo: variano, infatti, per forma, ordine e posizione.
Gli atomi per Democrito sono anche infiniti e ciò porta con sé una conseguenza rivoluzionaria: se essi sono illimitati allora anche lo stesso universo non avrà confini: Democrito è il primo ad ammettere che l’universo possa avere una pluralità infinita di mondi, dove potrebbero esserci anche creature simili all’uomo.
Il divenire e il cambiamento, invece, non vanno pensati come un passaggio dall’essere al non-essere (o viceversa) ma come un passaggio dall’essere ad un’altra forma di essere: Democrito spiega tutto ciò che si dà nella realtà come un’aggregazione di atomi, quando gli atomi coinvolti in tale aggregazione si disgregano si dà il cambiamento (un uomo è composto di atomi, quando muore tali atomi non spariscono ma vanno a formare la materia organica).
Gli atomi si muovono nel vuoto e possono farlo in modi diversi:
- inizialmente sono soggetti a un moto caotico, simile a quello del pulviscolo nell’aria;
- da tale movimento ne nasce un secondo, vorticoso, che è responsabile dell’aggregazione degli atomi;
- infine abbiamo il movimento degli atomi che si sprigionano da tutte le cose e sono chiamati effluvi: per Democrito, ad esempio, noi sentiamo i profumi perché l’essenza depositata sulla pelle altrui produce un flusso di atomi che ci colpisce, entra in noi e viene riconosciuto dagli atomi simili presenti in noi.
Conoscenza, materialismo e meccanicismo in Democrito
Come già Parmenide, anche Democrito distingue tra:
- una conoscenza sensibile, oscura, che genera delle opinioni e che può considerarsi illusoria;
- una conoscenza razionale, genuina, che ci porta alla verità. È quest’ultima che ci fa comprendere che la vera realtà è fatta di atomi e vuoto e non, ad esempio, di caldo e di freddo.
Lungi dal contrapporsi, queste due forme di conoscenze rimandano sempre l’una all’altra: se volessimo esprimerci col linguaggio proprio della rivoluzione scientifica, diremmo che, nella filosofia di Democrito, la ragione si applica sempre all’esperienza, che si parte da ciò che percepiscono i sensi ma questi dati devono essere oggetto di una rielaborazione razionale che ci permetta di spiegare la realtà.
Questo non è l’unico aspetto che mostra la modernità del pensiero del filosofo di Abdera: abbiamo già notato che tutto nella realtà è composto di atomi, secondo Democrito: siamo di fronte a un materialismo dove non si danno realtà immateriali e soprasensibili; anche l’anima umana, per quanto formata da speciali atomi di forma liscia, sferica e di natura ignea, simili al fuoco, è materiale e quindi mortale.
Se tutto è materia nella fisica di Democrito non c’è posto per forze soprannaturali, per cause intelligenti che assegnano un fine al mondo. Ciò non significa che, come scrisse Dante,
“Democrito […] l’mondo a caso pone” (Dante, Inferno, IV)
ma che tutto nella realtà è soggetto a un meccanicismo stringente: gli atomi sono costitutivamente dotati di energia, hanno un movimento autonomo, quindi si incontrano, si scontrano e si aggregano per una loro forza interna, per leggi intrinseche si potrebbe dire con linguaggio più moderno. Tutto ciò che avviene nella realtà fisica, in definitiva, è regolato da leggi interne alla realtà, da una necessità meccanica molto dissimile dalla volontà divina.
La filosofia di Democrito è, allora, anche un determinismo: tutto ciò che avviene dall’universo comporta una serie precisa di cause che lo ha prodotto e nulla in realtà dipende dal caso come erroneamente sentenziava davanti, in chiaro imbarazzo di fronte a un pensiero che poco ha da invidiare a uno schietto ateismo.
L’etica e il cosmopolitismo di Democrito
Famoso per le sue sentenze morali, Democrito elabora un’etica che poco ha a che spartire con la sua ontologia, ma che appare molto conseguente alla convinzione che solo l’esercizio di una conoscenza razionale e genuina possa condurre alla verità.
Se la religione è nata dalla paura che l’uomo, all’inizio dei tempi, nutriva per le calamità naturali e può considerarsi una pratica vicina alla superstizione perché in realtà, per Democrito gli Dei, fatti di atomi come gli uomini, si disinteressano totalmente al mondo e a chi lo abita, spunti più interessanti li troviamo nell’etica.
Solo se perseguiamo l’equilibrio e la misura possiamo raggiungere la vera felicità che si realizza in una dimensione tutta interiore e spirituale: non è la vanità delle ricchezze a renderci nobili e a donarci la gioia ma la capacità di non ricadere negli eccessi e di perseguire sempre, nei nostri atteggiamenti, una proporzione che conduce all’armonia. In questa prospettiva intimista anche le nostre scelte devono essere guidate soprattutto dal rispetto verso noi stessi e più che i risultati derivanti dalle nostre azioni, contano le intenzioni dalle quali siamo mossi.
I conflitti tra gli uomini, secondo Democrito, possono essere superati raggiungendo la consapevolezza di essere cittadini del mondo: sentirsi dovunque a casa propria e proclamarsi tutti abitanti della stessa patria sono i tratti salienti di un cosmopolitismo che gli Illuministi faranno proprio.
Nume tutelare della fisica, Democrito propone una visione disincantata e anticonformista che rivelerà a pieno la sua modernità solo nei secoli successivi: le intuizioni del filosofo degli atomi si riveleranno essenziali per decretare le fine dell’universo aristotelico tolemaico e offriranno spunti preziosi per la fisica contemporanea.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Democrito: vita e pensiero del filosofo degli atomi
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