Edoardo. L’intruso tra gli Agnelli
- Autore: Marco Bernardini
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Chissà perché, con una buona dose di conformismo, dobbiamo per forza amare i figli, anche se questi ultimi non ci piacciono, perché hanno interessi diversi, o non hanno il senso del danaro, o pensano solo a fumare marijuana o vivono in India per lunghi periodi.
Ma soprattutto, come andare d’accordo se il padre è Gianni Agnelli, che è stato un uomo potente, amato, invidiato? Se lo chiede l’autore che tratta con molto rispetto Edoardo Agnelli. Ci ricorda che da giovane lo chiamavano Crazy Eddy a New York, tra ragazze disinibite, alcool e marijuana e forse altro che non viene detto. Una scrittura pacata per una storia molto forte, soprattutto perché Marco Bernardini col suo Edoardo. L’intruso tra gli Agnelli (Compagnia editoriale Aliberti, 2023, prefazione di Mimmo Calopresti) si sofferma molto sugli ultimi anni di vita di Edoardo Agnelli.
Scrive Calopresti:
"Tuo padre che da piccolo ti abbandonava a casa per andare a vedere vincere la sua Juventus, la sua squadra di football costruita per vincere tutto quello che c’è da vincere. A te non restava che l’ammirazione per la grande fabbrica, per la grande storia che stava costruendo l’avvocato Agnelli: tuo padre".
Chi scrive si è accorto che il piccolo passo tratto dalla prefazione è così di cuore che sembra senza filtri, con il verbo "vincere" inserito tre volte. Evidentemente chi si è occupato di Edoardo Agnelli non riesce a restare alla sola narrazione dei fatti. C’erano tanti "io" nel mondo dell’uomo: una persona colta, che leggeva molti libri religiosi, più che di mistica, anche di tendenza, come Sai Baba. Ma sembrava sempre tutto forzato, ovverosia il padre fece i miliardi, ma era un ateo, un donnaiolo, e l’unica cosa che accomunava padre e figlio era il grande fascino. Il padre tradì la madre, Marella Caracciolo, una bellissima donna dall’incedere come un’aristocratica d’antan, modella per passare il tempo, quando in realtà la sua grande passione era il giardinaggio.
La parte in cui il libro eccelle è quella che descrive il rapporto di Edoardo con Giovannino, figlio di Umberto Agnelli, fratello di Gianni, adorato dallo zio, che a soli trentatré anni aveva già messo la sua impronta sulla Fiat. Una malattia spaventosa non gli diede il tempo di crescere professionalmente e privatamente. La morte di Giovannino prostrò vieppiù il carattere di Edoardo, sempre sull’abisso di una profonda depressione.
La verità è che Edoardo Agnelli era del tutto solo. Le sue idee sulla Fiat non avevano un minimo di considerazione, l’avvocato Agnelli non capiva dove aveva sbagliato con il legittimo figlio maschio, avuto da Marella, ma aveva sempre da fare che l’unico modo per stare insieme era andare alla stadio a vedere la Juventus. Edoardo non era sposato, ma voleva una famiglia. Aveva quarantasei anni quando capitò il "fatto"; era molto amato dalla sorella, Margherita, i nipoti gli facevano le feste. Solo la sorella ebbe il coraggio di dirgli, da ultimo, che lo vedeva molto triste, se prendeva gli antidepressivi con regolarità e anche in questo caso l’autore scrive poco. Ma le vicende del figlio di Gianni Agnelli erano note a tutto l’entourage della Fiat e alle riviste di gossip che si erano già accanite ai tempi dell’arresto a Malindi, per spaccio di droga, dove fortunatamente non finì in galera, ma
ci passò un’intera notte.
Marco Bernardini nel capitolo finale scrive molto poco, come segno di rispetto, come faremo noi. Era proprio un intruso il figlio di Gianni Agnelli, così si tolse di mezzo.
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