Eiar Eiar Alalà. Canzoni alla radio 1924-1944
- Autore: Franco Zanetti, Federico Pistone
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Baldini+Castoldi
- Anno di pubblicazione: 2024
Il fascismo ha fatto anche cose buone. Più che un’opinione un mantra, una frase buona per tutte le stagioni, da tirare fuori al bar o a cena con gli amici, meglio se brilli. Che poi è vero: nel ventennio, non è che le cose siano andate così male. A parte la guerra, le leggi razziali, la sospensione della democrazia, l’eliminazione di gran parte dei diritti civili, la violenza squadrista, la gente morta ammazzata o mandata al confino e i ladrocini di regime, i nostri nonni sono vissuti in un Eden.
La coltivazione della cicoria, per dire, raggiunse il suo massimo storico, il Minculpop alleggeriva la vita degli italiani con la sua comicità involontaria e i treni arrivavano in orario, specie in direzione Auschwitz e dintorni. E poi la musica. Una colonna sonora leggera, non ancora contaminata dai “ritmi negroidi” (così la pensava l’intellighenzia fascista a proposito del jazz), destinata ai patrioti grazie all’ineffabile radio di Stato.
Eiar Eiar Alalà. Canzoni alla radio 1924-1944 (Baldini+Castoldi, 2024) raccoglie centrotrenta brani che hanno rappresentato, in un modo o in un altro, i sogni e le speranze degli italiani durante la dittatura fascista.
I due autori, Franco Zanetti e Federico Pistone, erano partiti con l’idea di concentrarsi sulla produzione legata alla propaganda per poi cambiare gli obiettivi in corsa, lasciando spazio anche alle canzoni “commerciali”. Una decisione saggia, che consente di offrire al lettore la possibilità di immergersi in un segmento a rischio oblio, meritevole di una riscoperta e di una giusta rivalutazione.
Il libro prende in esame il periodo 1924-1944, anche se, in realtà, Zanetti e Pistone inaugurano la propria opera con undici brani usciti negli anni precedenti, tra i quali la popolare “Gastone” di Ettore Petrolini, del 1921.
Ogni canzone è immersa in una scheda che ne svela la genesi, il contesto storico, il significato del testo, le curiosità; alcune di esse sono state (a volte giustamente) dimenticate, altre sono riuscite a entrare nel nostro immaginario, come nel caso di “Ma se ghe penso”, “Pippo non lo sa”, “Ma le gambe”, “Ba ba (baciami piccina)” o “Tammuriata nera”. Che poi queste 364 pagine avrebbero potuto essere di più fa parte del gioco e Eiar Eiar Alalà, in fondo, un gioco lo è davvero, sia pur condotto con serietà e cognizione di causa.
Ad arricchire il volume, le pre e postfazioni di Riccaro Bertoncelli, Vincenzo Mollica e Francesco Guccini, oltre a una colonna sonora a tema offerta dalle Sorelle Marinetti, disponibile grazie a un QR-code.
Eiar Eiar Alalà. Canzoni alla radio 1924-1944
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