Maurizio Martucci è un giornalista d’inchiesta, collabora con Il Fatto Quotidiano ed è giunto alla sua nona fatica letteraria. Tempo fa ci aveva anticipato in un’altra intervista come il suo nuovo libro sarebbe stato una denuncia sulle minacce ambientali ed è stato di parola. Ora, per le ecologiste edizioni Terra Nuova, è in uscita il suo “Manuale di difesa per elettrosensibili, come sopravvivere all’elettrosmog di cellulari, Wi-Fi e antenne di telefonia mobile, mentre arrivano 5G e Wi-Fi dallo spazio”, ovvero la telefonia di ultima generazione nel problema delle onde elettromagnetiche, classificate dal 2011 come potenzialmente cancerogene dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il massimo organismo sanitario a livello mondiale.
Quando gli domandiamo un’intervista sul libro, parte da una premessa:
“Non è una battaglia da neo-luddista da terzo millennio, di chi è contrario al progresso tecnologico per convinzione ideologica, ma una denuncia per la tutela della salute pubblica: se non ci sarà una tecnorivolta, col 5G saremo esposti a gravi rischi sanitari che potrebbero seriamente minare la salute pubblica. Serve una presa di coscienza sull’invisibile e inodore pericolo ubiquitario”.
Mentre il Governo Conte mette all’asta le nuove frequenze, Martucci denuncia pubblicamente il pericolo a cui tutti saremo esposti.
Abbiamo intervistato l’autore per approfondire il tema e chiarire le sue posizioni.
Maurizio, perché ha deciso di occuparsi dell’elettrosmog nel suo ultimo libro?
Il problema viene ignorato, nella migliore delle ipotesi sottostimato. Nel silenzio complice degli enormi interessi delle lobby di telecomunicazioni, da un decennio stiamo assistendo all’espansione di una moderna malattia nei paesi occidentali, l’elettrosensibilità, non riconosciuta da aziende sanitarie e governi perché mina le fondamenta dell’innocuità dell’ipercomunicazione di massa. Ma il problema c’è, esiste, ed è grave, ci stiamo ammalando senza che nessuno faccia niente per arrestare quest’involuzione del sistema. E già si contano i caduti, anche questa guerra ha le sue vittime, nel libro racconto le loro strazianti storie…
Secondo Lei, perché non si sta facendo abbastanza per prevenire eventuali danni da elettrosmog?
Non siamo tutelati. Gli studi indipendenti, cioè quelli finanziati dagli organismi pubblici come l’ultimo pubblicato dell’Istituto Ramazzini di Bologna, chiariscono come le onde elettromagnetiche possano causare tumori, infarto ed altre malattie neurodegenerative, mentre i tribunali incasellano sentenze che certificano giuridicamente il nesso telefonino=cancro, ma gli interessi del grande business fanno orecchie da mercante e, complice un sistema politico che finge di non sentire e i massmedia che stranamente glissano il tema, si prosegue nell’inarrestabile avanzata delle comunicazioni senza fili come nulla fosse, anche perché telefonare ovunque è comodo e fa piacere a tutti. Rinunciarvi non conviene. Ma a quale prezzo? …
Ad oggi la scienza è divisa, ci viene detto che non è sicuro che l’elettrosmog faccia male alla salute. Da dove deriva la sua sicurezza che telefonini che abbiamo tutti e wi-fi si cui siamo circondati provochino danni alla salute?
L’organismo è per la stragrande maggioranza fatto d’acqua e questa non è altro che un conduttore dei campi elettromagnetici, quindi – ad esempio - ogni volta che veniamo irradiati da un segnale Wi-Fi o siamo in conversazione al telefono cellulare, il nostro corpo assorbe onde disarmoniche, con frequenze pericolose per la nostra salute... e sapete qual è il problema? Che ci tengono all’oscuro, non ci fanno sapere nulla... Non ci dicono che la stragrande maggioranza degli studi indipendenti conferma gli effetti biologici delle irradiazioni mentre quelli finanziati dalle lobby dicono esattamente il contrario... sarà un caso? E poi non ci sono indagini epidemiologiche, ad esempio nel raggio di 1-2 chilometri da un’antenna di telefonia mobile, di solito installata sui tetti dei palazzi... non sappiamo quanta gente si ammala nelle vicinanze di un’antenna e di cosa sta male, se esposta 24 ore al giorno all’elettrosmog. Così come non sappiamo cosa succede parlando per 15-20 anni col telefonino poggiato in testa, per 3-4 ore ogni giorno, e non a settimana come dicono desueti studi negazionisti. E poi la classe medica è arretrata, non conosce l’elettrosensibilità così come ignora le malattie potenzialmente derivanti dall’elettrosmog. Il caso emblematico di Radio Vaticana non ha insegnato nulla… e sempre più persone continuano ad ammalarsi, anche in giovane età, senza farsene una ragione...
La mia sicurezza è suffragata da un migliaio di studi medico-scientifici autorevoli e validati che riporto nel libro e che attestano una situazione allarmante con la quale, prima o poi, politica e governi saranno costretti a confrontarsi.
Esiste secondo Lei un’alternativa per arginare il problema o c’è il rischio con le nuove tecnologie che la quantità di onde a cui saremo sottoposti aumenti sempre più?
Il problema dell’elettrosmog è mondiale ma l’alternativa sicura esiste, è il cablaggio e il Li-Fi, non le radiofrequenze. Vedo con quanta disinvoltura il ministro Di Maio sponsorizza l’asta per il 5G, la telefonia di ultima generazione, facendo finta di non sapere che questo significherà incrementare all’ennesima potenza il numero delle antenne su tutto il territorio nazionale, finendo per aumentare di ben 100 volte l’irradiazione elettromagnetica per spingere il limite di legge dai moderati 6 V/m sulla soglia dei 61 V/m. Allora, la domanda la faccio io: È più importante l’innovazione tecnologica o la difesa della salute pubblica?
E glielo chiediamo anche noi: secondo Lei, in nome dell’innovazione tecnologica può venir meno l’attenzione e la difesa della salute pubblica?
Dico che si naviga al buio, cioè che la ricerca medica è costretta a rincorrere la più veloce innovazione tecnologica, mettendo sul tavolo risultati concreti – che magari ridisegnano lo scenario globale come è stato per il fumo delle sigarette e l’amianto - quando ormai il latte è stato versato ed è tardi correre ai ripari. E dalla politica, poi, non ne parliamo... Stiamo ancora aspettando i risultati parziali dei più grossi studi al mondo sugli effetti non termici del 3G, cioè l’’UMTS, mentre dal 2012 c’è il 4G e a breve saremo inondati da un vero e proprio tsunami di micro-onde millimetriche del 5G, un esperimento sulla popolazione civile dove tutti faremo da cavie... contrariamente a quanto vieta il codice di Norimberga! Non ci sono precedenti nella storia dell’umanità. Lo scriverò a Grillo che combatteva contro l’elettrosmog del MUOS in Sicilia, ma pure a Di Maio e Costa. Non potranno più dire di non sapere…
Secondo Lei, la soluzione sarebbe fermare tutto?
L’ISDE Italia, medici ambientali accreditati dall’OMS, ha ragionevolmente chiesto una moratoria, cioè di fermare tutto finché non si avranno riscontri certi su questa nuova tecnologia! In sostanza, serve una tecnoribellione, una tecnorivolta, ma prima una presa di coscienza consapevole su quello che significano Wi- Fi, wireless e 5G. Per questo, nel libro, ho portato in emersione una serie impressionante di casi di persone ammalate da elettrosmog, di ragazzini che hanno accusato un infarto a scuola davanti un PC e di quanti si sono ammalati di tumore dopo l’installazione del Wi-Fi in classe per far capire che prima di maneggiare con innocente disinvoltura strumentazioni Hi-Tech che emettono onde non ionizzanti a pochi millimetri dal cervello o dal altri organi vitali, bisognerebbe informarsi sui pericoli a cui si va incontro.
Propone quindi di attuare una sorta di "Tecnoribellione", come l’ha definita Lei?
Un approccio più cautelare e prudente potrebbe risparmiarci spiacevoli sorprese, soprattutto su bambini e soggetti più vulnerabili. La minimizzazione del rischio e il principio di precauzione devono rimanere una capo saldo per non trovarci da qui a qualche anno tra le sabbie mobili, in un punto di non ritorno che solo a prefigurarlo mi fa venire i brividi…. Ma è già tardi?…
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Elettrosmog da 5G: Maurizio Martucci auspica la tecnoribellione in un libro-denuncia
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Sono assolutamente d’accordo
penso ci sia qualcosa di più
non ho prove concrete ma
mi sono successe delle cose
veramente spiacevoli
credo che qualcuno le usi
anche per scopi veramente illeciti