"Errare humanum est" è una famosa locuzione latina dalla traduzione piuttosto immediata. Anche se ne esiste qualche traccia in Cicerone, Livio e Seneca, la sua attribuzione si fa risalire principalmente a sant’Agostino, che nei Sermones scrive:
"Humanum fuit errare, diabolicum est per animositatem in errore manere."
Tradotta liberamente, la frase significa:
"Aver commesso un errore è umano, diabolico è invece insistervi per superbia."
Se è vero che da qui deriva la famosa espressione, cosa significa esattamente "errare humanum est"? Quando si usa? Scopriamolo insieme.
Errare humanum est: cosa significa?
L’espressione tradotta letteralmente significa "commettere errori è umano".
In realtà, però, proprio come accadeva per Sant’Agostino, il modo di dire intero prevede un seguito, altrettanto famoso ma meno citato: "perseverare autem diabolicum".
Nel suo complesso, quindi, la frase completa sarebbe "errare humanum est, perseverare autem diabolicum", che significa:
"Commettere errori è umano, ma perseverare è diabolico".
Quando si usa?
Ancor più se troncata prima della seconda parte, l’espressione è usata per attenuare la gravità della colpa per gli errori commessi: commettiamo errori inevitabilmente, perché sbagliare è umano, fa parte della nostra natura.
Attenzione, però: continuare a commetterne è diabolico. Che l’errore sia tollerato, perché inevitabile e connaturato all’uomo, non significa che si possa continuare a commettere errori gratuitamente, senza porsi scrupoli o assumersene le proprie responsabilità, anzi, ogni sbaglio deve diventare un’occasione per migliorarsi. Insomma, per usare un’altra espressione famosissima, la giustificazione vuole ricordarci che sbagliando si impara.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Errare humanum est: cosa significa e quando si usa?
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