Esame di Stato 2020, post quarantena per COVID-19. Rivedersi in presenza tra professori e alunni, dopo mesi di isolamento e di didattica a distanza, ha risvegliato emozioni e sentimenti profondi.
Per i ragazzi, che si sono affacciati all’Esame di Stato con trepidazione, è stato un ritorno nella scuola dove hanno trascorso anni di formazione e di crescita, di incontri di sguardi e di passioni, di condivisione del ricordo di ore di studio, di noia, di abbandono, di dissolutezza e di formazione.
Per gli insegnanti è stato ugualmente un tuffo nel passato, rivederli a distanza ha generato un miscuglio di sentimenti. Nessun esame, finora svolto in qualità di commissario negli Esami di Stato, ha risvegliato in me e nei miei colleghi tante emozioni. È come se in un istante si fosse materializzata la tanta voglia che avevamo di normalità con la possibilità di vedere, in presenza, gli sguardi dei nostri alunni per poter cogliere il ritmo dei loro battiti, le vibrazioni dei loro corpi sotto il tremito della paura, e nel frattempo, della gioia, dell’esame. Abbiamo visto la loro maturazione, li abbiamo ricordati più piccoli, quando appena adolescenti ancora non avevano completato la loro crescita fisica e intellettuale e ancora, incerti, varcavano le porte della loro scuola superiore. Insicuri alcuni, troppo spavaldi altri, ma tutti diversi da ora, hanno vissuto anni di formazione che li hanno visti diventare uomini e donne.
Questo esame non farà, probabilmente, ragione fino in fondo della loro effettiva preparazione, il numero finale che scaturirà dal giudizio della commissione non restituirà tutto il tempo perso, ma rappresenta davvero l’unica scelta possibile per restituire a questi diciottenni un po’ di quello che è mancato in quest’anno. Molti non hanno festeggiato la maggiore età, non hanno avuto il viaggio d’istruzione (o come meglio dicono gli stessi ragazzi, la loro gita di fine scuola), non hanno celebrato i mitici cento giorni. Hanno vissuto con i docenti un rapporto “a distanza” e anche le scuole più preparate alla digitalizzazione e che da subito hanno avviato i protocolli per gli incontri attraverso le video-lezioni hanno sofferto per la privazione degli incontri dal vivo. Mi ha sorpreso, tra le tante esperienze documentate dai ragazzi per la parte riguardante l’esposizione del percorso di alternanza scuola lavoro, scoprire quanta attenzione abbiano dato a queste esperienze.
Quest’anno non ci sono i compagni seduti in fondo ai banchi a far compagnia ai loro esami, ognuno entra in classe accompagnato al massimo da una persona, molto spesso si tratta della mamma. I nostri sguardi si incontrano a distanza, non concediamo neanche la “pacca sulle spalle” di incoraggiamento ed è forse per questo che i nostri occhi si inumidiscono più frequentemente.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Esame di Stato 2020: emozione per studenti e insegnanti
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