“Scrivere lunghi libri è una laboriosa e inaridente stravaganza. Sviluppare per cinquecento pagine un’idea la cui esposizione orale richiederebbe pochi minuti! Un modo migliore di procedere è fingere che questi libri già esistano, e proporne un riassunto, un commento… Più ragionevole, più inetto, più indolente, io ho preferito scrivere note su libri immaginari.” - Jorge Luis Borges, introduzione a “Il giardino dei sentieri che si biforcano” (1942)-
Uno dei primi testi che ho letto su SoloLibri.net è stato il bell’articolo dal titolo “Come si scrive la recensione di un libro?” di Rachele Landi (20-10-2011).
E’ un articolo dotto e interessante che, oltre a dare indicazioni preziose, rimanda al tema, per me sconosciuto, della recensione di libri immaginari.
Ho avuto voglia di cimentarmi ed è stato più difficile di scrivere una recensione di un libro vero, ma molto intrigante.
Oltre al rispetto verso l’autore reale e il dovere comunicare con chiarezza tracce della trama e il carattere dei personaggi, in questo caso l’invenzione di un plot, più che di una trama, mi ha fatto immaginare lo scrittore e le sue caratteristiche, trasferendo inevitabilmente i luoghi che amo di più e il carattere degli autori che leggo con più passione.
Ecco il mio esercizio di scrittura:
“Il cuore fra le nuvole” di Augusta Belli (ed L’Ape Regina, 2013)
“Il cuore tra le nuvole” è il primo romanzo di Augusta Belli, edito dalla casa eidtrice L’Ape Regina nel gennaio 2013.
Augusta Belli è un medico pediatra che vive in Francia, ma trascorre tutto il suo tempo libero nelle isole Eolie, a Filicudi.
Fin dalla prima pagina, la scrittura, immaginifica e a tratti barocca, avvolge e intriga. Ogni pagina è piena di parole e di frasi che fanno alzare la testa dal libro per pensare alla vita reale e alle emozioni più intime.
E’ un libro in cui affascina la semplicità delle cose dette e l’acuta selezione delle parole.
La storia, che inizia negli anni ’50 del secolo scorso e arriva al 31 dicembre 1999, è ambientata a Marsiglia. Tutti i personaggi per i motivi più disparati si incontrano e creano legami forti tra di loro: tutti tranne uno, Matteo, che, per un misterioso motivo svelato solo nell’ultima pagina del libro, è sempre distante e indifferente alla moltitudine di persone che popolano la piazza della città.
Poi c’è un cane, che Antonio e Lisa hanno avuto tanto temo fa e che rivedono nel cane che ogni giorno passa davanti al caffè dove sono seduti.
Una lite fra vicini permette di riconoscersi amici del passato e un sopruso di cui è vittima l’azzimato signore del palazzo più bello della città sono alcuni dei cardini su cui si basa il lungo romanzo (oltre 400 pagine).
Il filo conduttore (la professione della scrittrice si fa sentire) è una bambina che, per casi fortuiti, entra nella vita di ognuno dei personaggi e si rileva la più saggia, la più consapevole di tutti, ma anche la più lieve, come una nuvola, che quando passa nel cielo fa il bello o il brutto tempo.
Sicuramente Filicudi, dove è stato scritto il romanzo, influenza con i suoi colori e la sua gente, l’atmosfera del romanzo, perché il Mediterraneo è una trama comune di vite antiche, che rimanda ai suoi abitanti e mantiene intatta l’eco dell’antico passato.
L’autrice mostra alcune incertezze del racconto, ma promette cose grandi nel prossimo futuro.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Esercizio di scrittura: la recensione di un libro immaginario
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