Censura dei libri? Ancora possibile? Sembrerebbe di sì. Ha fatto scalpore nel mese di gennaio 2011 la richiesta di un assessore del Veneto di escludere dalle biblioteche e dalla scelta dei docenti per l’adozione di testi nelle scuole tutti i libri i cui autori avevano firmato l’appello a favore di Cesare Battisti.
Se i libri fanno cultura, è possibile pensare che alcuni di essi facciano "cattiva cultura"? Alcuni testi possono "traviare", condizionare negativamente o trasmettere idee sbagliate, tanto da dover essere eliminati dalla possibilità di lettura delle masse o delle giovani menti? O forse è proprio la lettura di testi con pensieri diversi che aiuta l’uomo a farsi un proprio pensiero, senza doversi schierare necessariamente dall’unica parte disponibile?
In tutto questo, ci si chiede che fine abbia fatto l’articolo 21 della nostra Costituzione:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Quando si pensa alla censura dei libri a molti viene in mente il libro di fantascienza "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury, ambientato in un futuro in cui leggere è considerato reato e i libri devono essere bruciati.
Ma è davvero fantascienza? Questo strano monumento a Bebelplatz (Berlino) testimonia di no...
Una lastra di vetro nel pavimento lascia intravedere una sorta di biblioteca sotterranea, in realtà una stanza con scaffali vuoti: un monumento per ricordare il maggio del 1933, quando in quella piazza furono bruciati 25000 libri ritenuti pericolosi dal regime nazista.
Una citazione di Heinrich Heine è riportata su una targa lì apposta:
«Quando i libri vengono bruciati, alla fine verranno bruciate anche le persone»
Mai parole sono state più vere.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Esistono libri da censurare?
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Mi risulta che nello stesso periodo si bruciassero libri anche in america (Ex. il caso di Wilhelm Reich)...
Brava Rachele, era importante parlare di questo stupido amministratore che vive uba stupida notorietà con questa deprecabile iniziativa. Ne ha scritto bene Michela Murgia qualche giorno fa sull’Unità