Per capire e vedere in modo diverso il valore della memoria. Per darne un nuovo e rinnovato significato che esca dagli stereotipi impolverati di una storia considerata oramai passata e che passata, però non è.
27 gennaio: Giornata della memoria. 10 Febbraio: giorno del ricordo.
La prima una ricorrenza internazionale, la seconda nazionale, ma con un legame che va oltre le vittime e la storia.
Sono giornate che cercano di appuntare nella mente “accaduti storici” che vanno oltre l’atto violento dell’uomo contro l’uomo.
Vogliono sottolineare quanto l’uomo può essere in grado di fare a chi è come lui ma la pensa in modo diverso. A chi è diverso da lui per scelta religione o menomazione (fisica e mentale).
Quanto il suo libero arbitrio, in bilico tra il giusto e il male, perde e lascia spazio all’ideale assoluto di superiorità imposto, diffuso permeato in pensieri che appaiono risolutivi, in una realtà senza soluzioni apparenti.
Una riflessione sulla Memoria
Libri, testimonianze su questi eventi sono molti e molteplici. Da ogni punto di vista. Ma la loro posizione sugli scaffali delle librerie, sembra sempre far meno riflettere.
Imposta tra gennaio e febbraio come dovere imposto da una “festività” stabilita.
Questa mancanza di “riflessioni” sembra riguardare un po’ tutti. Dalle generazioni passate a quelle presenti.
Si sta passando da un racconto reale “sulla pelle viva” al sentito dire. Complice l’avanzare del tempo che assottiglia la vita di coloro che di quella memoria e di quel ricordo sono sopravvissuti.
Il racconto delle deportazioni, delle uccisioni ad Auschwitz e Buchenwald o delle foibe sta assumendo la forma di “favola” o di “thriller” nell’immaginario delle nuove generazioni e non solo.
Memoria e ricordo diventano di altri. Troppo lontani nel tempo.
Sfumature. Frutto di un sentito dire per trasposta persona.
Trasformandosi in un “si racconta che”. Fino a sfiorare il dubbio che davvero ci siano stati tali e tante crudeltà.
Infondendo il dubbio sugli ebrei identificati con una stella gialla sul petto e pianificatamene sterminati. O sugli italiani buttati in buchi senza fondo.
E senti parole come eugenetica, superiorità, selezione, sterilizzazione.
Ci inciampi. Ci sbatti la faccia. Lo rileggi. Fino a vederlo sotto una luce nuova e diversa anche grazie a Lino Guanciale che assieme alla fisarmonica di Marko Hatlak sta portando in scena in molti teatri italiani Europeana. Breve storia del XX secolo di Patrik Ourednk, appena riedito da Quodlibet.
La prossima primavera sarà rappresentato al Teatro Piccolo di Milano.
Europeana di Patrik Ourednk: dal libro allo spettacolo
Link affiliato
Spettacolo e libro parlano dell’Europa, continente dove viviamo mettendo in luce non solo i macro giochi di potere, ma anche le pieghe meno note. Che hanno puntellato un pensiero. Un ideale. Un’azione.
Una trasposizione, quella teatrale, che ne più meno del libro ci dice chiaramente, linearmente, senza mezze misure o cliché che è nel nostro continente che la Shoah è stata pensata organizzata pianificata. In modo puntuale e limpido.
Che le differenze tra uomo e uomo, che i gas e i pensieri verso chi è diverso (per credo, per demenza o declinazione sessuale) sono nate in quegli anni che tanto crediamo lontani e "lungi da noi".
Che la loro memoria e il loro ricordo sta perdendo quella consistenza definita che fa di un evento raccontato una tragedia vera e contemporanee.
Che quel XX secolo della nostra Europa non è passato né favola o leggenda.
Che la storia dovrebbe essere davvero maestra di vita. Non un momento inconsistente, quasi “televisivo” che dura pochi giorni fino a quando fa cronaca o un titolo sul giornale.
Leggere, rileggere Ourednik così come assistere a teatro alla sua narrazione a cura di Guanciale diventa disarmante, metamorfico rigenerante quasi.
I racconti dei sopravvissuti di Auschwitz o Dachau riprendono forma e spessore.
Con nettezza e immediata puntualità i tempi, i metodi e i momenti di una storia riappaiono dando quella forza necessaria alla memoria e al ricordo. A quel non dimenticare.
Perché la memoria e il ricordo sono labili come voci al vento.
Come il fumo che dai camini dei forni crematori usciva già prima della guerra iniziata nel 1940. E che, incessantemente, lo farà fino a quel 27 gennaio 1944.
Per riaccendersi, poi, (con una evidenza diversa) negli orrori occorsi alla ex Jugoslavia negli anni 90 e ancora presente oggi in una guerra che tra poco più di un mese farà il suo primo anniversario dal suo inizio.
Sorge allora la domanda di come “ricordare”. Quale sia il modo migliore di "far memoria" del passato e del suo orrore.
Non certo vestendo (come capitò nel 1996) la Barbie con gli abiti da righe grigie.
Ma nemmeno traslitterando il compito ai muti monumenti gli storici e antropologi definiscono:
Utili alla riflessone, meglio dei musei o degli archivi perché si richiamano alla “memoria” più che alla storia e che la memoria riattivava il passato mentre la storia si impadroniva della sua legittimità fissandola nel tempo. E gli storici dicevano che i monumenti permettevano di dare ordine ai ricordi della società e di organizzare la memoria collettiva e di lottare contro l’oblio.
Permettendo così alla gente
Che si fermava davanti ai monumenti sentiva di condividere almeno in parte quel dolore, quella storia.
Europeana e il vero significato del ricordo
Ma è davvero questo vero significato della memoria e del ricordo?
Non far cadere nell’oblio il passato.
Ma non solo. In sé ha anche un valore: combattere la paura. Di poter vivere e rivivere e di far rivivere quegli orrori. Di ribadire la necessità delle libertà raggiunte, difendendole. E soprattutto di essere oppositori di altri olocausti.
Di tutti gli olocausti ancora in atto non rispettanti l’uomo.
Per non essere attoniti, dubitanti e impauriti osservatori del nostro presente. Come spettatori muti davanti a una montagna di stracci.
Privi del tempo che, solo, ci concedere davvero di ricordare.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il valore della memoria in “Europeana” di Patrik Ourednik
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Giorno della Memoria: i libri da leggere sulla Shoah
Lascia il tuo commento