Fabrizio Forquet, giornalista, vicedirettore e capo della redazione romana del Sole24ore, è morto a 48 anni il 2 aprile 2016. Esperto di politica economica e di politica italiana, si era laureato in lettere con indirizzo in storia economica, alla Federico II di Napoli, specializzandosi in giornalismo alla Luiss. È stato direttore e docente della Business School del Sole 24 Ore e del corso di Giornalismo politico-economico della facoltà di Scienze politiche della Luiss.
I libri di Fabrizio Forquet
Diverse le pubblicazioni di Fabrizio Forquet:
- con Giuliano Amato "Lezioni dalla crisi", Bari, Laterza, 2013 (libro sulla crisi economico-finanziaria del 2007-2013, che ha ricevuto il Gozzo d’argento come miglior libro di economia del 2013) e "Noi in bilico. Inquietudini e speranza di un cittadino europeo", Bari, Laterza, 2005;
- con Valentina Consiglio, "Editoria, comunicazione, giornalismo", Milano, Il Sole 24 Ore Pirola, 1998;
- "Il lavoro in affitto", con Lina Palmerini, Il Sole 24 ore.
Fabrizio Forquet ha espresso il suo pensiero nei suoi libri, nei numerosi convegni e attività giornalistiche, ma anche come uomo impegnato nelle Istituzioni, quale portavoce di Giuliano Amato, al Tesoro. Era piacevole seguirlo quando interveniva durante le trasmissioni televisive. Il suo pensiero, sostenuto da dati, informazioni, e statistiche era illuminante per le analisi e le interessanti indicazioni che ne seguivano. A proposito dei fenomeni migratori, c’è un video molto interessante tratto dal convegno "Immigrazione, una sfida, una necessità", tenutosi il 14 giugno 2012 a Palazzo Giustiniani, in cui sosteneva che l’immigrazione rappresenta un bagaglio fondamentale per il rilancio e la crisi economica del Paese.
"Tutte le società che declinano da un punto di vista demografico declinano anche da un punto di vista economico. È una legge dell’economia dalla quale non si esce".
Insomma, per lui l’Italia ha particolarmente bisogno dell’apporto degli immigrati, essendo uno dei paesi con forte calo demografico.
In un’altra Tavola Rotonda promossa dall’Associazione Ex-Alunni Pontano ("Uno sviluppo sostenibile per il Mezzogiorno: Imprese, Formazione, Pubblica Amministrazione") tenutosi a Napoli, Forquet faceva l’analisi della situazione economica in Italia, con enormi problemi occupazionali, tra due realtà, quella del Nord produttivo e quella del Sud, confrontandola a quella della Germania che, dopo il crollo del muro di Berlino, ha saputo integrare le due "Germanie". Agli inizi del 2000 la "Germania malato d’Europa", come veniva definita anche da autorevoli giornali internazionali, ha trovato il modo di superare la crisi e in dieci anni è diventata la locomotiva d’Europa, partendo dal problema del mercato del lavoro, affrontando la questione con i sindacati, facendo sacrifici sul piano salariare.
Per Forquet l’uniformità salariale era una gabbia che impedisce lo sviluppo del Sud, assieme alla burocrazia, ai lunghi tempi della giustizia e, soprattutto, alla criminalità organizzata.
Sui tagli alle pensioni d’oro Fabrizio Forquet era d’accordo, come confermava anche nella trasmissione Omnibus del 14 marzo 2014.
Fabrizio Forquet è stato un uomo impegnato, con una chiara visione politica e, con le sue profonde e lucide analisi economiche, avrebbe avuto ancora molto da dire all’Italia, oltre che alla sua famiglia. Non avendolo mai conosciuto si aveva la sensazione che lo si sarebbe potuto incontrare tranquillamente per strada, tra la gente comune a cui, per spessore culturale, non apparteneva, ma a cui il suo pensiero da studioso, da esperto, era rivolto.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Fabrizio Forquet: i libri di un grande giornalista
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