Affidare il proprio libro a un autore fantasma: il ghostwriting è una pratica ormai diffusa, ma controversa e dibattuta. È corretto dal punto di vista etico e morale? A chi spettano i diritti patrimoniali dell’opera e a chi i suoi diritti morali? I lettori non dovrebbero poter sapere chi ha scritto realmente quello che stanno leggendo?
Che sia eticamente corretto o meno, la storia della scrittura vanta alcuni casi celebri: H.P. Lovecraft, uno dei maggiori autori di letteratura horror e fantascientifica, ha lavorato come ghostwriter (persino per Houdini!). Non solo: apertamente dichiarati come frutto di ghostwriting sono anche casi editoriali più recenti, come il famigerato Open di Andre Agassi, in realtà opera del giornalista premio Pulitzer J.R. Moehringer.
Chi è e cosa fa esattamente un ghostwriter? Scopriamolo insieme.
Ghostwriter: chi è?
Il ghostwriter è un autore professionista pagato per scrivere testi ufficialmente attribuiti a qualcun altro, siano essi articoli o interi libri, di memorialistica, narrativa o saggistica. I casi più comunemente noti sono quelli che hanno a che fare con le autobiografie o i discorsi pubblici di vip, politici e altri personaggi famosi.
Dal punto di vista del diritto d’autore, sostanzialmente, si tratta di una forma di "plagio autorizzato": di comune accordo tra le parti, il committente (che sarà ritenuto autore reale dell’opera e come tale apparirà in copertina) si appropria della paternità di un’opera non sua. In cambio, il ghostwriter riceve una somma di denaro.
Il tipo di lavoro richiesto a un ghostwriter può cambiare notevolmente a seconda del testo e dell’autore di cui si trova a essere ombra. A volte, per esempio, può essere assunto semplicemente per riordinare in modo organico e coinvolgente bozze o manoscritti già stesi in buona parte dall’autore che campeggerà poi sulla copertina del libro; altre volte, invece, suo è il compito di rielaborare e ampliare idee e abbozzi minimi.
Il livello di impegno necessario varia a seconda anche del tipo di testo in questione: è raro che un’autobiografia possa essere scritta senza avere alcuna informazione dall’autore (spesso ampliata e verificata tramite interviste a lui e ai suoi familiari e conoscenti); mentre un saggio o una traduzione possono essere svolti anche da zero (assodate ovviamente le competenze del ghostwriter in materia).
Perché mai bisognerebbe fare affidamento a un ghostwriter per scrivere un libro? La risposta viene da sé: subappaltare la scrittura di un libro dipende dalla mancanza di tempo, preparazione o abilità di chi ufficialmente sarà ritenuto il suo autore.
Ghostwriting: i libri sul tema
Un ghostwriter non può vedere il proprio nome in copertina, ma non per questo non può conquistare in modo inatteso il ruolo principale di un romanzo. Esistono infatti alcuni libri che hanno come protagonisti dei ghostwriter, a partire dal giallo di Robert Harris intitolato, per l’appunto, Il ghostwriter (Mondadori) e dall’omonimo Il ghostwriter di Zoran Živković (TEA).
Amatissimi dal pubblico sono i romanzi di Alice Basso dedicati alle avventure della ghostwriter Vani Sarca, in grado di unire tinte gialle e aloni di mistero al mondo librario e letterario. La serie, edita per Garzanti, comprende i titoli: L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome, Scrivere è un mestiere pericoloso, Non ditelo allo scrittore, La scrittrice del mistero e Un caso speciale per la ghostwriter, a cui si aggiungono anche tre raccolte di racconti.
Per restare in tema, di recente uscita per la casa editrice Besa muci, è Le amiche imperfette di Maria Pia Romano, che ruota intorno al rapporto fra due donne, scrittrice mancata e ghostwriter, legate da un segreto inconfessabile.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ghostwriter: chi è e cosa fa?
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