Gino Bartali. Una bici contro il fascismo
- Autore: Alberto Toscano
- Genere: Sport
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Baldini+Castoldi
- Anno di pubblicazione: 2019
Alberto Toscano, giornalista e politologo che da molti anni vive a Parigi, ha scritto “Gino Bartali. Una bici contro il fascismo” per ricostruire la vita del famoso ciclista, profondamente legata a snodi cruciali della storia italiana del Novecento, mettendo in evidenza i coraggiosi gesti di solidarietà che compì negli anni della Seconda guerra mondiale.
Gino Bartali nacque a Ponte a Ema, vicino Firenze, nel 1914, dieci giorni prima che scoppiasse il primo conflitto mondiale, in una famiglia contadina con una forte fede cattolica e un orientamento politico socialista. Bartali crebbe in un contesto di povertà e fin da piccolo svolse diversi lavoretti per aiutare i genitori. Presto però emerse il suo talento con la bicicletta e, superando le resistenze del padre, riuscì a trasformare questa passione in un vero e proprio lavoro, diventando un ciclista.
Nella seconda metà degli anni Trenta Bartali era già uno dei corridori più forti, avendo trionfato al Giro d’Italia. In quegli anni il regime fascista, forte di un grande consenso, strumentalizzava a fini propagandistici i successi degli sportivi più famosi. Il corridore di Ponte a Ema, però, non volle sottostare a questa logica perché i valori tramandati in famiglia lo portavano a condannare le prepotenze, le discriminazioni e le ingiustizie. Il suo antifascismo era quindi legato a concrete scelte di vita e si manifestò in gesti estremamente significativi come il rifiuto di prendere la tessera del Partito nazionale fascista, di fare il saluto romano e di dedicare le vittorie al Duce. Queste scelte esposero Bartali a duri attacchi da parte della propaganda di regime, ma ciò non diminuì la sua grande popolarità, accresciuta dal trionfo al Tour de France del 1938.
L’inizio della Seconda guerra mondiale, che presto comportò la sospensione delle gare, tolse al corridore la possibilità di ottenere altre prestigiose vittorie. Tra il 1943 e il 1944, quando gran parte del Paese finì sotto l’occupazione tedesca, nazisti e fascisti collaborano per dare la caccia agli ebrei con l’obiettivo di sterminarli. Di fronte a questa violenza tanti italiani, rischiando la vita, diedero prova di grande solidarietà.
Bartali nascose nella sua casa una famiglia ebrea e partecipò alla “rete delle due religioni” coordinata dal rabbino di Firenze Nathan Cassuto e dall’arcivescovo della città Elia Dalla Costa. Con la scusa di doversi allenare il ciclista poteva muoversi per lunghe distanze senza suscitare sospetti, nascondendo nei tubi e nel sellino della bici foto di identità, documenti e lettere per consentire la fuga a molti ebrei nascosti nei conventi dell’Italia centrale. Bartali contribuì così a salvare la vita di centinaia di persone. Per questa ragione nel 2013 gli storici del Memoriale Yad Vashem di Gerusalemme gli conferirono il titolo di “Giusto tra le nazioni”.
Alberto Toscano, essendo un grande esperto della materia e avendo svolto un approfondito lavoro di ricerca, narra nei particolari tutte queste vicende, dedicando ampio spazio anche alle memorabili vittorie ottenute da Bartali nel dopoguerra e alla leggendaria rivalità con Fausto Coppi. Tuttavia le pagine più emozionanti del libro sono quelle in cui l’autore rivela la fede, la genuinità e la generosità che contraddistinsero tutta la vita del Leone di Toscana, uno dei più forti ciclisti di ogni tempo, forse il migliore.
Gino Bartali. Una bici contro il fascismo
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